Chaux-De-Fonds – Le tre suore Orsoline di Somasca hanno lasciato, nei giorni scorsi, la comunità italiana di Chaux-De-Fonds, in Svizzera, rientrando per sempre in Italia. A settembre la Congregazione delle Suore Maestre Pie Filippini con sede a Basilea ha chiuso la comunità, dopo oltre 40 anni.
Il periodico “L’Amico”, della Missione Cattolica Italiana di Chaux-De-Fonds dedica alla partenza delle suore Orsoline l’intero numero di novembre con articoli, testimonianze, interviste, etc.
Tra gli interventi anche quello di mons. Lino Belotti, per anni Direttore della Migrantes e successivamente Presidente della Commissione Episcopale per le Migrazioni che ricorda l’impegno delle religiose che ringrazia per aver aiutato generosamente i missionari e per il loro servizio a fianco degli italiani.
Le Suore Orsoline hanno rappresentano una componente fondamentale dalla metà degli anni Sessanta della MCI. Nel luglio 1965 Suor Eusebia, Suor Cipriana e suor Luisa vennero inviate dal loro Istituto nella cittadina neocastellana che a causa del suo importante tessuto industriale attirava da tempo lavoratori e lavoratrici italiane.
Già negli anni Cinquanta la consistenza di quella presenza aveva spinto alla creazione di una missione che si occupava, da un lato, della cura spirituale degli emigrati cattolici e, dall’altro, di varie attività di assistenza sociale. Erano così stati attivati anche un circolo operaio e un asilo nido. Proprio in quegli spazi iniziò l’attività delle suore, dove per Suor Eusebia e Suor Cipriana il compito principale fu la gestione del circolo e della relativa mensa, mentre Suor Luisa venne inserita nell’asilo allora diretto da Gina Paltenghi.
L’asilo fu certamente uno dei luoghi principali dell’operato delle suore: un centro in cui i genitori, da un lato, avevano la certezza che i lori figli venissero seguiti ed educati secondo i principi della loro fede e che, dall’altro, era pensato per andare incontro alle esigenze delle famiglie. Esigenze legate soprattutto agli orari di lavoro dei genitori e alle difficoltà che imponeva la condizione di migranti.
Per questo motivo la struttura era funzionante per dodici ore consecutive, dalle sei e venti del mattino fino alle sei e mezzo di sera, cosicché indipendentemente dai turni e dagli orari del lavoro, i genitori erano certi che i loro figli fossero seguiti e custoditi. Proprio per questa ragione l’asilo, e più in generale la missione, diventarono una struttura importante non solo per gli emigrati italiani ma anche per gli emigrati di altre nazionalità, in particolare spagnoli e portoghesi. Talvolta vennero accolti anche i figli di emigrati non europei e non cattolici, cosicché nella missione, per le suore che la abitarono ma anche per tutti quanti parteciparono a quest’esperienza, si sviluppò un’idea nuova di comunità, più ampia, meno legata agli schemi e ai confini che spesso si impongono nella vita delle comunità territoriali tradizionali.
Via via altre undici suore arrivarono e si avvicendarono nella missione, di cui negli anni Settanta si sviluppò la sezione di Le Locle: Suor Angelina, Suor Bianca, Suor Ponziana, Suor Nicolangela, Suor Armida, Suor Damiana, Suor Delfina, Suor Vanna, Suor Domizia, Suor Angioletta e Suor Marilena. Mano a mano che la comunità cresceva si sviluppavano e diversificavano anche le attività pastorali, inizialmente pressoché limitate alla celebrazione della messa a causa della fisionomia della prima emigrazione, costituita prevalentemente da persone giovani, quasi universalmente occupate da gravosi orari di lavoro.
Con il passare degli anni si ebbero i primi matrimoni, la formazione di nuclei famigliari, la venuta e la crescita delle nuove generazioni, quindi si cominciarono a proporre la catechesi, i gruppi liturgici, i vari percorsi sacramentali, l’accompagnamento degli anziani e degli ammalati, i gruppi di animazione per gli adolescenti e i giovani. Le suore spesero la loro opera in tutte queste attività e ciascuna si occupò di quanto era più prossimo alle proprie competenze, ferma restando la disponibilità a ricoprire anche gli incarichi richiesti dalle esigenze e dalle urgenze del momento.
L’asilo rimase attivo fino alla metà degli anni Novanta quando ancora se ne facevano carico con mansioni diverse Suor Domizia, Suor Luisa e Suor Vanna – le tre suore che sono partite nei giorni scorsi per ritornare in Itali -insieme a Suor Marilena, giunta nel 1993 e sempre impegnata soprattutto nella pastorale della sezione di Le Locle.
Così queste suore aprivano nel 2005 la Celebrazione per il Quarantesimo anno di presenza: “Noi Suore Orsoline celebriamo oggi 40 anni di presenza nella Missione Italiana di La Chaux-de-Fonds; per questo desideriamo far memoria ed esprimere la nostra gratitudine al Signore. In quest’anno dedicato all’Eucarestia il grazie è unito all’eucarestia, memoriale e rendimento di grazia per eccellenza, per tutto il bene donato e ricevuto in questi anni di condivisione e di servizio”.
Per dire loro grazie la Missione ha promosso, domenica 20 novembre, un momento di festa iniziata con la celebrazione di una solenne liturgia eucaristica.
“Tra i tanti sentimenti che ci animano il cuore – si legge sul periodico della MCI – vogliamo fare emergere soprattutto il desiderio di dire solo un grande e sincero Grazie”.