2 Maggio 2019 – Palermo – “Stiamo rischiando: rischiamo di diventare una società di acchiappa fantasmi”. Parlando agli oltre 800 rappresentati di tutte le diocesi d’Italia che in Sicilia stanno partecipando al 16° convegno nazionale di Pastorale giovanile dedicato alle “parole coraggiose del Sinodo dei giovani”, il Card. Gualtiero Bassetti si è detto preoccupato, “come pastore e come Presidente dei vescovi italiani”, per quanto avviene nella società. “Facciamo degli altri spesso soltanto degli stranieri – ha detto, presiedendo la veglia di preghiera al Duomo di Monreale -, li trattiamo come fantasmi che ci fanno paura. Questo è terribile! Abbiamo sempre bisogno di fantasmi per alimentare i fanatismi e rassicurare la nostra identità. Le paure e i fantasmi – ha aggiunto – fanno chiudere i porti, fanno innalzare muri e steccati”. Partendo dalla paura di Pietro quando voleva raggiungere Gesù che camminava sulle acque, ha detto dei rischi che corre che si lascia sopraffare dal timore. “La paura toglie fiato a possibili sogni di fraternità, avvelena i pozzi della fiducia nella propria vita e rende tutti più decisamente individualistici – ha detto – perché obbliga alla concentrazione sui propri esclusivi bisogni, acceca, non fa più vedere il mondo e non ti fa più vedere gli altri, figurarsi se ti fa poi vedere gli ultimi”.
Pregando “come Gesù” con i giovani e con chi di loro si occupa per conto della Chiesa, il Card. Bassetti li ha invitati a non fermare “il grande lavoro della ricerca interiore e dell’intimità con Dio”. “Io prego con voi e per voi – ha detto -, prego per il vostro lavoro di educatori perché in Gesù possiate trovare la forza di sollevare prima voi stesi e poi i ragazzi e i giovani che vi sono affidati, perché li sappiate liberare dalle loro paure e dalle loro fragilità. E voi pregate tanto soprattutto per il Santo Padre che ha il compito di guidarci tutti, pregate per me e per i vescovi della Chiesa cattolica”. Per terminare, ha consegnato simbolicamente loro la parte finale dell’esortazione post sinodale di Papa Francesco ai giovani, “che – ha detto – mi colpisce e mi incoraggia”. Ha così letto la conclusione del documento nel quale il pontefice si dice felice nel vedere correre i giovani più velocemente di chi è lento e timoroso, “attratti da quel volto tanto amato che adoriamo nella Santissima Eucaristia e riconosciamo nella carne del fratello sofferente”. “Abbiamo bisogno di voi – ha detto il Cardinale –, ne abbiamo tuti bisogno! Andate, dunque, e non dimenticate l’invito del Papa: quanto arriverete dove noi non siamo ancora giunti abbiate la cura e la pazienza di aspettarci”.