Assunzione di Maria: il commento al Vangelo

Mentre diceva questo, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!”. Ma egli disse: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!”. (Lc 11, 27-28)
Una donna – anonima – ammira un’altra donna, Maria, la madre. E Gesù, il figlio, conferma la beatitudine estendendola a chiunque ascolta e custodisce la Parola, proprio come fa la madre, esemplare di tutti i credenti in Gesù. Anche tutto il salterio inizia con questo modello: “Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte. È come albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene”.
La beatitudine riguarda anche il popolo da cui è nato Gesù e che lo ha nutrito con la Legge e i Profeti. Gesù è figlio di Davide e d’Israele, ma – come ha fatto con la madre – allarga la beatitudine del suo popolo a tutte le genti, pagani compresi, che lo accolgono come Verbo di Dio. Durante la sua salita al Calvario, alle donne “figlie di Gerusalemme” ricordò che saranno beate anche “le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato” proprio perché hanno ascoltato e accolto il Vangelo scritto a Pasqua nella sua morte e resurrezione.
L’assunzione è la grande beatitudine di Maria;> una sublime felicità riservata anche a coloro che, ascoltando e vivendo la Parola, portano Gesù nel grembo del cuore e della vita. “Ci sono tanti modi di onorare Maria. Ma ce n’è uno che supera tutti: è quello di imitarla, perché le dà la possibilità di ritornare in certo modo sulla terra. Ma come imitarla? In ciò che è essenziale. Ella è Madre. Dobbiamo essere un’altra lei come madre verso tutti i prossimi che avvicinerò, come fossi madre loro (a volte ci troveremo a fare da madre magari a nostra madre o a nostro padre). L’amore di una madre è molto simile alla carità di Cristo. Se noi avremo il cuore della Madre, avremo sempre presente il Risorto, in mezzo a noi. Se avremo il cuore di questa Madre, ameremo tutti… perché la maternità di Maria è universale come la Redenzione” (Chiara Lubich). Non è un’immagine troppo ardua; la Chiesa antica si è sempre vista nell’immagine dell’Ecclesia Mater.
Anna Caterina Emmerick così conclude le visioni sulla vita della Madonna: “Vidi l’anima della Santa Vergine scendere con il Figlio per la rupe del Sepolcro, e subito dopo uscirne con il proprio Corpo risplendente fra torrenti di viva luce, quindi La vidi risalire col Signore e con tutta la gloria angelica verso la Gerusalemme celeste. Dopo di che disparve ogni splendore ed il Cielo silenzioso e stellato tornò a chiudersi sopra la terra. Vidi che le pie donne e gli Apostoli si gettarono col volto a terra, poi guardarono in alto, con stupore e profonda venerazione. Vidi pure che alcuni, mentre facevano ritorno alle proprie case pregando, nel passare dinanzi alle stazioni della Via Crucis, si erano fermati improvvisamente per contemplare stupiti la scia di luce sulla rupe del Sepolcro. Con questo prodigio il Santo Corpo della Madre di Dio fu Assunto al Cielo”.  (Angelo Sceppacerca)