Roma – Mentre nel Canale di Sicilia si continua a morire, a Milano il ministro dell’Interno Angelino Alfano annuncia che l’Europa sarà più vicina all’Italia nell’emergenza profughi.
«Mare Nostrum è un’operazione a tempo, ci sarà il subentro di Frontex e un impegno dell’Unione europea per evitare le tragedie in mare e nuove morti», ha detto Alfano al termine dell’Incontro informale dei ministri europei che si è svolto ieri a Milano. L’Italia non resterà sola di fronte all’emergenza, ha assicurato anche il commissario Ue, Cecilia Malmström, subito dopo il vertice. Il Mediterraneo non è solo una frontiera italiana ma di tutti i 28 Paesi membri dell’unione che ieri si sono riuniti intorno a un tavolo per affrontare, fra gli altri temi in agenda, anche quello sull’immigrazione e l’accoglienza dei migranti nel corso del primo vertice milanese del semestre italiano. Anche se non sono stati diffusi dati certi sulla futura task force europea, il commissario Malmström ha confermato l’impegno. «I Paesi possono contribuire e condividere le responsabilità – ha detto – ora dobbiamo definire come intervenire: gli elicotteri, le persone e i finanziamenti necessari. Una volta che sapremo in modo più preciso cosa serve, dobbiamo andare dagli Stati membri ». «Non abbiamo i mezzi per sostituirci all’operazione Mare Nostrum – ha però aggiunto in parte frenando – a meno che tutti gli Stati membri non contribuiscano».
Intanto un’altra tragedia si è consumata nelle acque del Mediterraneo. Dodici immigrati sono morti nell’ennesimo naufragio avvenuto al largo delle coste libiche, probabilmente domenica sera: lo ha reso noto l’alto commissariato per i rifugiati. Tra loro anche una donna siriana e i suoi due figli di tre e sei anni. In tutto si contano tre siriani, tre eritrei e altri sei africani di nazionalità ancora da definire. Si pensa che l’imbarcazione, che aveva una capienza di circa 200 persone ma ne trasportasse molte di più, si sia capovolta. La guardia costiera libica è alla ricerca di probabili dispersi.
Anche l’esodo non si ferma. Mentre a Taranto si aspetta una nave in arrivo con a bordo più di 1.300 persone, nella notte a Palermo era tutto pronto per l’accoglienza di altri 350 migranti sbarcati da due navi. L’arrivo preannunciato aveva infatti allertato già nel pomeriggio di ieri l’azienda sanitaria locale, la Caritas, la prefettura e le forze dell’ordine per stabilire in quali centri destinare i migranti. Ma non sono solo la Puglia e la Sicilia in ginocchio e allo stremo dell’accoglienza: ci sono poi tutte le regioni del Nord, dal Veneto al Piemonte e poi anche Milano. Qui non si contano più gli arrivi alla stazione Centrale. Le regioni e i Comuni in prima linea chiedono di non essere lasciati soli. E ieri Alfano ha giocato la sua partita più importante sul tavolo della Ue. La Malmström ha invitato tutti i Paesi a fare di più anche sul fronte della solidarietà. Al momento ci sono Paesi a Sud, come l’Italia, che devono affrontare gli arrivi, altri ha spiegato, dove la maggior parte dei rifugiati si trasferisce (soprattutto Germania, Francia e Svezia) nel mezzo «ci sono molti che possono fare di più». «Non c’è una soluzione facile – ha infine ammesso Malmström – perché nessuno stato vuole una quota obbligatoria, ma dobbiamo sederci e discutere di azioni concrete». (Daniela Fassini)