Roma – L’insediamento degli immigrati, oltre a crescere numericamente, diventa sempre più stabile e diffuso. Sono stati 257.762 i matrimoni misti tra il 1996 e il 2009, anno in cui ai 21.357 casi di unione con un italiano (1 ogni 10 celebrati) si aggiungono 10.702 matrimoni con entrambi i partner stranieri. Per evitare di subordinare una scelta esistenziale così importante al contrasto dei flussi non autorizzati, la Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo l’obbligo di esibire il permesso di soggiorno per potersi sposare in Italia, mentre per evitare abusi è entrata in vigore una norma che impone al partner straniero due anni d’attesa (tre se all’estero) prima di chiedere il riconoscimento della cittadinanza.
Nel 2010 i casi di cittadinanza per residenza o matrimonio sono stati 40mila, ai quali vanno aggiunti 26mila casi di riconoscimento registrati nelle anagrafi dei comuni. Sono 600mila i casi di acquisizione stimati in totale dall’Istat, un numero significativo anche se inferiore alle acquisizioni di cittadinanza che si verificano in un solo anno nell’Unione Europea. I minori figli di stranieri sono quasi 1 milione e aumentano ogni anno di oltre 100mila unità, tra nati sul posto e figli ricongiunti. Le seconde generazioni hanno superato le 600mila unità e rappresentano oltre un decimo della popolazione straniera. L’Italia, essendo il loro paese di appartenenza, è chiamata a non considerare la cittadinanza come fattore di esclusione e a facilitarne l’acquisizione in tempi ragionevoli, esigenza su cui sta richiamando l’attenzione la campagna “L’Italia sono anch’io”, promossa dall’associazionismo di ispirazione laica e religiosa.
Nell’anno scolastico 2010/2011 i 709.826 alunni stranieri sono aumentati del 5,4% e hanno inciso per il 7,9% sull’intera popolazione scolastica (ancora di più nelle scuole materne e in quelle elementari). Il 42,2% di essi è nato in Italia (circa 300mila). Gli universitari stranieri, invece, sono 61.777 (3,6% del totale), con prevalenza di albanesi, cinesi, romeni, greci, camerunesi e marocchini. I laureati nell’anno accademico 2010/2011 sono 6.764 (2,3% del totale). Come intuibile, sono esposti a maggiori rischi i minori soli, arrivati senza la propria famiglia: basti ricordare che è di circa un terzo l’incidenza dei minori stranieri negli istituti penali minorili e nei Centri di prima accoglienza (Cpa). I minori non accompagnati, titolari di permesso di soggiorno, a giugno 2011 sono risultati 5.806 (1.152 in più rispetto all’anno precedente), in prevalenza di 16-17 anni. Dall’Africa, a seguito degli sconvolgimenti politici, ne sono arrivati 2.466. Inoltre, quelli comunitari sono stimabili in almeno alcune migliaia.
Deve ritenersi necessaria l’insistenza sull’apprendimento dell’italiano, che però rischia di trasformarsi in una minaccia alla stabilità del soggiorno se non accompagnata da un incremento delle risorse (a Roma, ad esempio, metà del fabbisogno di studio degli adulti immigrati è soddisfatto dal volontariato) che ne perfezioni l’operatività. Tra quanti hanno sostenuto il test di italiano per il rilascio del permesso di soggiorno CE per lungosoggiornanti i bocciati sono stati il 3,5% a Roma, il 14% a Milano e il 34% a Padova, con un andamento peggiore là dove i test sono stati svolti per iscritto, anche perchè molti immigrati hanno appreso la nostra lingua solo oralmente.