Testimonianza con uno sguardo interculturale di una giovane italiana arrivata da poco a Londra
Londra – Da poco mi trovo a vivere a Londra e, con mia grande sorpresa, in questa metropoli mi sto quasi perfettamente abituando… Dal timore iniziale ormai mi sento fiduciosa, agile e sicura nel muovermi. Come un pesce nell’acqua. D’altronde, venivo da un breve periodo di studio in terra francese e ricordo bene che il simbolo di Parigi è una barca. “Fluctuat, nec mergitur” (Sbattuta dalle onde, ma non affonda) è il motto latino nello stemma di una città, che con eleganza galleggia sulla Senna. Ma qui, a Londra, la metafora per me è diventata veramente realtà. Come una barca in pieno mare, questa città è capace di muoversi, di fare lo slalom tra le tempeste, di andare avanti… e così pure per le persone.
Infatti, la barca – ship in inglese – è proprio il modo di pensare le cose e la realtà. È una figura che in filigrana si ritrova in molte parole astratte, che definiscono situazioni o persone. La si incontra in termini quotidiani come relationship, friendship, leadership… ed è per indicare una relazione, un rapporto di amicizia, un legame. Come se il mondo avanzasse posto su differenti imbarcazioni. Così, un altro termine comunissimo che incrocio ogni giorno negli slogan pubblicitari è inspiring o inspired. Mi fa subito venire in mente quando le vele si gonfiano, il vento soffia e la barca prende il largo. “It is inspiring” riesci a captare, leggendo sulle scale mobili della metro e come una vela ti senti soffiare, prendere la direzione dell’onda e… seguire la gente. Oppure ti aggiungi alla coda.
La concretezza e il senso di praticità degli inglesi, infatti, indica un popolo che non può perdersi in chiacchiere. Deve fare i conti con il mare, con gli imprevisti e le tempeste inattese, dove non c’è spazio per giri di parole. Diretti, solidi e pragmatici – senza ricorrere alla nostra retorica – gli inglesi non vi risparmieranno tuttavia un fiume di please e di sorry. La schiettezza, così, si riflette nella lingua che mira dritta al centro quando deve esprimere un concetto, senza tuttavia trascurare la cortesia.
La metafora della barca vi farà, poi, acquistare il senso vero del team, come un’eredità che viene dal mare. Infatti, si è “tutti sulla stessa barca”. Per cui il leader non è chi impartisce ordini o domina gli altri come da noi, ma chi prende in mano il timone e avanza, facendo corpo con l’equipaggio, attento all’apporto di ognuno. Così, l’ammiraglio inglese per eccellenza, Lord Nelson – di cui tutti i manuali vi racconteranno una“ inspirational leadership”- conosceva per nome tutti gli uomini della sua enorme flotta! Ed ogni membro era particolarmente proud, orgoglioso, di appartenere alla sua squadra… Spirito questo, che si ritrova poi puntualmente in ogni team che lavora insieme e, intrecciato come il cordame delle navi, procede a vele spiegate per il suo scopo. ”When you teach, learn, when you get, give”(quando insegni impari, quando ricevi, dai). Così, con un bel proverbio l’inglese vi ricorderà questa dinamica di legame reciproco e di scambio.
Molto diverso, in verità, il punto di vista che notavo in Italia. Sebbene la nostra terra abbia il mare tutt’attorno, la nostra storia ci ha abituato a uno scenario di rivalità e di dominî senza fine. Come fu per Amalfi, Genova, Venezia e Pisa, le nostre antiche repubbliche marinare… È più difficile da noi cogliere il senso inglese del gruppo, capace di lavorare insieme per un obiettivo comune. La nostra eredità storica è faziosa, fatta di rivalità e di contrapposizioni. Ciò conferisce a questa terra inglese in mezzo al mare un respiro, una freschezza e un movimento ampi, sicuramente differenti da ciò che posso trovare a casa. Per questo, in fondo, è importante per me vivere un certo tempo abroad, all’estero. Al largo, veramente, perchè nella sua etimologia anche questo termine… sa proprio di mare! (C. Galbersanini)