Lodi – Il Comune di Lodi organizza una cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria a ragazze e ragazzi di origine straniera nati in Italia e residenti in città. La cerimonia si terrà a Lodi il 13 aprile alle ore 15,00 presso l’Auditorium Banca Popolare di Lodi.
Si è trattato di un percorso lungo e partecipato a seguito dell’approvazione di un ordine del giorno discusso e approvato in consiglio comunale l’estate scorsa, con il quale si impegnava la giunta comunale verso questo obiettivo.
“Sono felice che la città di Lodi – scrive in un messaggio il direttore generale della Migrantes – compia un gesto simbolico importante, quale è quello di dare la cittadinanza onoraria a numerosi ragazzi e ragazze nati in città e figli di genitori immigrati. Talora l’estraneità dalla città porta a non considerare importante un luogo diffuso di responsabilità da far crescere, quale è la cittadinanza e il suo esercizio. Si assiste così da una parte alla caduta di partecipazione a diversi livelli: decreti delegati scolastici, associazionismo, sindacato, partiti; dall’altra al tentativo di rendere esclusiva e non inclusiva la cittadinanza, lasciando fuori dalla città – persone che provengono da Paesi differenti o di popoli e minoranze. Per queste ragioni, il gesto di dare la cittadinanza onoraria a questi ragazzi nati a Lodi da una parte è un segno che aiuta a riconoscere la città che cambia e dall’altra invita a leggere la cittadinanza come un percorso sociale su cui investire nei processi politici e culturali italiani odierni. E’ un gesto che indica anche – come vorrebbero il 75% degli italiani – che la legge sulla cittadinanza in Italia sia cambiata, così che la cittadinanza sia estesa ai bambini stranieri nati in Italia o che qui completano un percorso di studi, allargando il principio dello jus soli. E allargare la cittadinanza significa allargare la responsabilità sociale e la partecipazione dei cittadini immigrati, considerando la cittadinanza come ‘dono’, primo segno di accoglienza di una vita che nasce, luogo di tutela dei diritti, come luogo di riconoscimento, come compito”.