Italiani nel mondo: la presentazione del presidente Migrantes mons. Di Tora

 

Roma – Pubblichiamo integralmente il testo del presidente della Fondazione Migrantes mons. Di Tora alla presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo

 

Buongiorno e un caro benvenuto in questa giornata di riflessione dedicata alla mobilità italiana, un appuntamento nel mese di ottobre che si ripete da ben tredici anni.

In tredici anni tante cose sono cambiate: in meglio, in peggio, poi di nuovo in meglio e oggi, permettetemi questa riflessione personale non positiva all’inizio del mio intervento, in peggio per quanto riguarda specificatamente il tema della mobilità umana, immigrazione in Italia ed emigrazione dall’Italia.

 

L’argomento specifico della giornata odierna è l’emigrazione italiana, ma al centro dei nostri momenti di incontro, di questo come di altri che abbiamo tenuto – penso ad esempio alla presentazione del Rapporto Immigrazione di Caritas e Migrantes di un mese fa – vi deve essere la mobilità italiana tout court.

 

A poco serve distinguere la direzione di questi flussi, ovvero se coinvolge chi arriva o chi parte, stranieri o italiani. Ciò che appare compromettere ogni cosa è la rappresentatività che si fa della mobilità, non corrispondente assolutamente a ciò che accade, in quanto distorta, fuorviante e fuorviata.

 

Si legge nel Rapporto Italiani nel Mondo 2018 che “in Italia, secondo l’ultimo Rapporto Audiweb, a causa della pigrizia o della fretta, passiamo meno di 1 ora al mese sui siti di informazione. Si tratta di quasi 2 minuti al giorno che significano non arrivare quasi mai alla fine di un articolo e decidere in meno di 6 secondi se il contenuto sia giusto o sbagliato. Sui social media, il tempo addirittura si dimezza a tre secondi per decidere se cliccare o passare oltre e risulta che più del 40% degli utenti commenta un post non per averlo letto, ma sulla base del titolo, della foto che lo correda o dei commenti lasciati da altri utenti”.

 

Viviamo, quindi, il tempo della mal-informazione, si legge, “la quale genera la semplificazione della realtà e la cattiva abitudine di una lettura emotiva, per cui ci si abbandona nel credere senza riserve costruendo una realtà altra spesso più che distante da ciò che è vero e il disagio percepito si trasforma in rabbia sociale e voglia di irrazionale rivalsa”.

 

La mobilità è stata, e tuttora è, il tema più preso di mira dalle distorsioni del dibattito pubblico probabilmente perché diventato capro espiatorio del disagio sociale avvertito da tempo in Italia e che stenta ad essere risolto. Povertà diffusa, deficit demografico, invecchiamento inesorabile, disoccupazione spietata e trasversale nelle classi di età: sono solo alcuni degli elementi che hanno portato gli italiani, oggi, agli atteggiamenti di stanchezza e rancore sempre più noti e ricorrenti nelle pagine di cronaca.

 

La guerra tra poveri sta causando diffuse folle rabbiose, ripetuti episodi di violenza e razzismo, numeri sempre più ampli di cittadini disillusi e stanchi e crescita inesorabile di partenze. È su queste ultime che si concentrano le pagine del volume della Migrantes che presentiamo oggi.

 

Quanti sono gli italiani che stanno lasciando l’Italia oggi, quanti cittadini italiani risiedono all’estero e dove, chi sono gli italiani all’estero in questo momento: sono solo alcune delle domande alle quali si cercherà di dare risposta questa mattina.

 

Per farlo abbiamo illustri relatori che ascolteremo e il caporedattore del Rapporto Migrantes che rappresenta ben 64 autori che quest’anno hanno contribuito dall’estero e dall’Italia.

La migrazione tutta e italiana anche, è un fenomeno complesso in continua e costante trasformazione. Non servono solo le statistiche e gli studi. Occorre che lo studio arrivi sulle scrivanie dei decisori politici e soprattutto occorre che lo studioso affianchi le istituzioni, le indirizzi per giusti e nuovi percorsi di lavoro per e con i migranti.

Ed è per questo che sono particolarmente lieto di vedere in sala diversi rappresentanti delle istituzioni, del mondo delle associazioni, studenti, accademici.

Il passaggio dallo studio all’azione è fondamentale, ma di difficile realizzazione.

Sono ritornato su questo punto anche lo scorso anno, me lo ricordo, ma noto che è ancora difficile istituire ad esempio un tavolo di lavoro tra tecnici del tema e rappresentanti istituzionali, cosa che auspicato da tempo in modo non solo da riconoscere i problemi nella loro complessità, ma soprattutto per tentare una via di risoluzione praticabile.

Un grazie anche a chi è qui oggi; a chi segue costantemente il lavoro della Migrantes accanto ai migranti e ai migranti italiani. In particolare, mi sia consentito, ai rappresentanti delle istituzioni, del mondo sociale, della società civile, ai collaboratori qui presenti, ai direttori diocesani, ai delegati nazionali, i missionari con gli italiani all’estero, alle strutture impegnate nella mobilità degli italiani, ai tanti amici in sala.

Ringrazio i membri della Commissione Scientifica del Rapporto Italiani nel Mondo e tutti gli autori che hanno lavorato all’edizione del 2018. Ringrazio gli autori presenti in sala e chi dall’estero o dalle altre parti di Italia non è potuto venire. Ringrazio i relatori che ci accingiamo ad ascoltare, l’on. Merlo, il dott. Sciacqua, e il dott. Schiavone. Ringrazio Tv2000 che da anni ci accompagna nella nostra opera di sensibilizzazione. Un grazie alla moderatrice della giornata, Francesca Fialdini.

Giunga a tutti voi la mia personale riconoscenza e quella della Chiesa italiana per l’impegno profuso, per il lavoro di servizio prestato e per l’attenzione agli uomini e alle donne migranti.