16 Maggio 2025 - L'ufficio Migrantes della arcidiocesi di Palermo ha organizzato una presentazione del Report "Il Diritto d'asilo 2024" il 22 maggio 2025, dalle ore 9.00 alle ore 13.00 presso l'Aula Magna della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Palermo (via Maqueda, 172).
L'evento è realizzato in collaborazione con Caritas diocesana, Ufficio diocesano per l’università e la cultura, Ufficio per la pastorale della scuola, Ufficio per le comunicazioni sociali e Ufficio per la pastorale dell’ecumenismo e il dialogo interreligioso.
Introduzione e moderazione
Mario Affronti e Luca Polello (Ufficio Migrantes di Palermo)
Intervengono:
Cristina Molfetta, Fondazione Migrantes, co-curatrice del Report.
"Popoli in cammino...senza diritto d’asilo"
Aldo Schiavello, direttore del Centro di Ateneo-Migrare-Unipa.
"Università e migrazione: cosa è giusto fare".
Diallo Moussa"L'accoglienza fa la differenza".
Angela Errore, Casa dei diritti del Comune di Palermo.
"La rete palermitana sull’asilo".
Luca Casarini, Mediterranean saving humans.
"Il Mediterraneo ed il Vangelo oggi".
Conclude:
S. E. mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo e membro della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei (CEMi).
16 Maggio 2025 - Con 126 sì, 80 no e 1 astenuto l’aula della Camera ha approvato ieri il decreto legge recante disposizioni urgenti per il contrasto dell'immigrazione irregolare, il cosiddetto "decreto Albania", su cui ieri era arrivato l’ok alla fiducia. Il testo passa ora al Senato.
Il decreto di fatto estende la categoria di persone che possono essere condotte nelle strutture di trattenimento realizzate in Albania, includendovi coloro i quali sono destinatari di provvedimenti di trattenimento convalidati o prorogati. Di fatto, così, le strutture in Albania diventerebbero come i Cpr già presenti in Italia.
Nell'ambito della procedura del trattenimento dello straniero, spiega la legge, è fatta salva la facoltà di disporre il trasferimento dello stesso in altro centro, senza che venga meno il trattenimento adottato e che sia richiesta una nuova convalida.
Nel corso dell'esame in sede referente sono state introdotte rispetto al testo originario del decreto le seguenti disposizioni: lo straniero trasferito nelle strutture in Albania
vi permane anche se ha presentato domanda di asilo, se vi sono fondati motivi per ritenere che la domanda è stata presentata al solo scopo di ritardare o impedire l'esecuzione del respingimento o dell'espulsione; in caso di mancata convalida del provvedimento di trattenimento in presenza di una domanda di asilo di cui si sospetta che sia stata presentata a scopo dilatorio, si prevede la possibilità di emanare un nuovo provvedimento di trattenimento per un altro dei motivi previsti dalla legge; viene estesa l'applicazione della procedura accelerata di esame delle domande di asilo alla frontiera.
Inoltre si autorizza la cessione a titolo gratuito di due motovedette all'Albania; viene estesa al 2026 la facoltà, per la realizzazione, la localizzazione nonché l'ampliamento dei centri di permanenza per i rimpatri (CPR), di derogare alle disposizioni di legge ad eccezione di quelle penali, antimafia e dell'Unione europea.
Con l’approvazione del cosiddetto “decreto Albania” da parte della Camera dei Deputati e in attesa del passaggio definitivo al Senato, il Tavolo Asilo e Immigrazione (Tai) esprime forte preoccupazione (fonte: SIR) per la legittimazione di un sistema di confinamento extraterritoriale che, secondo quanto documentato da varie delegazioni in loco, risulta “opaco, privo di garanzie e incompatibile con i principi dello Stato di diritto”.
Una delegazione del Tai, al quale aderiscono numerose organizzazioni che si occupano di immigrazione, si trova in questi giorni a Gjadër, in Albania, insieme a parlamentari del gruppo di contatto.
Dopo aver da mesi segnalato lo spreco di denaro pubblico investito nelle strutture extraterritoriali in Albania, S.E. mons. Gian Carlo Perego, già in marzo a Napoli, a proposito della prospettiva di trasformare i centri in Cpr, aveva parlato soprattutto di una mancanza di realismo: "Ditemi voi se sia tale una la soluzione all’irregolarità nel nostro Paese – dove si stimano tra 300 e i 400 mila irregolari – quella dei 1.000 posti totali dei centri in Albania”. Aldilà delle numerose preoccupazioni sul rispetto dei diritti elementari e sulle condizioni di vita di coloro che vi sono trattenuti all'interno, i Cpr - come spiegato recentemente anche su Migranti Press - soprattutto sono inutili.
16 Maggio 2025 - È previsto per domani, sabato 17 maggio, in una località ancora non ufficializzata, l’incontro internazionale noto come "Remigration Summit", promosso da diversi gruppi riconducibili all’estrema destra europea. Al centro della convention: le cosiddette politiche di remigrazione. Nozione, quella di remigrazione, finora poco nota in Italia, ma che inizia a farsi strada in modo preoccupante anche nel dibattito politico nazionale.
Per comprendere cosa si celi dietro il propagarsi, in ambito politico, di un concetto un tempo relegato al lessico accademico specialistico, è utile guardare a uno dei suoi principali teorici - e promotore dello stesso summit - Martin Sellner. Attivista austriaco legato all’estrema destra identitaria, Sellner è tra i primi ad aver teorizzato la remigrazione come programma politico per l’espulsione sistematica di persone ritenute “non assimilabili”.
Proprio per le sue posizioni radicali, Sellner è stato destinatario di provvedimenti che ne hanno limitato la libertà di circolazione in vari Paesi europei, tra cui la Germania. È proprio in Germania, tuttavia, che le sue teorie hanno trovato terreno fertile, influenzando settori della destra radicale e dell’AFD, partito politico recentemente classificato dai servizi segreti tedeschi come estremista. Secondo un’indagine del collettivo investigativo Correctiv, nel novembre 2023 alcuni esponenti di spicco del partito avrebbero partecipato a una riunione riservata alla presenza di Sellner. Al centro della discussione, un piano di “remigrazione” – ovvero deportazione – di due milioni di “individui non assimilabili”, tra cui richiedenti asilo, stranieri regolarmente soggiornanti e cittadini tedeschi con background migratorio.
Il rischio che dalla teoria si passi alla pratica è tutt’altro che remoto. Emblematico, a tal riguardo, quanto accaduto a Karlsruhe, nel gennaio di quest’anno, dove la sezione locale dell’AFD ha distribuito falsi biglietti aerei, completi di istruzioni per il rimpatrio, nei quartieri a maggiore concentrazione di immigrati. In Francia, nel frattempo, Éric Zemmour, leader del partito di estrema destra Reconquête, ha proposto l’istituzione di un “Ministero per la remigrazione”.
Iniziative che, a prescindere dai seri dubbi di compatibilità con i più basilari principi democratici, non fanno che alimentare allarme sociale, generando paure e tensioni, soprattutto tra – e con – le minoranze.
E in Italia? Un tempo relegato ai margini del dibattito pubblico e associato unicamente a frange estremiste, il termine “remigrazione” — avvolto da un’ambiguità semantica di comodo — ha iniziato a insinuarsi nel linguaggio istituzionale, comparendo, con diversi gradi di esplicitazione, nelle agende di partito.
Concedere spazio, e quindi legittimazione, ad appuntamenti come il "Remigration Summit" contribuisce a un processo insidioso di normalizzazione dell’intolleranza e della cultura dell’esclusione, trasformando discorsi e pratiche discriminatorie in opzioni politiche apparentemente legittime e, pertanto, concretamente percorribili.
In un contesto segnato da crescenti tensioni sociali, spetta alle istituzioni e all’intera società civile il compito di esercitare una vigilanza responsabile, affinché ideologie in contrasto con i principi fondamentali del nostro ordinamento non trovino spazio né legittimazione all’interno del discorso pubblico. (Elia Tornesi)
16 Maggio 2025 - Sabato 17 maggio 2025, alle ore 9.30, presso l’Aula Benedetto XVI della Curia Arcivescovile di Cagliari (via mons. G. Cogoni, 9), si terrà la presentazione del Rapporto Immigrazione 2024 promosso dall’Ufficio diocesano Migrantes in collaborazione con la Caritas diocesana. Interverranno Simone Varisco, della Fondazione Migrantes e curatore del Rapporto; don Marco Lai, direttore della Caritas diocesana di Cagliari; introduce e modera Enrico Porru, direttore dell'ufficio diocesano Migrantes.
La vera integrazione non può prescindere dalla cura pastorale dei migranti. Un accompagnamento spirituale che non è assimilazione ma accoglienza piena nel rispetto delle singole fedi e peculiarità.
«La nostra attenzione prevalente – spiega il direttore dell’Ufficio Migrantes, Enrico Porru – è rivolta al cammino di fede delle comunità e all’impegno per accoglierle e integrarle in modo tale che esse possano mantenere una loro specificità, ma non come realtà isolate, bensì dentro una realtà esistente».
14 Maggio 2025 - Lunedì 19 maggio alle 16, in Sala San Giovanni (via Roma 4) a Cuneo si terrà la presentazione dell’ottava edizione del report, a cura della Fondazione Migrantes, dedicato al mondo dei richiedenti asilo e dei rifugiati: “Il diritto d’asilo. Report 2024. Popoli in cammino… senza diritto d’asilo”.
Le curatrici, le dottoresse Mariacristina Molfetta e Chiara Marchetti, approfondiranno il tema delle migrazioni forzate, interpretando dati, norme e politiche, per evidenziare come nell’Unione Europea e nel nostro Paese a essere sempre più a rischio sia il diritto d’asilo stesso.
Seguirà la presentazione del "SAI CUNEO: report 2024", il racconto, attraverso dati e testimonianze, delle attività di accoglienza e integrazione realizzate dal Progetto SAI Cuneo nel corso del 2024.
14 Maggio 2025 - La Germania effettuerà più controlli alla frontiera e rifiuterà l'ingresso a molti richiedenti asilo, come ha annunciato la scorsa settimana il nuovo ministro degli Interni tedesco, Alexander Dobrindt. Chi sarà colpito esattamente da questo provvedimento? E questa politica è davvero legale? Il governo tedesco sostiene che lo è in base alle leggi tedesche e dell'UE. InfoMigrants ne ha parlato con due avvocati specializzati in diritto d'asilo, Matthias Lehnert che lavora a Lipsia, nella Germania orientale; ed Engin Sanli che lavora a Stoccarda, nel sud della Germania.
InfoMigrants: Chi si aspetta che sarà più colpito da questi nuovi provvedimenti?Matthias Lehnert: Tutti coloro che vogliono entrare in Germania con lo scopo di fare richiesta di asilo. Le persone vulnerabili dovrebbero essere esentate dai respingimenti alla frontiera, ma non è ancora chiaro come esattamente le persone saranno classificate o riconosciute come vulnerabili. Questo include non solo persone con passaporto di Paesi che la Germania considera “sicuri”, ma anche persone provenienti da altri Paesi. Il governo ha già ammesso che dei richiedenti asilo sono stati respinti al confine.
Engin Sanli: Penso che saranno colpiti soprattutto i richiedenti asilo provenienti da Paesi che il Parlamento tedesco ha ritenuto sicuri [n.d.r.: Stati membri dell'UE, Albania, Bosnia-Erzegovina, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia, Montenegro, Moldavia, Senegal, Serbia]. La nuova politica si basa in gran parte su un articolo della legge tedesca sul diritto d'asilo, l'articolo 18. Esso stabilisce che i richiedenti asilo possono essere respinti alla frontiera se provengono da un Paese sicuro o se un altro Paese è responsabile della loro richiesta di asilo. In pratica, la verifica della responsabilità di un altro Paese europeo per la richiesta di asilo di una persona - misure come l'inserimento delle sue impronte digitali in un database dell'UE - non può essere effettuata alla frontiera, quindi è probabile che le persone vengano comunque portate in centri di accoglienza e non respinte alla frontiera.
Le nuove disposizioni riguardano anche i richiedenti asilo che sono già in Germania?E.L.: No. Riguardano solo le persone che attraversano il confine per chiedere asilo, non le persone che sono già nel Paese.
M.L.: Una volta entrati in Germania, una volta superati i varchi di frontiera, è ancora possibile chiedere asilo.
Da oggi dunque tutti saranno fermati al confine?E.S.: No. In teoria la nuova politica può essere applicata ovunque lungo il confine tedesco, ma in pratica la polizia si concentrerà molto probabilmente sui punti di passaggio più frequentati dai migranti. Il governo tedesco vuole aumentare da 10.000 a 14.000 il numero di agenti di polizia che effettuano i controlli di frontiera, ma questo non è sufficiente per controllare ogni punto del confine.
Il ministro degli Interni tedesco ha dichiarato che i richiedenti asilo più vulnerabili dovrebbero essere esentati da questa politica. Ha elencato donne incinte e bambini. Esistono criteri giuridicamente vincolanti per stabilire chi è considerato vulnerabile?M.L.: C'è una direttiva europea sulla richiesta di asilo che elenca diversi tipi di gruppi vulnerabili, come le donne sole e incinte, i minori, alcune famiglie con bambini piccoli e le persone con problemi medici o psicologici. A mio parere, la polizia federale al confine non è in grado o non è qualificata per riconoscere realmente se una persona è vulnerabile; non è stata addestrata per questo, non ha alcuna qualifica per farlo. A volte è evidente che qualcuno è vulnerabile, come quando la gravidanza è evidente o si tratta di una donna sola con tre figli. Ma spesso, ad esempio con le vittime di traumi, è molto difficile applicare questi criteri per persone che non hanno una formazione e una valutazione adeguata.
Ci sono molte domande sulla tenuta legale di queste norme. Secondo lei, è legale che la Germania respinga i richiedenti asilo al confine?E.S.: Secondo la legge tedesca, ciò è consentito - i richiedenti asilo possono essere respinti, se provengono da un altro Stato dell'UE o da un altro Paese sicuro, ai sensi dell'articolo 18 della legge sull'asilo e dell'art. 16a della Costituzione. Ma secondo il diritto europeo, in particolare il regolamento Dublino III, ogni richiedente asilo deve essere esaminato, anche se un altro Paese è responsabile, prima di essere inviato in un altro Paese.
E poi c'è la questione se la Germania sia autorizzata a effettuare controlli di frontiera a lungo termine in base all'accordo di libera circolazione della zona Schengen; estendere continuamente i controlli di frontiera potrebbe anche violare l'accordo di Schengen.M.L.: Ritengo che questa politica non sia lecita. Il governo tedesco ha invocato una norma del diritto dell'UE che consente di sospendere il regolamento di Dublino in caso di emergenza. Ma non siamo in una situazione di emergenza: se si guarda ai numeri dell'asilo, sono diminuiti, non c'è un afflusso massiccio di migranti. È importante notare che il diritto UE è più importante del diritto tedesco. C'è anche una decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo che dice che ogni richiedente asilo ha diritto a una procedura di asilo adeguata, cosa che a mio avviso la politica di rimandare indietro le persone al confine viola.
Ci sono possibilità per i richiedenti asilo di contestare un rifiuto alla frontiera?E.S.: Se a qualcuno viene rifiutato l'ingresso alla frontiera tedesca, può opporsi legalmente e intentare una causa contro la decisione. I tribunali tedeschi di solito trasmettono il caso alla Corte di giustizia europea.
Prevede che ci siano ricorsi in tribunale da parte di organizzazioni a favore dei rifugiati per quanto riguarda il respingimento dei richiedenti asilo alla frontiera tedesca?E.S.: Queste organizzazioni possono contestare questi provvedimenti in due modi. Il primo è quello di intentare una causa contro le nuove norme, affermando che esse sono incostituzionali. Penso che sia improbabile che ciò accada, perché la Costituzione tedesca consente di respingere alle frontiere, come ho detto. La seconda opzione sarebbe che le organizzazioni sostenessero legalmente e finanziariamente le persone respinte alla frontiera per impugnare il respingimento in tribunale. Penso che questo probabilmente accadrà, alcune organizzazioni come Amnesty International e ProAsyl hanno detto che intendono agire in questo modo.
M.L.: Mi aspetto che questa politica venga contestata nei tribunali.
14 Maggio 2025 - Mercoledì 21 maggio, a Roma, dalle ore 19, presso la Sala Italia UNAR, in via Aldrovandi, 16, si approfondirà il tema "L'umanità che si muove. Emigrazione, migrazioni, accoglienza. Il caso Basilicata".
Il programma:
Saluti
dott.ssa Eleonora Locuratolo, presidente Associazione dei Lucani a Roma.
Interventi
mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes.
“La Fondazione Migrantes: presente e prospettive”.
dott.ssa Cristina Molfetta, curatrice del report "Il diritto d’asilo".
"Popoli in cammino senza diritto d’asilo”.
dott.ssa Delfina Licata, curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo.
“Oltre i confini: dati e volti della migrazione italiana”.
dott. Luigi Scaglione, presidente Centro studi Internazionali Lucani nel Mondo.
“Il caso Basilicata...”.
Conclusioni
on. Giampaolo D’Andrea, storico.
L'evento è promosso dall'Associazione dei lucani a Roma, in collaborazione con il Centro studi internazionali Lucani nel mondo e la Fondazione Migrantes, in vista della giornata dedicata ai lucani nel mondo, che ricorre il 22 maggio.
14 Maggio 2025 - Il 15 maggio è in programma (online, prenotazione obbligatoria) un incontro sul tema delle politiche europee per la migrazione, il secondo del percorso di formazione "Le parole per dirlo", promosso dall’ufficio Migrantes della Diocesi di Mondovì.
Dopo l'introduzione di Franco Chittolina (presidente di Apiceuropa), interviene Michela Castellino, collaboratrice di APICEUROPA, laureata in PISE (Philosophy, International and Economic Studies) presso l’università Cà Foscari di Venezia, e neolaureata nel Master in International Migration and Refugee Law and Policy conseguito presso l’Università di Galway. Apiceuropa è un’associazione, in rete con soggetti della società civile organizzata, nata per informare e sensibilizzare sui temi della politica e delle culture europee e animare approfondimenti e confronti sulle prospettive future dell’Unione Europea.
Il progetto "Le parole per dirlo" intende formare un linguaggio e una visione comune tra gli operatori e tutte le persone che si sentono coinvolte nella tematica della mobilità umana.
14 Maggio 2025 - È arrivato a Cagliari lo scorso 2 maggio dalla Diocesi di Orlu in Nigeria, padre Raymond Ihenetu, accolto dall’arcivescovo mons. Giuseppe Baturi e dal direttore dell’Ufficio diocesano Migrantes Enrico Porru. Sarà lui, come cappellano, ad accompagnare le comunità africane anglofone presenti nel territorio diocesano.
Un nuovo impegno frutto della rete tra le due diocesi – anche grazie alla Fondazione Migrantes – per andare incontro alle esigenze di queste comunità, in particolare quella nigeriana (la più numerosa, con 600 – 700 componenti) con cui l’Ufficio diocesano porta avanti un percorso di cura pastorale, in sinergia con la parrocchia del SS. Salvatore di Selargius.
Un percorso con cui «cerchiamo – spiega Porru – di rispettare la specificità culturale di questa comunità, ma allo stesso tempo la accompagniamo in un percorso di integrazione fondato e radicato sull’incontro e sul rispetto reciproco».
«Spero – spiega padre Raymond – di poter aiutare a integrare persone di culture diverse in un unico gregge attraverso la testimonianza del Vangelo. Mi impegnerò ad accompagnare spiritualmente queste persone, a migliorare e sostenere la crescita di buoni rapporti con la comunità che le accoglie, attraverso l’amore di Dio. Abbiamo bisogno gli uni degli altri per costruire una società migliore. La Chiesa è una e siamo tutti lo stesso popolo di Dio. Ringrazio – conclude – per questa opportunità l’arcivescovo di Cagliari mons. Giuseppe Baturi e mons. Augustine T. Ukwuoma, vescovo di Orlu e il suo ausiliare, mons. Thomas I. Obiatuegwu».
13 Maggio 2025 - Lunedì 12 maggio, nella Sala riunioni del Consultorio di Avezzano è stato firmato il protocollo d’intesa tra l’Area Marsica della Asl 1 Abruzzo e la Diocesi di Avezzano per l’integrazione della mediazione culturale nei servizi Socio Sanitari offerti dai consultori familiari. Il protocollo è stato firmato dalla dottoressa Antonella Busico per la Asl 1 Abruzzo e dal vescovo, S.E. mons. Giovanni Massaro, per la Diocesi.
L’intesa mette a sistema prassi operative già consolidate dalla collaborazione realizzata tra gli enti nei mesi precedenti e intende favorire l’accesso ai servizi sanitari e socio-sanitari delle persone con background migratorio, migliorare la comunicazione tra gli operatori sanitari e gli utenti stranieri, promuovere la conoscenza e la consapevolezza dei diritti sanitari tra le comunità migranti e in particolare le opportunità di diagnosi, cura, prevenzione ed educazione offerte dai consultori.
I mediatori culturali, selezionati dal servizio Migrantes della diocesi di Avezzano, saranno coinvolti oltre che nell’affiancamento degli operatori sanitari nelle prestazioni consultoriali anche in attività di educazione, sensibilizzazione e promozione della salute materno-infantile, dell’affettività e della prevenzione e il contrasto della violenza di genere.
I servizi sanitari e le cure mediche non sono facilmente accessibili a tutti coloro che risiedono più o meno stabilmente nel territorio nazionale. Ciò purtroppo vale in particolar modo per chi proviene da paesi non comunitari e si trova in una condizione socio-economica di marginalità. L’intento dell'iniziativa è quello di accompagnare gli utenti che, con il percorso migratorio, hanno perso la rete di rapporti sociali e il supporto di esperienze e pratiche familiari, al confronto con gli usi e i costumi italiani, anche nel contesto sanitario e socio-sanitario.
«È un segno concreto di un impegno condiviso per l’umanizzazione della cura - ha detto mons. Massaro -, per una sanità che si fa prossimità, ascolto, inclusione. Il servizio di mediazione culturale – con spirito evangelico – vuole essere proprio questo: un ponte. Un gesto concreto per dire a ogni donna, a ogni famiglia, a ogni migrante: “Tu sei il benvenuto, tu sei atteso, la tua dignità è riconosciuta”».
13 Maggio 2025 - L’Integrazione Film Festival (IFF), organizzato da Cooperativa Ruah e sostenuto anche dalla Fondazione Migrantes, torna all’Auditorium CULT! di Piazza della Libertà e per la prima volta al Donizetti Studio a Bergamo.
Ad aprire IFF 2025 (13-17 maggio 2025), il concorso cinematografico internazionale che dal 2007 è dedicato a cortometraggi e documentari su intercultura, identità, inclusione e intersezionalità, presso l'Auditorium CULT! di P.zza delle Libertà, il docufilm Dahomey di Mati Diop (67’, o.v. con sottotitoli in italiano - Francia, Senegal, Benin, 2024).
IFF 2025, con la direzione artistica della sceneggiatrice e regista afroitaliana Daphne Di Cinto, fa un ulteriore passo avanti nella ricerca di linguaggi che siano strumenti di unione e confronto attraverso l’individuazione delle "zone" d'intersezione tra gruppi sociali differenti, in cui risultino evidenti i punti di connessione e condivisione su cui lavorare per costruire una vera comunità integrata.
I film in concorso saranno visibili gratuitamente in streaming nella sala virtuale di Zalab tramite registrazione sul sito https://zalab.org/ con possibilità di votare. Tutti gli eventi saranno inoltre prenotabilihttps://IFF-IntegrazioneFilmFestival2025.eventbrite.it
13 Maggio 2025 - Nella domenica del Buon Pastore, l'11 maggio, si è svolto a Tindari il 26° pellegrinaggio organizzato dalla Cappellania srilankese dell’arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, affidata alla cura pastorale di p. Phillip Perera, religioso francescano del Terzo Ordine Regolare.
La devozione degli srilankesi alla Madonna Nera di Tindari è cresciuta nel tempo, coinvolgendo ogni anno migliaia di fedeli provenienti da tutta la Sicilia e da Napoli. Quest’anno si sono registrate oltre tremila presenze: i pellegrini, in auto o pullman, hanno raggiunto il promontorio su cui sorge la Basilica Santuario.
L’appuntamento è tradizionalmente fissato al “parcheggio degli ulivi”, dove viene predisposto il fercolo con il simulacro della Madonna, intronizzata e ornata con una ricca corona di fiori colorati. La banda musicale, gli stendardi delle varie associazioni e le donne in abiti tradizionali ed eleganti (“hatte”) hanno fatto da cornice all’accoglienza di p. Sanjeewa Mendis, nuovo Coordinatore nazionale delle Comunità srilankesi in Italia, a cui è stata offerta una collana di fiori.
Dal luogo del raduno ha preso avvio la processione, animata da preghiere e canti mariani, fino al piazzale antistante il Santuario. Qui è stato liberato verso il cielo un Rosario composto da palloncini bianchi e azzurri.
Cuore della giornata è stata la celebrazione eucaristica presieduta da p. Mendis, in una Basilica gremita all’inverosimile. La liturgia, curata in ogni dettaglio, ha visto il servizio attento dei ministranti, l’animazione del coro e il servizio d’ordine affidato ai giovani della Cappellania messinese di Sant’Elia e Ganzirri.
L’omelia del celebrante ha offerto numerosi spunti di riflessione. P. Mendis ha espresso la gioia di essere per la prima volta in Sicilia dopo l’incarico ricevuto dalla Chiesa italiana tramite la Fondazione Migrantes, e di presiedere proprio a Tindari una celebrazione così significativa per le Cappellanie cattoliche srilankesi. Ha poi evidenziato come il Santuario mariano, con i suoi splendidi mosaici, sia un autentico trattato di mariologia, una catechesi visiva che aiuta a comprendere il ruolo di Maria quale Madre della Chiesa e Madre nostra. «In tutte le Scritture – ha sottolineato – troviamo riferimenti alla Vergine, dalla Genesi all’Apocalisse, e la sua presenza è evidente nei momenti più importanti della Storia della Salvezza».
Commentando il Vangelo del Buon Pastore, p. Mendis ha ricordato come Maria rappresenti il modello perfetto di chi ascolta la voce del Signore: la sua vita è un esempio di ascolto profondo e di obbedienza piena alla volontà divina, come dimostra la scena dell’Annunciazione, dove risponde con un "sì" senza riserve al mistero dell’Incarnazione.
Prima della benedizione finale, p. Phillip Perera ha rivolto un sentito ringraziamento al Coordinatore nazionale e a tutti i Cappellani intervenuti. Un grazie particolare è stato riservato a p. Giuseppe Gaglio, rettore del Santuario di Tindari, per l’accoglienza e la sensibilità dimostrate verso le necessità della comunità srilankese.
L’occasione ha permesso inoltre un incontro tra p. Mendis e il direttore dell’Ufficio Regionale per le Migrazioni della C.E.Si., diacono Santino Tornesi, che ha presentato brevemente l’impegno della pastorale della mobilità umana in Sicilia, realtà che coinvolge e interpella le diciotto Chiese dell’Isola. (diac. Santino Tornesi, direttore Migrantes Sicilia)
[caption id="attachment_58653" align="aligncenter" width="1020"] (foto: Migrantes Messina)[/caption]
12 Maggio 2025 - Domenica 11 maggio, alle ore 11.00, l’autoscontro del Luna Park di Carpi si è trasformato in una chiesa giubilare, nel giorno in cui a Roma si svolgeva il programma del Giubileo delle bande e dello spettacolo popolare.
L’arcivescovo di Modena Nonantola e Carpi, mons. Erio Castellucci, ha celebrato la Santa Messa per le famiglie e lavoratori dello spettacolo viaggiante. La celebrazione è il primo appuntamento nell’ambito del programma di eventi per festeggiare il patrono della città e della diocesi di Carpi, san Bernardino da Siena, con la presenza di alcune autorità dell’amministrazione locale di Carpi e del presidente del Festival della Migrazione, Edoardo Patriarca.
Per tutti un momento di festa frutto di un percorso che dal 2009 vede impegnati, insieme le famiglie dei giostrai, diversi operatori pastorali di Migrantes e durante il quale ogni tre anni si celebrano i sacramenti dell’iniziazione cristiana.
La Messa all’interno del Luna Park ha un alto valore simbolico e, oltre a essere un luogo adeguato a contenere così tante persone e famiglie, segna il desiderio di far conoscere quel particolare ambiente di lavoro e per avvicinare la Chiesa di Carpi a questa comunità itinerante.
La Messa si è conclusa con benedizioni personali a tutte le famiglie presenti e un augurio a tutte le mamme in occasione della loro festa, con la consegna di un fiore e una medaglietta del giubileo. Al termine della celebrazione, il gruppo di famiglie e lavoratori di Carpi si è collegato con alcuni amici dello spettacolo viaggiante presenti in piazza San Pietro per il Giubileo e per la recita del primo Regina Caeli del Papa.
[caption id="attachment_58648" align="aligncenter" width="1024"] (foto: Stefano Croci)[/caption]
12 Maggio 2025 - Papa Leone XIV ha incontrato questa mattina gli operatori dei media di tutto il mondo. Facendo riferimento al Discorso della Montagna (Mt 5,9), ha ricordato "l’impegno di portare avanti una comunicazione diversa", che "non ricerca il consenso a tutti i costi, non si riveste di parole aggressive, non sposa il modello della competizione, non separa mai la ricerca della verità dall’amore con cui umilmente dobbiamo cercarla".
Il Papa chiede di "dire no alla guerra delle parole e delle immagini", perché "dobbiamo respingere il paradigma della guerra", perché la pace "comincia da ognuno di noi: dal modo in cui guardiamo gli altri, ascoltiamo gli altri, parliamo degli altri".
Esprimendo la sua solidarietà ai giornalisti incarcerati, ha voluto sottolineare "il coraggio di chi difende la dignità, la giustizia e il diritto dei popoli a essere informati, perché solo i popoli informati possono fare scelte libere".
Dopo aver ricordato l'ultimo messaggio di papa Francesco per la prossima Giornata mondiale delle comunicazione sociali, Leone XIV ha contrapposto la comunicazione "fragorosa, muscolare" alla comunicazione "capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce". E ha declinato sul tema della comunicazione le sue prime parole da Pontefice: "Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra. Una comunicazione disarmata e disarmante ci permette di condividere uno sguardo diverso sul mondo e di agire in modo coerente con la nostra dignità umana".
12 Maggio 2025 - "In questa domenica, da sessantadue anni, si celebra la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. E inoltre oggi Roma ospita il Giubileo delle Bande musicali e degli Spettacoli popolari. Saluto con affetto tutti questi pellegrini e li ringrazio perché con la loro musica e le loro rappresentazioni allietano la festa, la festa di Cristo Buon Pastore: sì, è Lui che guida la Chiesa con il suo Santo Spirito". Roma e il mondo attendevano con gioia e curiosità il primo Regina Caeli di papa Leone XIV, che proprio in questa occasione ha salutato così anche le tante realtà dello spettacolo viaggiante, incluse tra i partecipanti al Giubileo.
[caption id="attachment_58627" align="aligncenter" width="1024"] (foto: Vatican Media/SIR)[/caption]
Una doppia festa inattesa, dopo il lutto per la morte di papa Francesco e l'incertezza su un pellegrinaggio programmato e organizzato da tempo per le oltre 13 mila persone provenienti in gran parte dall’Italia, ma anche da Stati Uniti, Malta, Polonia, Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Brasile, Messico, Australia, Argentina.
Sono arrivate in processione gioiosa in piazza San Pietro, dopo avere dedicato la giornata di sabato alla preghiera e al passaggio della Porta Santa; e poi, nel pomeriggio, ad animare un grande evento collettivo dislocato in 31 piazze del centro di Roma, con le esibizioni di oltre 100 bande e gruppi da tutto il mondo, accolte con gioia e sorpresa da romani e turisti. A chiudere la giornata “Gioia e Speranza: lo Spettacolo Popolare a Piazza di Santa Maria in Trastevere”, un evento, organizzato e promosso dalla Fondazione Migrantes, offerto gratuitamente dagli artisti coinvolti e apprezzato dal folto pubblico presente.
"Siamo soddisfatti e contenti: contenti della gioia che abbiamo visto sui volti, della commozione delle persone che abbiamo accompagnato sotto alla Loggia delle Benedizioni - ha detto mons. Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes -. E siamo contenti dell'impegnativo e lungo lavoro preparatorio che c'è stato, del clima di comunione che abbiamo riscontrato tra tutti coloro che hanno partecipato all'organizzazione di questo Giubileo".
Circensi, fieranti, lunaparchisti, artisti di strada, burattinai e marionettisti, musica meccanica, gruppi folklorici, madonnari. Chi sono queste persone. Sono "figli di Dio, con la stessa dignità di ogni persona", come ricorda all'agenzia SIR sr. Lucia Mazzoleni, Orsolina di Maria Vergine Immacolata, impegnata nell’Ufficio pastorale migranti di Bergamo con queste persone. Per il loro specifico lavoro “hanno una vita itinerante, viaggiano da una piazza all’altra, da una città all’altra per portare il loro spettacolo e divertimento. Si muovono sempre con la famiglia intera perché non lavorano in trasferta ma in mobilità. Girando di piazza in piazza spesso sono considerati come forestieri ovunque sostano. Negli spostamenti sono sottoposti a leggi da rispettare, che spesso intralciano la loro sosta e il loro lavoro, nonostante lo Stato italiano riconosca la funzione sociale dei circhi e dello spettacolo viaggiante".
Un mondo “tanto amato da papa Francesco", perché fa parte della “grande famiglia che porta gioia, festa e tanti sorrisi nei nostri paesi, in occasione delle feste e sagre paesane”, ha aggiunto - sempre intervistato dall'agenzia SIR - don Mirko Dalla Torre, referente per la pastorale dello spettacolo viaggiante della Conferenza episcopale del Triveneto.
Un'occasione per ricordare anche che l'impulso dato in Italia nella Chiesa all'impegno a favore di coloro che per motivi di lavoro non hanno una “fissa dimora” si deve soprattutto a don Dino Torreggiani, "noto come l’Apostolo delle carovane e degli spettacoli viaggianti, fondatore dei Servi della Chiesa. Per lui si è conclusa nella diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, l’inchiesta diocesana circa la vita, le virtù e la fama di santità. Nel 1958 ha dato vita all’Opera per l’assistenza spirituale ai nomadi in Italia".
"In effetti - conclude mons. Felicolo - a volte è difficile far partecipare e far ri-conoscere la presenza, anche nella vita della Chiesa, di queste persone che noi incontriamo e seguiamo pastoralmente ogni giorno. Mi auguro che questa bella esperienza possa aggiungere un po' più di consapevolezza su questo bel mondo di umanità e gioia dello spettacolo viaggiante".
[caption id="attachment_58626" align="aligncenter" width="1024"] "Pellegrini della speranza", l'opera dei madonnari a piazza S. Maria in Trastevere, in occasione dell'evento promosso dalla Fondazione Migrantes. (foto: Associazione Madonnari Rodomonte Gonzaga)[/caption]
9 Maggio 2025 - Grazie all’8xmille alla Chiesa cattolica, dal 1990, ogni anno vengono realizzati migliaia di progetti, secondo tre direttrici fondamentali di spesa: culto e pastorale, sostentamento dei sacerdoti diocesani, carità in Italia e nei Paesi in via di sviluppo. Una firma che si traduce in accoglienza, solidarietà e speranza. Ne parliamo con S.E. mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei.
Qual è il valore della firma dell’8xmille alla Chiesa cattolica?
Destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica ha un valore enorme in termini di solidarietà e democrazia. Con le risorse a disposizione si va incontro ai bisogni degli ultimi, di chi non ha un tetto o un lavoro, di chi è vittima della tratta, di chi si ritrova in condizioni di disagio, dei bambini, di chi deve curarsi, di chi sfugge da guerre, catastrofi naturali ed emergenze. Insomma, di chiunque abbia necessità, sia italiano che straniero. E questo accade nelle grandi città, nei piccoli centri e nelle periferie, negli angoli più dimenticati del mondo.
Come previsto dalla legge, i fondi possono essere utilizzati per le esigenze di culto e di pastorale, per gli interventi caritativi nelle diocesi e nei Paesi in via di sviluppo oltre che per il sostentamento del clero. Concretamente, con l’8xmille si riesce a restituire dignità a un’umanità spesso ai margini e sofferente e a dare supporto ai sacerdoti sul territorio e al di là dei confini nazionali. La firma è un gesto semplice, che non costa nulla, ma ha ricadute importantissime per la comunità, per il welfare, per il bene comune perché le risorse permettono di combattere il degrado sociale, di promuovere il volontariato e la corresponsabilità, di favorire la creatività delle comunità ecclesiali, di recuperare e tutelare il patrimonio artistico e culturale dei nostri territori. In sintesi, di salvare vite umane e di prendersi cura dell’uomo, in ogni contesto, a qualunque latitudine.
Secondo lei, l’8xmille, ormai in vigore dal 1990, ha cambiato il volto della Chiesa in Italia e nei Paesi in via di sviluppo?
Basta scorrere i dati del Rendiconto, che ogni anno viene pubblicato, per comprendere quanta speranza, quanto bene e quanta dignità scaturiscono dalle firme dell’8xmille alla Chiesa cattolica. Solo nel 2023, per gli interventi caritativi in Italia, sono stati destinati 150 milioni di euro, ripartiti tra le 226 diocesi, mentre sono stati approvati ben 440 progetti a livello internazionale, per sostenere alfabetizzazione e scolarizzazione, salute, formazione professionale in campo sanitario, agricolo-ambientale, economico e cooperativo e delle comunicazioni sociali, promozione umana e difesa delle etnie minoritarie. Sono cifre, numeri, percentuali da cui traspaiono volti, storie, sogni e ripartenze, dedizione, pezzi di strada fatti insieme, mani tese e sorrisi condivisi.
A fronte del calo progressivo delle scelte 8xmille a favore della Chiesa cattolica che appello farebbe ai cattolici perché firmino e invitino a firmare per la Chiesa cattolica?
In un tempo di divisioni e contrapposizioni crescenti, è urgente riscoprire l’importanza di valori come il bene comune, la solidarietà, la partecipazione. Firmare per l’8xmille alla Chiesa cattolica fa la differenza, spesso anche tra il vivere e il morire, per migliaia di persone. Non è retorica, ma realtà. Io stesso ho avuto modo di constatarlo in diverse occasioni, ad esempio in Siria e in Libano, dove i poveri ora possono curarsi e nutrirsi, in situazioni in cui altrimenti sarebbe stato impossibile. Tutti, sia chi presenta il 730 o il Modello Redditi Persone Fisiche, ma anche i pensionati e chi non è obbligato a presentare la dichiarazione, possono contribuire – senza costi, perché l’8xmille non è una tassa in più – a mettere in circolo amore, bellezza e speranza. E questo fa bene a chi di queste risorse ne usufruisce, alla Chiesa, allo Stato e al suo welfare, alla società, a ciascuno. Provare per credere.
8XMILLE: COME SI DESTINA?
I contribuenti indicano la propria scelta con una firma in una delle caselle degli appositi spazi predisposti su tutti i modelli della dichiarazione dei redditi. I soggetti destinatari dell’8xmille, tra i quali c’è anche lo Stato, possono variare ogni anno, perché il meccanismo è aperto: ogni confessione religiosa può infatti stipulare accordi con lo Stato italiano e chiedere di aderire all’8xmille. Questo garantisce la pluralità religiosa.
LA FIRMA VALE PER SEMPRE?
No. Il meccanismo non è automatico. Ogni anno è necessario scegliere nuovamente a chi destinare l’8xmille.
CHE COSA BISOGNA FARE PER DESTINARE L’8XMILLE ALLA CHIESA CATTOLICA?
Ogni contribuente potrà destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica attraverso il modello normalmente usato per la dichiarazione dei redditi:
Il modello 730 – 730-1.
Il modello CU (Certificazione Unica).
Il modello Redditi PF.
Alla scelta, è bene precisarlo, possono partecipare anche i possessori del modello CU che non hanno obblighi fiscali.
SE NON FIRMO, CHI DECIDE DOVE VA L’8XMILLE?
Lo decide chi, al contrario, ha firmato. Lo Stato italiano, infatti, distribuisce tutti i fondi in base alle scelte espresse dai cittadini che hanno firmato. Se su 100 contribuenti firmano in 50, tutto l’8xmille messo a disposizione dallo Stato sarà ripartito in base alle scelte fatte da questi 50 contribuenti.
SE FIRMO PAGO DEI SOLDI IN PIÙ?
No. Ogni firma equivale ad una preferenza che indica a chi indirizzare l’8xmille delle tasse già pagate da tutti. Perciò ogni firma vale allo stesso modo: non c’è differenza tra quella di un operaio e quella di un imprenditore.
9 Maggio 2025 - “Ancora una volta il nuovo Papa è figlio di emigranti, non dell’America del Sud, come per Papa Francesco, ma dell’America del Nord. Anche Leone XIV è figlio di uomini che si sono messi in cammino, in questo caso dalla Francia, che usciva da una devastante guerra con l’Impero Austro-ungarico, per fuggire dalla miseria e ricominciare una nuova vita”.
Lo ricorda al Sir mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e presidente della Commissione Cei per le Migrazioni ricordando che il nuovo Papa è “figlio del cattolicesimo americano del ‘900, che è frutto di una sintesi straordinaria di diversi elementi culturali, ecclesiali che hanno formato una nuova Chiesa, che Leone XIII aveva accompagnato nei suoi primi passi, anche con l’aiuto di pastori come il santo Giovanni Battista Scalabrini e di religiose come santa Francesca Cabrini, la prima santa statunitense, perché aveva ottenuto la cittadinanza di quel Paese dove era arrivata su indicazione dello stesso Leone XIII”.
La Chiesa di Leone XIV, dalle sue prime parole, risponderà attraverso una Chiesa “aperta”, “sinodale”, “missionaria”: una Chiesa “in uscita – dice mons. Perego – “capace di purificarsi, di rinnovarsi e non di rinchiudersi. Tutto questo fa pensare che Leone XIV continuerà il cammino sinodale intrapreso da Papa Francesco e che avrebbe voluto seguire per un nuovo triennio”.
8 Maggio 2025 - Habemus Papam! Il Conclave ha eletto il card. Robert Francis Prevost, religioso agostiniano statunitense, già Prefetto del Dicastero per i Vescovi, che ha scelto il nome di Leone.
"La pace sia con tutti voi" sono le state le sue prime parole. Ha fatto riferimento alla pace di Cristo risorto, "disarmata e disarmante". Ha ricordato le parole di papa Francesco a Pasqua e ringraziato il suo predecessore. E poi l'invito a cercare "insieme" la carità e il dialogo, e a costruire ponti. Il riferimento a s. Agostino. Il legame forte con la sua diocesi in Perù. L'affidamento alla Madonna di Pompei.
La Fondazione Migrantes gioisce con la Chiesa. Ed è fiduciosa che non mancherà nel cuore del nuovo Pontefice, con la modalità sua propria, l'ispirazione del magistero di papa Francesco sui migranti e sulle cause delle migrazioni forzate, con le tragedie inaccettabili e non inevitabili che le accompagnano.
8 Maggio 2025 - Grazie ai fondi 8xmille della Chiesa cattolica messi a disposizione dalla Conferenza episcopale italiana, la Fondazione Migrantes è in grado di sostenere ogni anno decine di progetti specifici, volti all'inclusione sociale e alla promozione umana di cittadine e cittadini italiani e stranieri. Fra questi, alcuni di quelli della Cooperativa Sophia, con iniziative a favore della formazione e dell'inclusione lavorativa dei giovani. Se n'è occupato anche l'ultimo numero di Migranti Press.
È il racconto al centro della nuova puntata di “Incontri in cammino” in onda giovedì 8 maggio 2025 dalle 17.30 su Radio Mater, curata dalla Fondazione Migrantes. Federica Pennino, vicepresidente della Cooperativa Sophia, e Arianna Cocchi, responsabile della comunicazione per la stessa cooperativa, dialogano con Simone Varisco.
"Migrantes. Incontri in cammino" è lo spazio radiofonico mensile della Fondazione Migrantes dedicato ai temi della mobilità umana. Va in onda su Radio Mater ogni secondo giovedì del mese, dalle 17.30 alle 18.30.
• Diretta streaming: http://www.radiomater.org/it/streaming.htm
• Frequenze radio: https://www.stazioniradio.it/frequenze.php?di=Radio%20Mater
8 Maggio 2025 - Sabato 10 e domenica 11 maggio 2025, come da programma originario, Roma ospiterà il Giubileo delle Bande e dello Spettacolo Popolare, dedicato alle bande e a tutte le categorie afferenti allo spettacolo popolare in tutto il mondo, dagli artisti di strada ai circensi, dai gruppi folkloristici ai molti volti dello "spettacolo viaggiante".
Il Giubileo delle Bande e dello Spettacolo Popolare coinvolgerà più di 13 mila partecipanti provenienti in gran parte dall'Italia, ma saranno presenti anche gruppi numerosi da Stati Uniti, Malta, Polonia, Spagna, Francia, Germania, Regno Unito, Brasile, Messico, Australia, Argentina.
Sabato 10 maggio, dalle 8.00 alle 18.00, si terranno i pellegrinaggi organizzati alla Porta Santa della Basilica di San Pietro dei partecipanti al Giubileo.
Dalle 16.00 alle 19.00, poi, sarà possibile assistere gratuitamente a un grande evento collettivo dislocato in 31 piazze del centro di Roma, con le esibizioni di oltre 100 bande e gruppi da tutto il mondo.
Al termine della giornata "Gioia e Speranza: lo Spettacolo Popolare a Piazza di Santa Maria in Trastevere", organizzato e promosso dalla Fondazione Migrantes, in programma dalle ore 19.00, appunto, in piazza S. Maria in Trastevere.
Si esibiranno:
Associazione Folklorica "Norbensis".
La Compagnia del Re Gnocco di Mapello.
Circo Rony Roller.
Gruppo Firlinfeu "Renzo e Lucia".
Gruppo Folk Santu Franziscu.
Circo Elder Errani.
Associazione Musicandos "I Tamburellisti di Otranto".
Gruppo Folkloristico Gazzara.
Banda Santa Catarina WM di Malta.
Gruppo Folk Triskélion.
Insieme Siciliano di Arte, Musica e Canto Popolare.
Canterini della Riviera Jonica Melino Romolo.
Associazione "I Cariddi".
Associazione d'arte Madonnara Rodomonte Gonzaga.
In piazza Cavour, infine, domenica 11 maggio si terrà alle ore 10.00 la Santa Messa presieduta da S.E. mons. Rino Fisichella, responsabile dell’organizzazione del Giubileo 2025. L’ingresso in Piazza sarà possibile a partire dalle 8.00 e la celebrazione non richiede alcun tipo di biglietto.
Al termine della Celebrazione eucaristica i pellegrini si recheranno processionalmente verso piazza San Pietro. Durante il percorso i gruppi partecipanti si esibiranno liberamente, marciando in pellegrinaggio verso la piazza.