Roma – Nell’anno scolastico 2015/2016, gli alunni con cittadinanza non italiana nelle scuole italiane sono 814.851, il 9,2% del totale degli alunni. Rispetto al 2013/2014, vi è stato un aumento di 664 unità (+0,1%). Gli alunni con cittadinanza non italiana nati in Italia sono il 58,7% del totale degli alunni stranieri (erano il 34,7% nell’anno scolastico 2007/2008). Il dato è contenuto nel Rapporto Immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes presentato oggi a Roma.
L’incidenza degli alunni stranieri sul totale della popolazione scolastica varia in modo molto significativo a seconda delle ripartizioni territoriali italiane. Le maggiori incidenze si riscontrano, nelle regioni del Nord con il valore massimo in Emilia Romagna (15,6%) significativamente più alto della media nazionale (9,2%), seguita da Lombardia (14,5%) e Umbria (13,8%). L’unica eccezione è costituita dalla Val d’Aosta che presenta un’incidenza inferiore alla media italiana (7,6%). Nelle regioni del Centro-Nord, invece, il valore non scende al di sotto del 10%, con la sola eccezione del Lazio (9,3%). Decisamente inferiori i dati relativi alle regioni del Sud.
Nell’anno scolastico 2015/2016, confermando il dato dell’anno scolastico precedente, la scuola primaria accoglie la maggiore quota di alunni stranieri: 297.285 che corrisponde al 36,5% del totale degli alunni con cittadinanza non italiana. Secondo i dati forniti dall’Anagrafe nazionale degli studenti del MIUR, nell’anno accademico 2014/15, su un totale di immatricolazioni pari a 270.173 studenti, risultano iscritti, nelle università italiane, 257.100 studenti di nazionalità italiana (il 95,2%), 9.891 studenti non-UE (il 3,7%) e 3.165 studenti UE (l’1,2%). Si tratta quindi complessivamente di 13.156 studenti di cittadinanza non italiana. Fra gli studenti non-UE, 5.063 (il 51%) hanno conseguito la maturità in Italia, segnando quindi un sorpasso rispetto agli studenti stranieri in possesso di un titolo di studio ottenuto all’estero. Come per gli studenti italiani, anche per gli stranieri, la componente femminile nelle immatricolazioni all’università supera quella maschile: fra i 5.640 studenti stranieri UE e non-UE diplomati nel 2014, le femmine iscritte al primo anno sono il 62%. Gli stranieri diplomati in Italia, sia UE sia non UE, pro vengono soprattutto, come gli italiani, dai licei, tuttavia in percentuale minore (il 42,9% e il 34,2% rispetto al 73,8% degli italiani), proprio perché fra gli stranieri è alta anche la percentuale di provenienza dalla maturità tecnica (rispettivamente il 29,6% e il 32,7%) e professionale (rispettivamente il 6,4% e il 13,4%, dove invece gli italiani registrano solo un 4%). Nella scelta della facoltà, gli stranieri diplomati in Italia tendono a privilegiare soprattutto economia, ingegneria, le aree linguistica e politico-sociale. Nell’anno accademico 2015/16, su un totale di immatricolazioni pari a 271.000 studenti, gli immatricolati sono per il 5% di nazionalità non italiana e sono soprattutto rumeni (14,7%), albanesi (12,6%), cinesi (9,2%).
Negli ultimi anni, varie università in Italia hanno sviluppato misure di accoglienza e di sostegno per gli studenti stranieri, tuttavia sarebbe opportuna una maggiore attenzione a quella parte di studenti stranieri che hanno conseguito il diploma nel nostro Paese e sovente vi sono nati: per loro, diventa importante sia un’azione di supporto alla scelta universitaria, sia un monitoraggio degli sbocchi professionali.