Città del Vaticano – “Il nostro odierno incontro, in cui ho la gioia e la curiosità di ammirare le vostre opere, vuole essere una nuova tappa di quel percorso di amicizia e di dialogo che abbiamo intrapreso il 21 novembre del 2009, nella Cappella Sistina, un evento che porto ancora impresso nell’animo. La Chiesa e gli artisti tornano ad incontrarsi, a parlarsi”. Lo ha detto questa mattina Benedetto XVI, nell’atrio dell’Aula Paolo VI in Vaticano, all’inaugurazione dell’esposizione promossa dal Pontificio Consiglio della cultura, in occasione del 60° anniversario della sua ordinazione presbiterale. Il Papa ha rivolto un discorso ai numerosi artisti presenti che hanno risposto all’invito del presidente del Pontificio Consiglio della cultura, card. Gianfranco Ravasi, di festeggiare l’anniversario del Santo Padre con un’opera artistica segno di affetto e riconoscenza nei suoi confronti. Proseguendo nel suo discorso, Benedetto XVI ha quindi affermato che Chiesa ed artisti, anche con eventi come quello in corso, tornano “a sostenere la necessità di un colloquio che vuole e deve diventare sempre più intenso e articolato, anche per offrire alla cultura, anzi alle culture del nostro tempo un esempio eloquente di dialogo fecondo ed efficace, orientato a rendere questo nostro mondo più umano e più bello”.
“Voi oggi mi presentate il frutto della vostra creatività, della vostra riflessione, del vostro talento, espressioni dei vari ambiti artistici che qui rappresentate – ha proseguito Benedetto XVI -: pittura, scultura, architettura, oreficeria, fotografia, cinema, musica, letteratura e poesia. Prima di ammirarle insieme a voi, permettetemi di fermarmi solo un momento sul suggestivo titolo di questa Esposizione: ‘Lo splendore della verità, la bellezza della carità’”. Il Papa ha quindi riflettuto sul rapporto verità-carità, richiamando un’affermazione formulata in una omelia: “Fare la verità nella carità”, definendola come “una formula fondamentale dell’esistenza cristiana”. Il Santo Padre ha poi spiegato che “è proprio dall’unione, vorrei dire dalla sinfonia, dalla perfetta armonia di verità e carità, che emana l’autentica bellezza, capace di suscitare ammirazione, meraviglia e gioia vera nel cuore degli uomini. Il mondo in cui viviamo ha bisogno che la verità risplenda e non sia offuscata dalla menzogna o dalla banalità; ha bisogno che la carità infiammi e non sia sopraffatta dall’orgoglio e dall’egoismo. Abbiamo bisogno che la bellezza della verità e della carità colpisca l’intimo del nostro cuore e lo renda più umano”.
Concludendo il discorso agli artisti, prima di visitare la mostra delle opere a lui dedicate, Benedetto XVI ha proposto ai presenti alcune considerazioni sul rapporto tra creatività artistica e ricerca della verità. Ha infatti rivolto agli artisti un appello: “Non scindete mai la creatività artistica dalla verità e dalla carità, non cercate mai la bellezza lontano dalla verità e dalla carità, ma con la ricchezza della vostra genialità, del vostro slancio creativo, siate sempre, con coraggio, cercatori della verità e testimoni della carità”. Ha poi esortato: “Fate risplendere la verità nelle vostre opere e fate in modo che la loro bellezza susciti nello sguardo e nel cuore di chi le ammira il desiderio e il bisogno di rendere bella e vera l’esistenza, ogni esistenza, arricchendola di quel tesoro che non viene mai meno, che fa della vita un capolavoro e di ogni uomo uno straordinario artista: la carità, l’amore”. Le parole conclusive di Benedetto XVI sono state di augurio: “Lo Spirito Santo, artefice di ogni bellezza che è nel mondo, vi illumini sempre e vi guidi verso la Bellezza ultima e definitiva, quella che scalda la nostra mente e il nostro cuore e che attendiamo di poter contemplare un giorno in tutto il suo splendore”.