Firenze – La cittadinanza è il punto di arrivo di un percorso che va compiuto “gradualmente”. E che ha come presupposto “un’opera di accoglienza, integrazione, accompagnamento”. Il card. Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI, sgombera il campo dalle questioni nominalistiche e sottolinea di non voler parlare di ius soli o ius culturale. Invece, dice ai giornalisti che a Firenze gli chiedono un commento sul provvedimento in discussione al Senato, a lui piace di più la parola “cittadinanza”.
Questa “non è qualcosa di meccanico, matematico” per cui “uno arriva e può subito averla”. È piuttosto “qualcosa che è frutto di un inserimento, di un ethos, nel quale per avere il diritto di cittadinanza si deve aver assorbito i valori della nazione”, ribadisce. A margine dell’incontro per il ventennale della Facoltà teologica dell’Italia centrale, il presidente dei vescovi italiani osserva, dunque, che “non basta la nascita”. E, senza entrare nei dettagli delle proposte parlamentari in materia, parla della cittadinanza come di “qualcosa che ci si conquista con un inserimento progressivo nel tipo di civiltà, di nazione, in cui siamo”. Un processo di integrazione fatto “gradualmente”, conclude, “mi sembra più rispettoso per tutti”.