Città del Vaticano – Occorre urgentemente una riforma dell’immigrazione con “un quadro giuridico che aiuti a tenere unite le famiglie”. Ad affermarlo è monsignor Silvano Maria Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni unite e le altre organizzazioni internazionali di Ginevra, intervenuto all’edizione 2014 del Dialogo internazionale sulle migrazioni “Migrazioni e famiglie”, promosso l’8 ottobre dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM). Nel suo discorso, diffuso dalla sala stampa vaticana, il diplomatico osserva che “la famiglia migrante è una componente critica del crescente fenomeno delle migrazioni nel nostro mondo globalizzato”. Occorre, sostiene, “dare priorità alla famiglia rendendo così le migrazioni un’esperienza più positiva per tutti”. “Mentre i migranti sono una presenza positiva nella società che li accoglie – fa notare mons. Tomasi – essi corrono il rischio” che i loro figli e i loro familiari restino “a casa deprivati del loro affetto”. Il denaro delle rimesse “è importante per migliorare la salute e l’istruzione per i membri della famiglia lasciati alle spalle” ma non colma i bisogni di affetto e presenza. Un “vuoto umano” che spesso causa diminuzione della frequenza scolastica dei bambini, matrimoni precoci di ragazze adolescenti, elevato rischio di abuso di droghe. Per mons. Tomasi, “i figli, così come le persone anziane e i coniugi abbandonati, devono diventare una priorità assoluta in ogni politica e dibattito in materia di immigrazione”. Le politiche e i programmi di sviluppo “dovrebbero mirare a massimizzare i benefici delle rimesse, limitando gli effetti negativi delle migrazioni e sottolineando la priorità dei legami familiari nella gestione dell’immigrazione”. Gli aspetti sociali ed economici, avverte il presule, non sono distinti ma strettamente interconnessi. Per questo, nella progettazione dell’Agenda per lo sviluppo post-2015 “la migrazione deve avere un posto adeguato, non solo perché funzionale allo sviluppo e alla demografia, ma come importante impegno per i diritti umani volto a salvaguardare la dignità di ogni persona umana e la centralità della famiglia”. Genitori impossibilitati a educare i figli, minori migranti non accompagnati “esposti a illegalità e disperazione”, genitori anziani lasciati privi di cure. Per mons. Tomasi servono “permessi occasionali, tariffe di viaggio agevolate, commissioni più basse nei trasferimenti delle rimesse, accelerazione delle procedure per ottenere il visto per il coniuge o i familiari più stretti, che oggi in alcuni Paesi richiedono diversi anni”.