Emilia Romagna: incontro uffici regionali sul tema giovani

Imola – “In ascolto dei giovani, di tutti i giovani”. In sintonia con il cammino di preparazione al Sinodo, quattro uffici pastorali della regione Emilia-Romagna hanno promosso una giornata di riflessione e di confronto che ha avuto luogo martedì 15 presso il Seminario di Imola. Caritas, Missio, Migrantes e Pastorale Giovanile della regione hanno voluto questo appuntamento, aperto dal vescovo di Cesena-Sarsina mons. Douglas Regattieri, per sviluppare l’attitudine ad un ascolto fiducioso, ma anche il coraggio di fare proposte e la disponibilità a camminare insieme ai giovani. “Il tutto parte da una fiducia grandissima nei confronti del mondo giovanile – dice don Gian Battista Boffi, già direttore di Missio Lombardia – e dalla consapevolezza che gli adulti e la comunità cristiana sono chiamati a incontrare, riconoscere, valorizzare, ma anche ad affidare all’esperienza dei giovani il cammino del discernimento e della fede”. I lavori della giornata, che ha visto riunite alcune centinaia di operatori pastorali dei vari ambiti da tutta la regione,  hanno avuto un forte taglio esperienziale: ad alcuni giovani è stato chiesto di stimolare la riflessione comune partendo proprio dal racconto del loro percorso di vita. Elisa, veronese, che dopo un percorso di formazione in relazioni internazionali e di servizio nei campi profughi in Serbia, sta svolgendo un anno di servizio civile alla Caritas bolognese, racconta come proprio questa esperienze di servizio sia un modo anche di dedicarsi a se stessa, per la gratuità di un servizio che non si preoccupa di “fare curriculum”. Luca, faentino, dopo aver vissuto con l’Associazione “Papa Giovanni XXIII” l’anno di servizio civile in Russia ha voluto costituire una comunità con altri giovani civilisti e condividere la vita con richiedenti asilo, con una famiglia in necessità e altri bisognosi di dimora. “L’ascolto dei giovani, dice, è fatto anche di atti di fiducia, ma è necessario anche il coraggio di chiedere, di fare proposte”. Filippo, coordinatore di oratorio a Parma, dove ha promosso un progetto con attività educative e di avviamento al lavoro per giovani NEET – cioè fuori da percorsi di formazione e di occupazione – ha rilevato l’importanza della presenza di adulti che aiutino a fare emergere nei giovani il desiderio di coltivare un progetto di vita. Segnata due volte dalla migrazione, prima esterna e poi interna, è la storia di Vincent, di origine brasiliane, giunto bambino in Calabria e da lì trasferitosi a Bologna presso una comunità giovanile che ha sede in parrocchia, dove ha maturato con la sua fede anche la sua progettualità di vita.

Don Marcello Palazzi, direttore regionale di Pastorale Giovanile rileva la bellezza di questo camminare insieme tra istanze pastorali diverse, una vera esperienza di sinodalità, che ci rende capaci di relazioni e ci apre alla missione in questo “nuovo continente”, che è la realtà giovanile.

Per Sauro Bandi, delegato regionale Caritas, “il servizio dei poveri e la vita di carità sono elementi importanti nella relazione giovani-chiesa: anche Caritas avverte come sfida e come emergenza il compito educativo a fianco dei giovani”. Una relazione però da non intendere in modo troppo definito, perché come suggerisce don Mario Zacchini, parroco che a Bologna vive con una comunità giovanile, “giovani e chiesa non sono due soggetti distinti: i giovani sono parte della Chiesa e spesso ne sono anche l’anima”. 

“Il cuore di un giovane – dice mons. Andrea Caniato, della Migrantes regionale – è il primo alleato del Vangelo, qualunque sia la sua storia e la sua origine. La migrazione che è un fenomeno in gran parte giovanile, porta con sé un patrimonio immenso di progettualità, il desiderio di fare famiglia, di generare la vita, ma anche di testimoniare la fede: hanno bisogno di aiuto e di sostegno, ma le nostre comunità e i nostri stessi giovani hanno qui molto da ricevere e da imparare”.

Il convegno è solo l’ultima tappa di una sorta di “carovana solidale”, che ha visto mano a mano allargarsi il numero delle realtà pastorali coinvolte.  Lo ricorda don Mirko Santandrea, direttore regionale Missio: “Un percorso iniziato nel 2016 con il convegno «Cristiani e Musulmani, quale dialogo?»; proseguito nel 2017 con una riflessione sul contributo di sacerdoti e operatori pastorali di origine straniera alla costruzione delle nostre comunità cristiane. Ora la prospettiva del sinodo e la sinergia con la pastorale giovanile ci ha spinti a metterci in ascolto dei giovani, di tutti i giovani, negli orizzonti vasti della missione, della mobilità umana e della carità”.