La fede di Josepha

Roma – Avevano fatto il giro del mondo le immagini di Josepha, una donna di origini camerunensi rimasta, nel mese di luglio scorso, per due giorni in mare tra i resti di un gommone. La donna era stata  salvata dalla nave Open Arms arrivata poi nel porto di Palma di Maiorca.

Ieri un messaggio ai suoi soccorritori, dopo tre mesi: “Buon giorno a tutti. Vi penso sempre, vi faccio gli auguri. Quanto a me… volevo dirvi che questa mattina ho finalmente ricominciato a camminare”.

Sempre ieri ha voluto che il quotidiano “Avvenire” pubblicasse integralmente un suo messaggio. Avvenire, con la foto del testo originale lo pubblica oggi. Eccolo:  “Ero in mare con molte persone dall’Africa. Quando mi hanno abbandonata, loro sono andati via con un’altra barca, ho pensato che ero già morta. Ho cominciato a pregare, invocando la Stella del Mare. Le ho detto: ‘Mamma, tu sei mia madre, sei la Stella del Mare, e qui siamo solo io e te. Fa un miracolo, e vieni qui a trovarmi’. A Gesù ho detto: ‘Padre, tu sei mio padre. Io so che tu sei qui e so che niente è impossibile per te. Non lasciarmi qui. Io non ho paura’. Dunque, ho cominciato a cantare una preghiera. Quando ho finito la canzone, sono caduta nel sonno, fino al momento in cui mi sono ritrovata qui, su questa barca. Qui sono con persone dal cuore grande. Si stanno prendendo cura di me. In tutta la mia vita, prima di adesso, non avevo mai incontrato persone come queste”.

Un documento che trasmette tutto il dramma delle lunghe ore alla deriva, ma comunica soprattutto una forte fede.