Padova: un progetto e una proposta teatrale “Fratelli IN Italia”

Padova – Otto attori sul palco, quattro giovani italiani e quattro stranieri, per raccontare non solo storie di viaggi, migrazioni, accoglienze, pregiudizi che riguardano l’immigrazione oggi, ma anche per avviare prove di integrazione, a partire dalla realizzazione stessa dello spettacolo. I giovani attori, infatti, sono stati protagonisti di un cammino di fraternità cresciuto prova dopo prova.  

È questo il progetto che sta alla base di “Fratelli IN Italia”, lo spettacolo teatrale su testo di Loredana D’Alesio per la regia di Alberto Riello, che sarà circuitato nel tempo di Quaresima, a partire da lunedì 5 marzo, nelle principali sale di comunità del territorio diocesano: da Padova (lunedì 5 marzo alle 21 al Piccolo Teatro e mercoledì 7 marzo alle 21 all’Esperia) a Gallio (Vi) (sabato 10 marzo alle 20.45 al Cineghel); da Solagna (Vi) (martedì 13 marzo alle 20.45 al teatro Valbrenta) a Campodarsego (Pd) (mercoledì 14 marzo, alle 21 al teatro Aurora); da San Giorgio delle Pertiche (Pd) (giovedì 15 marzo alle 21 al teatro Giardino) a Conselve (martedì 20 marzo alle 20.45 al Marconi); da Piove di Sacco (giovedì 22 marzo alle 21 al cinema Marconi) a Torreglia (sabato 24 marco alle 21 al teatro La Perla).

Lo spettacolo racconta, attraverso oggetti e scenografia volutamente essenziali, sia l’aspetto ordinario delle migrazioni che il dramma del viaggio che molti affrontano. Il tutto condito da riferimenti biblici e appelli alla coscienza individuale e comunitaria.

La proposta teatrale verrà di volta in volta accompagnata dalla mostra “Restiamo umani oltre le paure!” che aiuterà il pubblico a sfatare pregiudizi.

“Fratelli IN Italia” nasce dalla stretta collaborazione tra Ufficio di Pastorale della Missione, Ufficio Migrantes, Ufficio per le Comunicazioni sociali e Servizio Assistenza Sale Sas-Acec della diocesi.

«Nel progettare gli strumenti pastorali per la Quaresima 2018 – spiega don Gaetano Borgo, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale della Missione di Padova che ha prodotto lo spettacolo insieme al Servizio Sas-Acec – stavamo cercando un’opportunità per provocare il territorio diocesano a riflettere sulla presenza degli immigrati, sull’integrazione e sulla fraternità evangelica. Insieme al Servizio assistenza sale della diocesi di Padova è nata l’idea di dar vita a uno spettacolo originale che non mettesse in scena solo il dramma degli sbarchi ma che raccontasse anche il cammino di fraternità concreta che molti stanno già compiendo fianco a fianco a persone straniere che non sempre si sentono accolte e integrate».

La diocesi di Padova conta oltre un milione di abitanti sparsi su cinque province e la presenza dei migranti è di circa centomila persone di cui solo 1800 sono richiedenti asilo e più della metà del totale sono di religione cristiana.

“Operiamo quotidianamente in favore di tutti i migranti – rilancia don Elia Ferro delegato Migrantes della diocesi patacina che ha contribuito alla progettazione dello spettacolo – ma siamo un po’ soffocati dalle logiche dell’emergenza e dell’assistenza che rischiano di non farci cogliere la ricchezza della condivisione di culture e religioni diverse”.

“Vogliamo portare in scena un’azione teatrale che metta in campo le ricchezze di ciascuno – spiega Riello – perché sia chiaro che l’arricchimento è reciproco, che l’osmosi è costante. Così Ibrahima, che faceva il dj in Guinea, narrerà la sua vicenda di personaggio noto con un viaggio drammatico alle spalle; Ramona suonerà il violino che ha imparato a suonare in Romania e Luca porterà la sua capacità espressiva di giovane interprete italiano sullo stesso palco”.

Il Servizio Assistenza Sale della Diocesi di Padova, collegato all’Ufficio Comunicazioni sociali, segue la programmazione di una ventina di sale di cui tre quarti all’interno del territorio diocesano. “La distribuzione dello spettacolo in ben nove sale presenti in diocesi – chiarisce Christian Mosele, responsabile del Sas-Acec patavino – ci consentirà di distribuire la riflessione indotta da ‘Fratelli IN Italia’ in modo capillare sul territorio, spingendo anche le varie zone pastorali a prendere contatto con i gestori e i volontari delle sale stesse e a considerarle come strumenti di pastorale. Un progetto così integrato con la proposta diocesana di Quaresima ci consente anche di mettere in evidenza la preziosità delle Sale come presidi culturali e luoghi di pastorale all’interno di una diocesi così vasta”.

 

L’Ufficio Comunicazioni sociali della Diocesi di Padova è costantemente impegnato nel connettere l’operato delle sale della comunità con la pastorale diocesana, dagli spettacoli biblici per ragazzi alle proposte cinematografiche per i tempi liturgici forti. Lo spettacolo sarà accompagnato da una mostra itinerante “Restiamo umani oltre le paure”, che, grazie a numeri e grafici esplicativi, aiuterà gli spettatori a comprendere alcuni dati essenziali sull’entità e la realtà del fenomeno migratorio in diocesi. “Abbiamo chiesto ad alcuni giovani per ciascuna sala dove verrà proposto lo spettacolo – aggiunge Agostino Rigon, coordinatore della produzione di strumenti pastorali per la Quaresima per la Diocesi di Padova – di illustrare i dati contenuti in ciascun pannello della mostra ma anche di essere presenti al termine della rappresentazione per guidare un momento di confronto con gli attori. Per aiutarli a condurre gli scambi su un argomento così delicato abbiamo scelto di seguire i consigli del metodo innovativo della proposta #neldialogo (www.neldialogo.it), un’idea di Catholic Voices Italia per imparare a relazionarsi con persone che la pensano diversamente senza aggredire e senza alzare la voce». «Vorremmo “re incorniciare” la questione come ci insegna #neldialogo – riprende don Gaetano Borgo – per evitare che si instauri nell’immaginario delle persone l’equivalenza immigrato=richiedente asilo ospite di un centro di raccolta. Immigrate sono anche le persone che lavorano fianco a fianco con noi, quelle che si occupano dei nostri cari, religiosi religiose che seguono la cura pastorale in Diocesi. Per questo abbiamo scelto tra gli attori il musicista che tutti i giorni suona la fisarmonica sotto le finestre della Curia di Padova, per sottolineare come la nostra quotidianità sia abitata anche da presenze familiari e sensibili che alimentano la nostra sete di fraternità e di bellezza».