Milano – Liberi dalla paura, accogliendo e guardando l’altro negli occhi. Da venerdì 15 a domenica 17 febbraio alla Fraterna Domus di Sacrofano, in provincia di Roma, si terrà il meeting delle comunità, delle parrocchie e dei nuclei familiari italiani che hanno risposto all’appello del Papa lanciato dopo l’Angelus del 6 settembre 2015 ai cattolici d’Europa per accogliere almeno una famiglia di profughi. Da tempo i migranti accolti nelle strutture ecclesiali sono circa 23 mila. L’incontro “Comunità accoglienti: liberi dalla paura” è organizzato da Fondazione Migrantes, Caritas Italiana e Centro Astalli ed è rivolto anche a coloro che hanno accolto rifugiati e profughi al di fuori dei circuiti ecclesiali. È il direttore della Migrantes, don Gianni De Robertis, a rilanciare l’invito e a spiegare il significato di questo evento in un momento particolare. “Nonostante la narrazione negativa prevalente, sui nostri territori ci sono tante belle esperienze da raccontare e da far incontrare. In particolare la giornata di sabato 16 febbraio sarà dedicata ai laboratori per far incontrare e ascoltare le diverse testimonianze, ma anche i dubbi e le paure che condivideremo. Ascolteremo anche quelli degli stranieri, che saranno presenti. Organizzando questa tre giorni desideriamo dire ‘grazie’ ai tanti che hanno accolto rispondendo all’appello del Papa. Come ha detto il Santo Padre nel discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, sono loro a mantenere vivo quello spirito di fraterna solidarietà che ha lungamente contraddistinto l’Italia”.
Vanno anche incoraggiati?
Sì, perché oggi chi fa solidarietà incontra più facilmente la freddezza e l’ostilità di qualcuno e non sempre la riconoscenza. Vogliamo poi lanciare al nostro Paese un messaggio di fiducia e futuro, ribadire che decidere di incontrare l’altro, lo straniero come il vicino di casa, non è quell’esperienza terrificante e perdente che spesso viene descritta. Invece, nella stragrande maggioranza dei casi, si rivela un’esperienza che arricchisce tutti. Le storie che racconteremo a Sacrofano lo testimoniano, sono molto positive, a volte entusiasmanti.
Anche lei, parroco a San Marcello di Bari per 24 anni fino a un anno e mezzo fa, ha risposto affermativamente all’appello di Francesco?
Sì. Mi sono sentito coinvolto e, nel settembre del 2015, con la mia parrocchia abbiamo deciso di prendere in affitto un appartamento in un condominio in una bella zona di Bari, a 300 metri dalla chiesa per accogliere senza un euro di spesa per lo Stato. Da allora vi abitano sei profughi neomaggiorenni, che sono arrivati in Italia da minori non accompagnati. Si tratta di una delle tante vicende delicate dell’immigrazione, in un Paese dove il vero problema è la cattiva accoglienza. Infatti, una volta compiuta la maggiore età, vengono dimessi dalle comunità e devono provvedere a se stessi, correndo rischi elevati perché spesso non sanno dove andare e cosa fare.
Come valuta quell’esperienza per la sua comunità?
All’inizio nel palazzo si è diffuso il terrore. Poi i condomini hanno capito che i nuovi inquilini, di sei nazionalità diverse, erano bravi ragazzi. Tre di loro nel frattempo si sono resi autonomi e sono usciti. Uno si è diplomato e frequenta a Pisa la facoltà di ingegneria, due lavorano, gli altri tre continuano gli studi e nella casa nel frattempo sono entrati tre nuovi inquilini. Anche per la parrocchia è un’esperienza positiva che motiva e ha fatto conoscere persone e nazioni lontane di cui non sapevamo quasi nulla, come Niger o Senegal. Per loro ad esempio anche andare a prendere un caffè non è una cosa scontata perché in Niger, ci spiegava Ibrahim, con un euro si vive una giornata.
Da quale paura ci dobbiamo liberare?
Come diceva il Papa nell’omelia del 14 gennaio 2018 per la Giornata del Migrante, avere timori e dubbi non è un peccato, bisogna ascoltarli. Temiamo legittimamente per la sicurezza, temiamo che il poco lavoro che c’è ci venga sottratto, ma poi queste paure non devono guidarci, dobbiamo liberarci nell’incontro e nell’ascolto. Il meeting è aperto a tutti coloro che incontrano e ospitano stranieri. Chi vuole partecipare può rivolgersi alle segreterie di Caritas Italiana (06.66177210) o della Fondazione Migrantes (06.6617901)