Mons. Napolioni: la gratitudine per la nomina di Mons. Perego ad Arcivescovo di Ferrara

Cremona – “A Papa Francesco diciamo il nostro grazie, per questo sguardo di attenzione ad un figlio della Chiesa di Cremona, che ci ha aiutato e ci aiuterà ancora, anche da Ferrara, a non abbassare l’orizzonte della speranza, mentre andiamo incontro alle sfide del presente e del domani. Ora collaboreremo nella CEI e in una ulteriore fraternità tra Chiese, già fecondate dallo scambio di Pastori”. A dirlo questa mattina il vescovo di Cremona, Mons. Antonio Napolioni, dando nell’episcopio cremonese, l’annuncio della nomina di Mons. Gian Carlo Perego ad Arcivescovo di Ferrara-Comacchio. “Non si tratta di uno ‘scatto di carriera’, pur riconoscendo lo spirito di fede e di carità, le capacità umane e le competenze acquisite da don Gian Carlo nei molteplici servizi svolti in quasi 33 anni di sacerdozio”, ha aggiunto il presule: “si tratta di un evento dello Spirito, che avrà compimento sacramentale nel Rito di ordinazione, e sviluppo esistenziale nella gioia e nella fatica di ogni giorno. Il Signore ha preparato don Gian Carlo al compito apostolico e pastorale – che non si finisce mai di scoprire con stupore ed umiltà – attraverso l’educazione umana e cristiana ricevuta ad Agnadello, in famiglia e in parrocchia; attraverso il percorso vocazionale e di studio che gli ha fatto incontrare validi maestri a Cremona e a Roma, dove si è laureato in teologia nel 1996; nelle esperienze di vicario parrocchiale al Cambonino, nella segreteria dei vescovi Assi e Nicolini, quale insegnante e assistente di importanti aggregazioni ecclesiali. Fino alla più decisiva immersione nel mondo delle povertà, come Direttore della Caritas Cremonese, vicedirettore della Caritas italiana e dal 2009 ad oggi come Direttore della Fondazione Migrantes. Questo delle migrazioni – ha aggiunto il presule cremonese –  è il tema, anzi il dramma, cui in questi anni il nome di don Perego è stato associato dai media, e più ancora da quanti attualizzano ogni giorno il ‘vangelo dell’accoglienza’ sulle tante frontiere, non solo geografiche, del nostro Paese. Don Gian Carlo è sempre intervenuto con coraggio e misura, senso ecclesiale e realismo, correndo da una parte all’altra dell’Italia, come portavoce delle esigenze di giustizia e carità, cui Papa Francesco ci educa con passione instancabile”. (R.Iaria)