Roma – La disoccupazione giovanile e la precarietà lavorativa, ma anche l’insicurezza e la paura di perdere il posto di lavoro di un milione di giovani hanno rimesso in movimento i giovani italiani, alla ricerca di un lavoro fuori dai confini italiani. Come già sottolineava il Rapporto Italiani nel mondo 2013 della Fondazione Migrantes , il Rapporto Istat presentato ieri ricorda come nel 2012 hanno lasciato l’Italia 26 .000 giovani tra i 15 e i 34 anni e negli ultimi 5 anni quasi 100.000 giovani hanno lasciato l’Italia. Il saldo tra partenze e rientri è negativo per 18.000 unità, di cui 4.000 laureati, 7.000 diplomati e 8.000 con licenza media: dimostrazione che non sono in fuga solo i cervelli. I Paesi di destinazione delle persone laureate – secondo l’Istat – sono soprattutto la Germania, il Regno Unito, la Svizzera, gli Stati Uniti e il Brasile. Un dato significativo, anche se sottostimato, dato che la maggioranza dei giovani non formalizza il proprio trasferimento all’estero, almeno fino a quando esiste una situazione stabile: ne è prova la notizia di questi giorni di 65.000 italiani disoccupati in Germania e a rischio di dover rientrare in Italia. Così pure non è considerata la partenza dall’Italia verso altri Paesi europei e non di giovani immigrati: “Si tratta di una doppia emigrazione – spiega Mons. Gian Carlo Perego, direttore generale Migrantes – degli italiani e degli stranieri nati in Italia verso altri Paesi. Una situazione che ci viene continuamente segnalata soprattutto dalle Missioni Cattoliche Italiane in Europa, che vedono ogni giorno bussare alla loro porta giovani e famiglie italiane alla ricerca di una casa e di un lavoro”.