Milano: sabato la conclusione del Sinodo Minore “Chiesa dalle genti”

Milano – Sabato 3 novembre, alle ore 9.00, i membri dei Consigli presbiterale e pastorale diocesani si riuniranno in assemblea nel Salone Pio XII del Centro diocesano di Milano (via Sant’Antonio 5), sotto la presidenza dell’Arcivescovo di Milano Mons. Mario Delpini per emendare la bozza del documento del Sinodo minore «Chiesa dalle genti». Al termine il testo sarà votato e consegnato all’Arcivescovo. Sarà questa anche l’occasione nella quale saranno promulgate nuove costituzioni sinodali, aggiornando e sostituendo quanto stabilito dal capitolo 14 del Sinodo diocesano 47°, circa le modalità attraverso le quali annunciare adeguatamente il Vangelo, celebrare i sacramenti, vivere l’esperienza della carità, in un contesto sempre più multietnico, quale è ormai rappresentato dalle parrocchie ambrosiane. L’assemblea dei due Consigli convocati confluirà nel pomeriggio in Duomo, dove alle 17.30 l’Arcivescovo presiederà il Pontificale nella Solennità di San Carlo Borromeo, che indisse per la sua Diocesi i primi undici Sinodi diocesani.

 Il documento che sarà approvato nella giornata di sabato 3 novembre non rappresenta il testo finale del Sinodo minore “dalle genti”. Bisognerà attendere la revisione la promulgazione definitiva dell’Arcivescovo. Per l’intera diocesi ambrosiana rappresenterà piuttosto una sorta di road map sul quale cominciare a lavorare nel corso di questo anno pastorale. 

Si tratta di un testo suddiviso in cinque capitoli, che intende fare il punto sulle intuizioni e le prospettive messe in luce dalla partecipata fase di ascolto e di discernimento iniziata il 27 novembre dello scorso anno. 

Sottolinea Mons. Luca Bressan, Vicario Episcopale e Presidente della Commissione sinodale: «L’Arcivescovo, già nel documento di indizione del “Sinodo dalle genti” ci aveva chiesto il coraggio di alzare lo sguardo oltre le nostre emozioni e ansie, di fronte a un presente e a un futuro che si colorano di tratti inediti non soltanto su temi come l’economia e l’immigrazione, ma anche sulla trasmissione della fede cristiana alle nuove generazioni. Questa lunga fase di ascolto condotta in questi mesi ci ha permesso di scoprire che la sfida non è così impari come potrebbe apparire a uno sguardo affrettato. Disponiamo già di energie e di esperienze capaci di indirizzarci in questa direzione: per esempio la presenza di comunità cattoliche straniere e di individui che si affacciano con minor timore sulla scena della nostra vita pastorale, l’esperienza dei fidei donum (non solo preti, ma anche famiglie) che trasformano il nostro quotidiano proprio grazie alla presenza di fratelli e sorelle provenienti da altre culture e nazioni… ».