Reggio Calabria – A Reggio Calabria in questi anni sono arrivate circa 58.000 migranti di cui il 10% minori non accompagnati. “Si è ragionato e si continua a ragionare, cercando di sopperire all’ ‘emergenza ‘dell’emergenza’ con soluzioni temporanee e spesso poco opportune facendo spesso pressione sulle realtà diocesane”, si legge in un documento anticipato dal settimanale diocesano “L’Avvenire di Calabria: un’attività di “supporto” agli organi preposti, partita nel 2013, con il Coordinamento Diocesano sbarchi attraverso l’azione di 60 volontari. Una fase che “non si è esaurita ‘solo’ alla primissima attenzione, grazie alla messa a disposizione di conventi di religiosi e religiose e di locali di varie parrocchie. “Quando ci è stata chiesta un’accoglienza sistematica e professionale è stata costituita un’Associazione Temporanea di Scopo che ha coinvolto più realtà ecclesiali. Ciò ha permesso di accogliere 50 minori non accompagnati, ospitandoli in 4 piccoli gruppi. Questa attività – spiega la nota – è nata attraverso un’ordinanza straordinaria del sindaco di Reggio Calabria a cui doveva seguire una convenzione”. Che però, ad oggi, non è ancora arrivata: “Non è possibile rimanere a lungo stretti tra i ritardi burocratici che, inevitabilmente trasformano l’emergenza in terra di nessuno”. Il documento evidenzia che “Non possiamo sostituirci alle istituzioni, né può essere delegata alla Chiesa la responsabilità che compete agli enti pubblici per mandato costituzionale”. Da qui l’urgenza do costituire a livello dei comuni – conclude il documento – “un coordinamento unitario per tutto ciò che si riferisce all’accoglienza. Come Chiesa desideriamo solo dare risposta ai bisogni degli ultimi”.