Lamezia Terme – Integrazione e accoglienza, solidarietà e amicizia. Nella Settimana Santa in Calabria sono state scritte due storie che raccontano come muri e barriere possano essere abbattuti in poco tempo e con ancora meno fatica, se si vuole. A Lamezia Terme nella notte di Pasqua, un migrante del Bangladesh ha ricevuto Battesimo e Cresima in cattedrale dalle mani del vescovo. Il nome d’origine è Patwary ma l’ha cambiato, in seguito alla conversione, in Giovanni.
Arrivato in Italia cinque anni fa, a Lamezia Patwary ha conosciuto e cominciato a frequentare la missione Belem grazie alla comunità presente in diocesi, condividendone l’ideale di vita evangelica
caratterizzato dalla preghiera, dalla vita comunitaria, dal servizio ai poveri. Giorno dopo giorno ha intrapreso un cammino di maturazione personale e riflessione spirituale che lo ha portato a condividere la fede cattolica, tanto da chiedere d’essere battezzato e cresimato nel corso della solenne celebrazione eucaristica pasquale.
«In questa notte, la parola del Risorto al Padre è diventata anche una parola che il Signore rivolge a noi: “Sono risorto e ora sono sempre con te”, dice a ciascuno di noi. La mia mano ti sorregge. Ovunque tu possa cadere, cadrai nelle mie mani. Sono presente perfino alla porta della morte. Dove nessuno può più accompagnarti e dove tu non puoi portare niente, là ti aspetto io e trasformo per te le tenebre in luce», ha sottolineato il vescovo Luigi Antonio Cantafora, che, rivolgendosi al catecumeno, gli ha ricordato che «da questo momento la tua vita appartiene a Cristo, non più a te stesso». Il vescovo ha salutato con gioia l’abbraccio della Chiesa lametina al «nuovo figlio che ha voluto abbracciare la fede cristiana, chiamato ad essere protagonista della vita religiosa e testimone coerente della fede in Gesù».
A Santa Caterina dello Jonio, nel Catanzarese, anche gli immigrati del centro Sprar hanno partecipato attivamente ai riti della Settimana Santa che pure qui sono molto sentiti. Alcuni hanno anche indossato gli abiti della confraternita impegnata nella cerimonia. Stessa cosa è avvenuta a Badolato, poco lontano, dove è attivo il Centro italiano per rifugiati e dove i giovani migranti hanno messo sulle spalle le caratteristiche mantelline delle confraternite partecipando alla “Cunfrunta”, di cui sono protagoniste le statue di Cristo e della Madonna. (D. Marino – Avvenire)