I migranti nei testi dei giovani per la Via Crucis al Colosseo

Città del vaticano – Nei patimenti di Cristo, i giovani intravedono anche le sofferenze dell’uomo contemporaneo, e Gesù spogliato delle vesti è come “un giovane migrante, corpo distrutto che arriva in una terra troppo spesso crudele, pronta a togliergli la veste, unico suo bene, e a venderla; a lasciarlo così con la sua sola croce, come la tua, con la sua sola pelle martoriata, come la tua, con i suoi soli occhi grandi di dolore, come i tuoi”. Lo scrivono i giovani autori dei testi per la Via Crucis di papa Francesco al Colosseo. Giovani coordinati dal prof. Andrea Monda. “Ma c’è qualcosa che gli uomini spesso dimenticano riguardo alla dignità – aggiunge Greta Giglio, autrice della decima stazione nei testi anticipati dal Vatica News –  essa si trova sotto la tua pelle, è parte di te e sarà sempre con te, e ancor di più in questo momento, in questa nudità”. E toccante è la riflessione finale sull’episodio evangelico di Cristo privato della sua tunica: “Ti vedo e comprendo la grandezza e lo splendore della tua dignità, della dignità di ogni uomo, che nessuno potrà mai cancellare”.