15 maggio 2014: la città e le famiglie migranti

Roma – La celebrazione della Giornata internazionale della famiglie, che si celebra domani, 15 giugno, quest’anno, per l’Italia e l’Europa, s’accompagna con due avvenimenti che segnano il dibattito e la vita sociale e politica: la nuova stagione di sbarchi in Sicilia, con l’arrivo di numerose famiglie soprattutto dal Corno d’Africa e dal Medio Oriente e le elezioni europee. E’ indubbio che l’Italia di oggi vede un immigrazione che cresce solo con le nuove nascite da genitori immigrati (80.000 nel 2012) e con i  ricongiungimenti familiari (passati da 10.000 nel 1992 a 65.000 nel 2012 fino a raggiungere gli 80.000 nel 2012). La crisi ha fermato soprattutto in Spagna e in Italia l’immigrazione, anche se ha posto questi due Paesi di fronte a un Mediterraneo che è la strada, la via d’accesso all’Europa per molti migranti in fuga da guerre e dittature, spesso famiglie con bambini. La famiglia in Italia,  ha rilevato anche la Settimana Sociale dei cattolici italiani a Torino, vede camminare accanto alle famiglie composte da cittadini italiani altre famiglie “diverse” (ormai oltre 2 milioni): famiglie immigrate, famiglie di richiedenti asilo e rifugiate, famiglie internazionali, dove i due o più componenti vivono distanti, famiglie amputate da un genitore o da figli, anche minori, che si sono messi in viaggio, famiglie miste, famiglie di apolidi e famiglie di minoranze non riconosciute, come i rom. La diversità familiare sul piano non solo della provenienza, ma anche dell’esperienza culturale e religiosa, indica uno dei cambiamenti e delle provocazioni più importanti che caratterizzano il contesto familiare odierno da custodire, valorizzare culturalmente e sostenere politicamente nella vita e nella storia delle nostre città e, in esse, della Chiesa.
Un pensiero particolare in questa Giornata internazionale della famiglia va ai senza famiglia: alle madri e ai padri che vivono in Italia e hanno la famiglia lontana, anche da diversi anni; alle famiglie rom che si vedono ‘amputate’ , perché con troppa facilità le vengono tolti i figli; alle famiglie della gente dello spettacolo viaggiante, continuamente in viaggio, spesso non accolte dalle comunità; alle centinaia di minori senza famiglia che stanno giungendo sulle coste della Sicilia, a Pozzallo, Augusta, Siracusa, dove famiglie e comunità stanno regalando all’Italia e all’Europa nuove storie di solidarietà, gratuità e accoglienza, ma anche custodiscono la rabbia di una città, un Paese che non è stato ancora capace di una programmazione e di un accompagnamento dei flussi migratori. E’ una Giornata di festa e di preoccupazione per tante famiglie migranti, quella di quest’anno. Una Giornata che, però, ci ricorda la grande risorsa delle famiglie nelle migrazioni.