Roma – Circa 5.800 migranti sono sbarcati al Pireo, provenienti dalle isole greche nel Mar Egeo. Il traghetto “Ariadna” è arrivato nel porto di Atene con 1.300 persone a bordo, seguito dall’ “Eleftheros Venizelos” con altri 2.500 migranti. Le due navi erano partite dal Mitilene, sull’isola di Lesbos. Oggi è atteso anche un terzo traghetto, il “Terra Jet”, con circa 2.000 persone a bordo.
Numeri costanti che non accennano a diminuire. Dall’inizio della crisi dei rifugiati, più di quattro mesi fa, circa 200 mila persone hanno attraversato la Serbia al fine di raggiungere l’Europa occidentale. Lo ha affermato il direttore del centro di asilo serbo, Rados Djurovic, alla televisione di stato, aggiungendo che attualmente arrivano circa 1.000 migranti al giorno provenienti dalla Grecia e dalla Macedonia, che poi proseguono il loro viaggio attraverso la Croazia e l’Ungheria verso l’Austria. E dopo che Budapest ha chiuso le frontiere, con una recinzione lunga 175 chilometri, ha informato il Ministero degli Interni di Zagabria, circa 77 mila rifugiati hanno continuato il viaggio verso la Germania e altri paesi passando per la Croazia. Solo domenica sono stati circa 5 mila. Anche gli Stati Uniti, il giorno dopo l’arrivederci di Papa Francesco, hanno annunciato di voler incrementare gli sforzi in favore dei profughi siriani. Gli Usa aumentano il numero di persone che potranno essere accolte nei prossimi due anni, indicando la cifra di 100 mila persone. Lo ha annunciato il Presidente Barack Obama in un tweet, sottolineando che “abbiamo offerto più di 5,4 miliardi di dollari in aiuti umanitari per aiutare a centrare i bisogni di coloro che sono stati colpiti dal conflitto in Siria”. Dal canto suo il governo della Germania intende accantonare 5 miliardi di euro provenienti da entrate extra del 2015, per contribuire a coprire i costi di gestione della crisi dei migranti nel 2016 senza incidere sul bilancio previsto per l’anno prossimo. È quanto riporta una bozza di bilancio supplementare di cui l’agenzia Reuters ha ottenuto una copia, in cui il governo afferma di volere inserire in un fondo speciale le entrate provenienti dalle tasse e dalle aste sulle frequenze di telefonia mobile. (N.S)