Roma – Montalbano che entra in chiesa è una novità non da poco nella versione televisiva dei racconti di Andrea Camilleri. Sono passati vent’anni dal primo episodio (“Il ladro di merendine”) trasmesso da Rai 1 nel 1999 e solo lunedì scorso abbiamo visto il popolare commissario sedersi su una panca di fronte a un altare in cerca di una risposta al sacrificio di tanti migranti. Non ha pregato. Forse non ne ha avuto nemmeno il tempo, vista la rapidità della scena. Ma ha sentito il bisogno del silenzio per mitigare il rumore della sofferenza. Solo un flash. Significativo, però, per sottolineare un modo di rapportarsi a un dramma dei nostri giorni senza comunque nessuna lettura politica. Chi aveva paura del Commissario Montalbano in versione anti Salvini si è dovuto ricredere. In ogni caso, come sempre succede per questa fortunata serie, c’era grande attesa per i due nuovi episodi, il primo dei quali, “L’altro capo del filo”, incentrato in parte sugli sbarchi di extracomunitari in Sicilia, che si susseguono quasi ogni notte costringendo Montalbano, con i suoi uomini, ad affrontare l’emergenza. E lo fa senza perdere mai la sua umanità e il suo senso di giustizia. In mezzo a tutto ciò, un terribile delitto si abbatte su Vigata: Elena Biasini viene barbaramente massacrata nella sua sartoria. A collegare i due filoni, una ragazzina africana abusata dagli scafisti durante la traversata in mare e, molto più banalmente, il fatto che il commissario debba farsi un vestito su misura per una cerimonia. In ogni caso l’omicidio sembra inspiegabile. Si risolverà come sempre grazie all’intuito e a una buona dose di fortuna, ma senza l’arresto materiale dell’assassino. La storia, pur con qualche forzatura per garantire gli intrecci, funziona. La regia di Alberto Sironi non si discute. Gli attori sono consolidati nei rispettivi ruoli: Luca Zingaretti (Montalbano) su tutti, ma anche Cesare Bocci (Mimì Augello) e Peppino Mazzotta (Fazio). Un po’ sopra le righe Angelo Russo (Catarella). Il pubblico, fedele come sempre, ha fatto segnare uno share a ridosso del 45% con oltre 11 milioni di telespettatori. Un successo che sicuramente sarà bissato lunedì prossimo con il secondo inedito. (Andrea Fagioli – Avvenire)