Roma – Il circo ha “un futuro assicurato, ma ancora una volta sarà necessario rimboccarsi le maniche e puntare al meglio”. Ne è convinto il presidente dell’Ente Nazionale Circhi, Antonio Buccioni, intervenuto, ieri pomeriggio, al Coordinamento Nazionale dello Spettacolo Viaggiante della Fondazione Migrantes. Per Buccioni il circo italiano “gode della simpatia, e direi dell’amore, di un pubblico vastissimo, della stragrande maggioranza delle famiglie, di un popolo insomma”. Il presidente dell’Ente Circhi sottolinea, però, molti motivi di pessimismo che “rischiano di avere il sopravvento”: “se i circhi potessero lavorare in condizioni dignitose, in spazi pubblici all’interno dei centri urbani e non buttati in qualche campo sterrato a 10 chilometri dal centro; se avessero gli spazi che avevano in passato per affiggere i loro manifesti, non avrebbero nulla da temere perché da sempre, e anche oggi, i circhi vivono di un affezionato pubblico pagante”. Buccioni ha evidenziato “la mancanza delle condizioni di base per poter esercitare questa antica arte, e mi riferisco all’assenza delle aree pubbliche nelle quali i circhi possano montare i loro tendoni e dar vita al più grande spettacolo del mondo”. E ancora la burocrazia, cioè “il vero cancro che sta pesando come un macigno non solo sul circo, ma che sta uccidendo migliaia e migliaia di aziende in Italia, che rallenta e intralcia, e nonostante si senta parlare molto di semplificazione, ancora non si vede nessun cambiamento significativo; per finire con i costi gestionali (carburante, assicurazioni, tasse, energia elettrica, affissioni e pubblicità, ecc,)”. Il presidente dell’Enc ha poi richiamato la “vicinanza” della Chiesa Cattolica che “ci ha dimostrato attenzioni e affetto in modo inequivocabile”.