Milano – Il 2016 appena concluso ha segnato per il nostro Paese un nuovo record: in base ai dati del Ministero dell’Interno il numero di richiedenti asilo e protezione internazionale ha raggiunto la cifra più alta mai registrata in un ventennio, oltre 123mila (10mila ogni mese, il 47% in più rispetto all’anno precedente). Se si considera il triennio 2014-2016 che ha avviato una nuova fase di flussi migratori verso l’Europa, l’Italia – si legge oggi in una nota dell’Ismu – ha accolto sulle proprie coste in tre anni oltre 500mila migranti, più di quanti ne sono arrivati nei 17 anni precedenti di sbarchi. Parallelamente crescono in modo significativo i migranti che fanno richiesta di asilo politico e protezione internazionale nel nostro Paese, oltre 270mila nel triennio considerato; tra questi tuttavia va ricordato che vi sono anche persone che hanno raggiunto l’Italia su altre rotte terrestri o aeree – si pensi per esempio agli oltre 2.200 ucraini che hanno chiesto asilo politico nel 2016.
Si può affermare che la richiesta di asilo sia oggi – scrive l’Ismu – la principale modalità di ingresso nel nostro Paese, come emerge anche dai dati relativi agli ingressi regolari elaborati da Istat sui nuovi permessi di soggiorno rilasciati ogni anno che evidenziano come nei primi 10 mesi del 2016 gli ingressi per motivi di asilo/protezione umanitaria abbiano persino superato quelli per ragioni familiari e massicciamente distanziato quelli per lavoro.
I 123mila richiedenti asilo del 2016 sono stati in larga maggioranza uomini (85%), anche se la componente femminile ha registrato un incremento nell’ultimo triennio (costituivano il 7,5% dei richiedenti nel 2014, erano il 12% nel 2015 e rappresentano il 15% nel 2016); sono stati oltre 11.400 i minorenni che hanno richiesto l’asilo nel 2016 (sia al seguito di genitori che non accompagnati).
Nel 2016 si conferma il primato della Nigeria come primo Paese di nazionalità dei richiedenti asilo, pari a 27mila, un quinto del totale e in continua crescita (+48% rispetto al 2015). Seguono Pakistan (11% del totale), Gambia (7,2%) e Senegal (6,2%).
Relativamente agli esiti delle domande esaminate, i dati disponibili evidenziano un aspetto importante: a fronte di un aumento di richieste di asilo e protezione internazionale diminuisce la proporzione di coloro che si vedono riconosciuta una qualche forma di protezione (status rifugiato, sussidiaria o umanitaria). Nel corso del 2016 gli esiti negativi hanno riguardato i due terzi delle richieste, cioè oltre 55mila persone che secondo le Commissioni Territoriali non avevano i requisiti per la protezione. I dinieghi – sottolinea l’Ismu – sono aumentati in particolare dal 2015, diventando la maggioranza degli esiti; negli anni precedenti invece tale percentuale era intorno al 30-40%. Tra gli esiti positivi prevale nel nostro Paese la concessione di protezione umanitaria (oltre 18mila nel 2016, pari a un quinto del totale), mentre è molto bassa la quota di coloro a cui viene riconosciuto lo status di rifugiato, il 5,5% del totale nel 2016 e il 5% nel 2015, in diminuzione rispetto agli anni 2013-2014.