Sgomberato il campo nomadi di Tor de’ Cenci a Roma: dure reazioni

Roma – All’indomani della sentenza del Tar che ha dichiarato legittima la decisione del Comune, questa mattina è stato sgomberato del campo nomadi di Tor De Cenci, a Roma. Lo sgombero per motivi igienico sanitari era stato deciso dal sindaco Gianni Alemanno il 31 luglio scorso.
“Stupore” per lo sgombero è stato espresso dal ministro per la Cooperazione Internazione e l”integrazione, Andrea Riccardi: “stupore per le modalità e la repentinità dello sgombero con la distruzione delle baracche e delle roulotte avvenuta davanti ai bambini.
“Avevo incontrato due giorni fa il sindaco Alemanno – prosegue Riccardi – e gli avevo chiesto di riflettere sulla delicata situazione di Tor de’ Cenci, che riguarda anche la continuità scolastica di molti minori rom. Evidentemente esigenze di consenso hanno prevalso sulla ricerca di soluzioni ragionevoli ed equilibrate. Questo sgombero arriva peraltro a pochi giorni dal rapporto del commissario ai diritti umani del Consiglio d’Europa, il quale ha chiesto all’Italia di interrompere immediatamente la pratica dei campi di segregazione e quella degli sgomberi forzati che sono in palese contrasto con la Strategia nazionale di inclusione dei Rom, approvata dal governo nella primavera scorsa”.
“Senza avvertire preventivamente, senza chiudere l’area, senza allontanare le persone che vi abitavano, hanno iniziato a distruggere i container che fungevano da oltre 15 anni da abitazioni per i Rom”, raccontano in un comunicato congiunto la Caritas di Roma e la Comunità di Sant’Egiudio: “le ruspe hanno distrutto uno dopo l’altro i circa 50 container collocati lì dalle precedenti amministrazioni e pagati con soldi pubblici. Le ruspe hanno distrutto tutto davanti agli occhi dei bambini che in quelle ‘case’ avevano dormito fino ad un ora prima, esterrefatti, arrabbiati, atterriti, piangenti. Stamattina si erano preparati per andare a scuola – il pulmino li attendeva – ma la storia è andata in altra direzione. Il pianto di quei bambini è un macigno sulla coscienza di chi ha voluto e realizzato lo sgombero in questo modo indegno di una città considerata per secoli ‘communis patria’”.
“Sono mesi che si discute del piano nomadi, che ci si confronta su alternative, arrivando anche a ricorsi legali – osservano Caritas di Roma e Comunità di S.Egidio -. Posizioni che, su alcuni punti, vedono l’amministrazione capitolina molto distante dalla sensibilità delle organizzazioni che lavorano per l’integrazione dei rom. Quello che ci preme oggi – si legge nella nota – non è tornare su questi argomenti, ma denunciare il modo violento e incivile con cui è stato urlato agli abitanti del campo di andare via e la fretta con cui si è dato seguito allo sgombero senza programmare pronte alternative dignitose. Ciò che colpisce è il trattamento riservato ai minori, di fronte ai quali è stato inscenato uno spettacolo non degno di un‘amministrazione di un Paese civile, capitale di uno stato fondatore dell‘Ue e patria del diritto”.