Roma – Netta diminuzione della protezione umanitaria per via dell’autentico crollo nella seconda metà dell’anno scorso. Netta diminuzione della protezione sussidiaria, ma anche calo dello status di rifugiato. E impennata dei dinieghi.
I dati di riepilogo del Dipartimento Libertà civili e immigrazione sulle decisioni in materia di richieste d’asilo nel 2018 di qualche giorno fa, rispetto al 2017 confermano quanto già anticipato da Vie di fuga all’inizio di gennaio.
Confermato anche il crollo dei richiedenti protezione (cioé delle persone in fuga che l’anno scorso hanno avuto la possibilità di arrivare in qualche modo in Italia per chiedere protezione): meno 59% rispetto al ’17. Fra questi, nell’anno le cittadinanze più numerose sono state nell’ordine quella pakistana e nigeriana (nel 2017 l’ordine di numerosità era invertito), seguite da quella bengalese, senegalese, ucraina, maliana, gambiana, salvadoregna, marocchina e ivoriana.
Nel calo quasi generale, si segnalano qui i netti aumenti delle provenienze dal Salvador (+ 23% rispetto al ’17, come abbiamo visto qui sopra l’ottava cittadinanza in termini assoluti), dalla Georgia (+ 97%), dall’Albania (+ 104%), dal Venezuela (+ 83%), dalla Tunisia (+ 105%), dall’India (+ 62%), dal Perù (+ 359%), dalla Colombia (+ 121%) e dallo Sri Lanka (+ 40%): v. la tabella qui a fianco.
Intanto, il ricercatore dell’ISPI Matteo Villa ha pubblicato una sintetica analisi secondo cui, fra giugno 2018 e oggi, nel bilancio fra dinieghi e rimpatri eseguiti, sono stati spinti verso l’irregolarità quasi 40 mila migranti.