Decreto flussi: nessun contrasto tra Migrantes e governo

Roma – Nessuna polemica sulle quote di ingresso tra Migrantes e Ministero del Lavoro, mentre il Viminale prende tempo sul decreto flussi 2012. E il Ministro dell’Integrazione Riccardi chiede di considerare la domanda crescente di badanti.

 
Domenica, accostando le dichiarazioni alla Radio Vaticana sul naufragio a Brindisi di monsignor Giancarlo Perego, Direttore generale della Fondazione Migrantes, a quelle di Natale Forlani, Direttore generale dell’Immigrazione al Ministero del Lavoro – rilasciate 15 giorni fa al sito Stranieri in Italia – i media avevano creato una contrapposizione nientemeno che tra CEI e governo. Con Migrantes a chiedere di aumentare i flussi e Forlani ad azzerarli. Ieri Perego ha ribadito di aver sì chiesto a Italia e UE di rivedere le quote d’ingresso da “alcuni Paesi che in questo momento, al di là del Mediterraneo, vivono la drammatica situazione di rivoluzioni e instabilità”, ma riferendosi ai permessi umanitari, dato che “molte centinaia degli sbarcati a Lampedusa, accolti nelle comunità e case di accoglienza di comuni e diocesi, hanno visto ricusata la domanda di asilo o di protezione umanitaria, così come altri a febbraio vedranno scadere il permesso umanitario”.
Forlani ha dichiarato di condividere, spiegando che si tratta di due piani, l’ingresso umanitario e quello lavorativo, da tenere separati. Sul decreto flussi 2012, il suo è un parere tecnico: “La priorità è l’inserimento di circa 280 mila immigrati disoccupati, di cui 140 mila con un sostegno al reddito. Inoltre vi sono 25 mila richiedenti asilo che nel 2012 potranno lavorare e avremo 60 mila ricongiungimenti”. Con ulteriori ingressi si rischia insomma “un mercato sommerso”.
Intanto il Ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri ha dichiarato che di decreto flussi “ne parleremo prossimamente”. Prima va verificato “quanti immigrati possono trovare lavoro sul territorio”. E per il Ministro dell’Integrazione Andrea Riccardi occorre sì tener conto delle “nuove forme di disoccupazione, che riguardano in eguale misura cittadini italiani e immigrati”, ma il dato non è omogeneo: “Basti pensare all’attività di assistenza ai bambini, agli anziani e ai disabili, che richiede personale straniero in misura crescente. Riccardi ritiene che il governo abbia “gli strumenti adatti” per operare una politica “che coniughi rigore, equilibrio, necessità economiche e spirito di umanità”. (P. Lambrusche – Avvenire)