Tajani: “Il Papa richiama l’UE ad aiutare gli ultimi e i poveri, ad accogliere i profughi”

Roma – “Papa Francesco ha fatto un bellissimo discorso, nel novembre 2014, al Parlamento europeo a Strasburgo. E poi ancora lo scorso maggio, in Vaticano, ricevendo il Premio Carlo Magno. Nei suoi interventi traspare la costante ricerca di un profilo europeo rinnovato pur nella fedeltà alle nostre radici; Bergoglio parla di Europa accostandole sempre il termine ‘speranza’. Il Papa richiama poi l’UE a non lasciare indietro nessuno, ad aiutare gli ultimi e i poveri, ad accogliere i profughi, a sostenere la famiglia, a rispondere alle attese dei giovani. Sono richiami essenziali per la politica di questo nostro tempo”. Così Antonio Tajani, presidente del Parlamento europeo, intervistato dal Sir in occasione delle celebrazioni per i 60 anni dei Trattati Cee-Euratom, riflette sulle sfide attuali, sui nazionalismi, sul rapporto tra cittadini e Unione, sui giovani. “Ritengo che sia essenziale comprendere quanti risultati si sono raggiunti in questi sessant’anni. L’Europa comunitaria ha contribuito a costruire una pace duratura, ad assicurare democrazia e libertà, rispetto dei diritti, benessere materiale. Si tratta di un patrimonio prezioso, che non va mai dato per scontato. Le celebrazioni di questi giorni possono aiutarci a comprendere il valore dell’unità, del procedere assieme”. “I nazionalismi parlano il linguaggio delle paure, delle chiusure e fanno sorgere i muri – psicologici o materiali – che vediamo riapparire in diversi Paesi. Sappiamo che i nazionalismi”, afferma il presidente dell’Euro-assemblea, “non hanno mai portato nulla di buono”. “Noi invece dobbiamo camminare insieme, pur senza rinunciare alle nostre identità e specificità. Del resto siamo chiamati a confrontarci con giganti del calibro di Stati Uniti, Cina, Russia: se, come Paesi europei, non siamo uniti finiamo per essere marginali e travolti”. L’UE può essere un valore aggiunto per i cittadini, creando quei risultati concreti attesi per economia, migrazioni, sicurezza. “Credo sia inoltre necessario continuare a coltivare il ‘sogno’ europeo, specialmente per i nostri giovani”.