24 Dicembre 2020 - A Betlemme, l’ingresso della Basilica della Natività è una porta piccola e bassa. Per attraversarla serve curvarsi, e parecchio.
È lì da secoli e inchinarsi è l’unico gesto da fare per entrare. Quella porta è parte integrante del mistero contenuto all’interno della Basilica. Non è ‘nonostante’ quella porta ma ‘attraverso’ quella che porta si arriva al luogo in cui Dio ha raggiunto gli uomini in terra.
In questi giorni si sente dire in giro: ‘nonostante tutto quello che sta capitando, buon Natale!’ Ci si permetta. No!
Il mistero del Natale è in quello che ci sta capitando oggi, è in quello che nella storia accade. A partire dalle situazioni meno abbienti: Dio continua a nascere proprio in quelle situazioni ritenute scomode, impopolari, evitate o addolcite quando proprio non possono essere evitate.
Natale è proprio là. Non serve girarci intorno ma è necessario solo chinarsi e accogliere quel mistero … in questa vita, e non in un’altra. La presentazione delle tante beneficenze che ci vengono proposte, mirano più a toccare le emozioni che non quella presenza: se ci viene chiesto di andare verso un povero, un escluso, un esule, una persona nel bisogno non è per stare meglio noi ma perché Dio è nato là. Dio è in quel luogo umano e geografico.
I Vangeli delle messe vespertina, della notte, dell’aurora e del giorno ci accompagnano in un particolare aspetto di questo mistero, come una progressiva rivelazione da parte di Dio e di comprensione da parte dell’Uomo: il Verbo che si cala nella storia dell’umanità (vigilia); Gesù accolto nell’intimità della sua famiglia umana (notte); la visione e l’adorazione dei pastori (aurora); “il Verbo che si fa carne e viene ad abitare in mezzo a noi”. Dio arriva così. L’accoglienza fa la differenza.
Se per noi Natale non è questo, meglio cambiare basilica.
Buon Natale a tutti.
p. Gaetano Saracino