Sciacca – Domenica 19 giugno a Sciacca (Ag) si ritroveranno le comunità etniche per il loro secondo pellegrinaggio regionale. L’evento organizzato dall’Ufficio Regionale Migrantes della Conferenza Episcopale Siciliana verrà realizzato con il contributo degli uffici diocesani Migrantes dell’Isola.
Dopo l’esperienza dello scorso anno, quando il pellegrinaggio si è svolto presso il Santuario della Madonna nera di Tindari, si è pensato di dare continuità ad un evento che vuole assumere una duplice valenza: dare l’opportunità ai migranti, che vivono nella nostra Regione e che provengono da continenti e paesi diversi, di condividere una devozione comune alla Madre del Signore; fare sperimentare alla Chiesa di accoglienza, in questo caso la diocesi di Agrigento, la ricchezza spirituale di una presenza che è un “segno dei tempi”, da leggere come un dono di Dio alla sua Chiesa.
La meta di quest’anno è la splendida cittadina di Sciacca, dove Maria viene venerata con il titolo di “Madonna del Soccorso” e festeggiata dai saccensi, anche da quelli emigrati all’estero, con una partecipazione che rende la manifestazione religiosa una fra le più belle e suggestive dell’Isola.
Lo slogan del pellegrinaggio, “Una sola famiglia umana”, riprende quello della Giornata Mondiale delle Migrazioni 2011, per ricordare ad ogni credente che la Chiesa si sente chiamata ad essere segno e strumento dell’unità del genere umano, affinché ogni uomo sia considerato un fratello e il mondo una casa comune.
Il programma prevede il raduno alle ore 10.00 presso la Chiesa di S. Agostino, da dove, alle ore 11.00, partirà il corteo che si snoderà per le vie cittadine fino a raggiungere il Santuario. Durante il percorso è prevista l’animazione guidata con preghiere e canti e ogni fedele porterà un fiore che verrà deposto ai piedi della Vergine. Inoltre, saranno messi in evidenza due segni per rinnovare l’attenzione del mondo ecclesiale e civile: aprirà il corteo una croce realizzata con il legno di un barcone della speranza approdato a Lampedusa, per ricordare quanti, in fuga dalla disperazione, hanno trovato la morte nelle acque del Canale di Sicilia; una grande bandiera italiana, per rinnovare alle forze politiche del nostro Paese, nell’anno del 150° dell’Unità d’Italia, l’invito ad una maggiore attenzione nei confronti delle seconde generazioni, che preveda anche la possibilità di una cittadinanza riconosciuta grazie allo “jus soli”.
Raggiunto il Santuario, alle ore 12.00 è prevista la celebrazione eucaristica interculturale animata dalla comunità parrocchiale e dalle diverse comunità etniche.
Nel pomeriggio, grazie al contributo dell’amministrazione comunale, presso l’atrio inferiore del Comune, ci sarà un momento di festa per esprimere con canti e danze che, nella convivialità delle differenze, siamo tutti “una sola famiglia umana”.