“Restituire dignità, stimolare il cambiamento”

Rapporto annuale dell’’ICMC (Commissione Cattolica Internazionale per le Migrazioni) nel 60° anniversario della sua fondazione. La presentazione del Presidente John Klink e del Segretario generale Johan Ketelers

Ginevra – Mentre l’ICMC si prepara a festeggiare 60 anni di servizio dedicato ai migranti e ai rifugiati, è preoccupante pensare che le tante sfide affrontate,che hanno accompagnato i rifugiati della Seconda Guerra Mondiale non solo sono continuate nel corso degli anni, ma sono, per molti versi, diventate ancora più complesse.

 
Oggi, come 60 anni fa, il rispetto della dignità di ogni essere umano resta fondamentale. E tuttavia, mentre si prevede che la popolazione mondiale possa raggiungere i 9 miliardi nelle prossime due generazioni, la distribuzione delle risorse mondiali e le realtà della mobilità umana
continueranno a sopportare pesantemente l’un e l’altro. Ora più che mai, dobbiamo ricordare che l’umanità da sola è responsabile sia per le strutture che per l’ordine in cui viviamo, e che un sano mix di sistemi e procedure ordinate – e il riconoscimento delle responsabilità morali – sarà
essenziale se vogliamo sviluppare le strutture necessarie per garantire equità e armonia per il nostro comune futuro globale.
Lavorare con e per conto di persone sfollate da tutti i settori della vita, questo rapporto offre una veduta panoramica delle attività dell’ ICMC nel corso del 2010: una fotografia del modo in cui sofferenza e impegno convergono in speranza e fraternità; la profonda preoccupazione dell’ICMC per il benessere di coloro che hanno scelto o sono stati costretti a lasciare le loro case; dell’ unità e solidarietà e -soprattutto – un’istantanea degli individui e delle famiglie che sosteniamo. E’ la loro voce che continua a chiamare per un diverso e più dignitoso futuro che ICMC si sforza di portare avanti. Attraverso questo lavoro, fondato sulla Dottrina Sociale della Chiesa, ci viene ricordato che la vasta gamma di tensioni dinamiche e prospettive con cui siamo così spesso confrontati non devono essere in contraddizione tra loro. Infatti, non è una questione di dignità umana contro la difesa della società, gli interessi collettivi della società contro il desiderio individuale di una vita migliore, o la sovranità nazionale contro una governance globale; la questione è trovare l’equilibrio tra loro e la difesa riguardante le scelte che interessano la dignità di ogni persona che possa condurre con il cuore la società in avanti. Su ciò è basata la missione a cui la ICMC è stata fedele per 60 anni. Se guardiamo al 2011 con particolare apprezzamento il sostegno e l’impegno in corso dei nostri soci, partner, donatori e personale, noi saremo sempre impegnati ad accompagnare coloro le cui vulnerabilità si sono aggravate a causa delle migrazioni – forzate o per scelta – , e ci auguriamo di continuare ad estendere il supporto e la protezione ai tanti che sono ancora in attesa, la possibilità di contribuire per il futuro.