Presentato il rapporto «2011 International Migration Outlook»
Bruxelles – L’immigrazione internazionale è calata nel 2009, riflettendo una bassa domanda di lavoro nei Paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico (Ocse), per il secondo anno consecutivo dopo dieci anni di crescita. È quanto emerge nel rapporto dell’Ocse 2011 International Migration Outlook, presentato ieri a Bruxelles. Secondo lo studio, la migrazione nei 34 Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico è calata di circa il 7 per cento nel 2009 a 4,3 milioni di persone, rispetto ai 4,5 milioni del 2008. Gli effetti più marcati, secondo il documento, si avvertono nei Paesi asiatici e in cinque Stati europei: Italia, Svizzera, Irlanda, Repubblica Ceca e Spagna. Nettamente in calo anche il flusso migratorio intereuropeo, sceso del 22 per cento nel 2009.
Gli analisti rilevano che questi dati, che dovrebbero essere confermati anche per quanto riguarda il 2010 e il 2011, non devono comunque far pensare a un trend generale: «L’offerta di lavoro per gli immigrati crescerà di nuovo» dopo il rallentamento seguito alla crisi economica, ha infatti assicurato il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurría, che ha presentato lo studio a Bruxelles assieme ai commissari europei agli Affari sociali e agli Interni, Lászlo Andór e Cecilia Malmström. «La globalizzazione e l’invecchiamento delle popolazioni rendono certa questa previsione. I Governi però devono sviluppare maggiormente canali legali per accogliere gli immigrati nel mercato del lavoro e incoraggiare un utilizzo migliore delle loro specializzazioni», si legge nel rapporto. Se il declino del flusso migratorio è principalmente dovuto al calo delle opportunità d’impiego, è ovvio che le vittime principali siano state i giovani immigrati, evidenzia ancora lo studio dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico. I settori più colpiti, invece, sono stati le costruzioni, i servizi finanziari e la distribuzione.
Al contrario, è cresciuta l’occupazione nei campi dell’istruzione, della salute e dei servizi domestici. Il minore tasso di occupazione maschile — osserva lo studio 2011 International Migration Outlook — è stato parzialmente compensato da un incremento della presenza di donne immigrate nel mercato del lavoro. (Osservatore Romano)