Palermo – Una denuncia su presunte irregolarità nel trattenimento di centinaia di migranti tunisini a bordo di «Cie galleggianti» e scatta l’indagine della procura di Palermo. È stato aperto un fascicolo a carico di ignoti dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci, dopo l’esposto presentato dall’avvocato Gaetano Pasqualino e dal gruppo di cittadini, che lo hanno firmato, contro l’utilizzo delle tre navi Moby Vincent, Moby Fantasy e Audacia per trattenere per giorni chiusi i migranti trasferiti da Lampedusa e destinati al rimpatrio. A sottoscriverlo sono stati Fulvio Vassallo Paleologo del Forum antirazzista di Palermo, Pietro Milazzo e Zaher Darwish responsabili regionale e provinciale immigrazione della Cgil, Anna Bucca presidente dell’Arci Sicilia, Tullio Prestileo medico che si occupa di immigrazione all’ospedale Civico di Palermo, Judith Gleitze e Franco Juckert dell’associazione Bordeline Sicilia. Tutti hanno creato da giorni un presidio davanti al porto di Palermo, blindato da centinaia di poliziotti.
«Per quanto ci risulta non sono stati emessi provvedimenti formali che autorizzano il trattenimento dei migranti sulle navi – afferma Fulvio Vassallo Paleologo, docente di Diritto d’asilo alla facoltà di Giurisprudenza a Palermo –. Nei fatti viene loro negato il diritto di difesa e la libertà di comunicazione con l’esterno, come invece avviene nei Cie. Lo dimostra il fatto che siano stati sequestrati loro i telefoni cellulari. Chiediamo alla magistratura di verificare il rispetto delle procedure disposte per attuare i rimpatri e delle disposizioni comunitarie e nazionali in materia di allontanamento forzato degli stranieri irregolari. Mancano i provvedimenti restrittivi e questo è un dato di fatto». Intanto, ieri pomeriggio è salpata dal porto di Palermo con cento migranti a bordo la nave Moby Vincent, diretta a Porto Empedocle, da dove probabilmente i migranti saranno portati in diversi centri di accoglienza. La Moby Fantasy era partita nei giorni scorsi, mentre la terza nave, l’Audacia, si trova ormeggiata nella parte più lontana dell’area portuale, carica di tunisini, si pensa attorno a 170. Ma il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, sdrammatizza: «Non ci sono problemi a bordo delle navi. È salito sulle navi anche un deputato Pd: io sono per la massima trasparenza, non ho nulla da nascondere». In realtà, il deputato del Pd Alessandra Siragusa parla di situazione «molto seria. Al di là di come vengono trattati gli stranieri, su cui non ho nulla da di ridire, c’è una situazione devastante. Sono tantissimi uomini, una donna che dice di essere incinta e sette minori, chiusi in un luogo da giorni».
L’esposto chiede che sia fatta chiarezza, per esempio, sull’uso di manette «con fascette di plastica». Il procuratore Agueci ammette: «Stiamo verificando la correttezza della procedura amministrativa, ma anche la legittimità delle procedure per gli immigrati tunisini arrivati da Lampedusa e sistemati sulle navi». Il magistrato, che coordina l’indagine, sottolinea che nell’esposto «non sono stati denunciati episodi di maltrattamenti nei confronti degli immigrati tunisini». E il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, chiede un intervento politico: «Avevamo creduto che questo problema dovesse riguardare prima l’Europa e quantomeno tutta Italia». (A. Turrisi – Avvenire)
«Per quanto ci risulta non sono stati emessi provvedimenti formali che autorizzano il trattenimento dei migranti sulle navi – afferma Fulvio Vassallo Paleologo, docente di Diritto d’asilo alla facoltà di Giurisprudenza a Palermo –. Nei fatti viene loro negato il diritto di difesa e la libertà di comunicazione con l’esterno, come invece avviene nei Cie. Lo dimostra il fatto che siano stati sequestrati loro i telefoni cellulari. Chiediamo alla magistratura di verificare il rispetto delle procedure disposte per attuare i rimpatri e delle disposizioni comunitarie e nazionali in materia di allontanamento forzato degli stranieri irregolari. Mancano i provvedimenti restrittivi e questo è un dato di fatto». Intanto, ieri pomeriggio è salpata dal porto di Palermo con cento migranti a bordo la nave Moby Vincent, diretta a Porto Empedocle, da dove probabilmente i migranti saranno portati in diversi centri di accoglienza. La Moby Fantasy era partita nei giorni scorsi, mentre la terza nave, l’Audacia, si trova ormeggiata nella parte più lontana dell’area portuale, carica di tunisini, si pensa attorno a 170. Ma il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, sdrammatizza: «Non ci sono problemi a bordo delle navi. È salito sulle navi anche un deputato Pd: io sono per la massima trasparenza, non ho nulla da nascondere». In realtà, il deputato del Pd Alessandra Siragusa parla di situazione «molto seria. Al di là di come vengono trattati gli stranieri, su cui non ho nulla da di ridire, c’è una situazione devastante. Sono tantissimi uomini, una donna che dice di essere incinta e sette minori, chiusi in un luogo da giorni».
L’esposto chiede che sia fatta chiarezza, per esempio, sull’uso di manette «con fascette di plastica». Il procuratore Agueci ammette: «Stiamo verificando la correttezza della procedura amministrativa, ma anche la legittimità delle procedure per gli immigrati tunisini arrivati da Lampedusa e sistemati sulle navi». Il magistrato, che coordina l’indagine, sottolinea che nell’esposto «non sono stati denunciati episodi di maltrattamenti nei confronti degli immigrati tunisini». E il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, chiede un intervento politico: «Avevamo creduto che questo problema dovesse riguardare prima l’Europa e quantomeno tutta Italia». (A. Turrisi – Avvenire)