Roma – Il Centro di accoglienza e integrazione “Matteo Ricci” per richiedenti asilo e rifugiati si ispira all’appello di papa Francesco, fatto in occasione della sua visita al Centro Astalli nel 2013, di aprire le case dei religiosi ai rifugiati. Lo ha detto questa mattina all’inaugurazione del Centro, il presidente della Fondazione Centro Astalli, p. Camillo Ripamonti dando il benvenuto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Credo che aprire un centro di accoglienza e integrazione sia oggi, in un tempo in cui sempre più spesso la chiave interpretativa del reale è la chiusura – ha detto il religioso gesuita, un segno forte, dal punto di vista simbolico e concreto. Si chiudono i confini ai migranti, ma anche nella vita religiosa i ridimensionamenti numerici spingono alla chiusura di opere e case. L’atteggiamento di chiusura si impadronisce di noi, del nostro cuore e della nostra mente. Ci inaridisce, ci rende meno umani. Oggi invece facciamo un’operazione controcorrente: apriamo. Apriamo una porta ai rifugiati e ai migranti che, in questa fase di radicale trasformazione legislativa, sono maggiormente in difficoltà, perché qui possano trovare una casa fatta della bellezza delle relazioni che nascono dall’incontro”.
“Apriamo” la porta di un luogo che vuole essere “l’ideale continuazione di via degli Astalli 14, dove da tanti anni cerchiamo di rispondere a bisogni primari con la mensa, le docce, l’ambulatorio”, ha quindi aggiunto il presidente del Centro Astalli: “qui vorremmo accompagnare le persone, in particolare i giovani, a interrogarsi sui propri desideri professionali e formativi, farli tornare a sognare in un futuro che è possibile se costruito insieme. È questa l’unica via possibile per l’integrazione. Siamo convinti che così facendo apriamo una porta di speranza anche per la nostra città, per il nostro Paese, perché quanto si farà di creativo e formativo tra queste mura potrà contribuire a edificare una comunità solidale”. Il Centro è dedicato a Matteo Ricci, primo gesuita missionario in Cina, maestro nel “lasciarsi interrogare dalla ricchezza di persone di un’altra cultura, capace di mettersi nei loro panni”.
Questo Centro si apre nei locali messi a disposizione e ristrutturati dalla Provincia Euromediterranea (EUM) della Compagnia di Gesù (che comprende Albania, Italia, Malta e Romania), in spazi attigui al Collegio internazionale del Gesù, dove è vissuto S. Ignazio, e alla Chiesa del Gesù, dove è sepolto Pedro Arrupe, fondatore del Servizio dei Gesuiti per i rifugiati. (Raffaele Iaria –