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Elogio dei piccoli gesti

22 Aprile 2020 - Roma - Un sorriso, un abbraccio, uno sguardo, un respiro… Chissà quanti sono i gesti che ogni giorno creano comunicazione a volte in maniera volontaria, a volte in maniera inconscia. In queste settimane di lockdown, i piccoli gesti quotidiani stanno acquistando un valore inestimabile. La solitudine interiore ed esteriore può diventare insopportabile. Ecco, allora, l’importanza e il valore della cura di un cuore che si apre e comunica anche senza parole. E questo diventa ancora più importante per chi, purtroppo, vive da solo. Una telefonata, un messaggio, una video-chiamata, oltre che creare un ponte che valica le distanze, condensano quell'apertura d’animo che sta a fondamento della famiglia umana. “La comunicazione ha il potere di creare ponti, di favorire l’incontro e l’inclusione”, scriveva Papa Francesco nel messaggio per la 50ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. In tempo di pandemia, puntellare i nostri ponti con un’attenzione ai piccoli gesti è una prospettiva di senso di non poco conto. La prossimità passa soprattutto da questa strada.​

Vincenzo Corrado

Comunicazione del futuro:essenziale, purché autentica

15 Aprile 2020 - Roma - Il futuro sarà segnato da un ritorno all'essenziale. Una delle consegne che questo tempo di prova ci lascerà, secondo molti, sarà proprio il tornare all'essenza delle cose. È un ritornello che sta accompagnando le nostre giornate, quasi a voler allungare lo sguardo verso quel dopo tanto desiderato. E non potrebbe essere altrimenti... Due riflessioni  però vengono sollecitate da questa prospettiva per i mass media. Anzitutto “il ritorno” presuppone una conoscenza o un’esperienza previa. Chiediamoci che cosa consideravamo essenziale "prima", e ora? La situazione forte che stiamo vivendo richiede un esame di coscienza sul percorso da intraprendere, perché questo “ritorno” non significhi passato ma futuro, costruito sulle basi solide delle sofferenze patite. E, poi, l’essenziale... Cosa rappresenta per la comunicazione? In che modo coniugare l’essenzialità con la molteplicità dei messaggi e delle fonti? Sicuramente attingendo dalla fonte pura dell’etica e della deontologia. Perché il profumo dell’essenza non sia coperto dal puzzo delle fake news. Una comunicazione essenziale è credibile quando è autentica e ha fondamenta salde, non transitorie. Credere è avere fiducia, che, a sua volta, è essenziale sia ben riposta. La nostra responsabilità, per oggi come per il futuro, parte da qui. (Vincenzo Corrado)    

Don Maffeis: viviamo questo giorno con perseveranza e con la pazienza dell’attesa

11 Aprile 2020 -   Roma - “Il giorno più lungo, più difficile, incastonato tra le tenebre del Venerdì Santo e l’alba di Pasqua, il giorno del silenzio di Dio, dello smarrimento dei discepoli, del loro pianto disperato quando tutte le aspettative vengono meno e le stesse parole della fede sembrano prive di forza, di mordente, di verità”. Don Ivan Maffeis, sottosegretario e portavoce della Cei, definisce, in un video pubblicato sui media Cei, così il Sabato Santo che è anche “il giorno di Maria, la madre, che, nel dolore per la morte del figlio, non smette di aspettare, di credere che il sepolcro non resterà alla fine della strada”. Il senso di questo giorno, ammette don Maffeis, “è dilatato dalla grave situazione sanitaria ed economica nella quale ci troviamo, con tutte le insicurezze e le paure che ci butta addosso”. Secondo il sottosegretario della Cei, tuttavia, “è un giorno che più che subire, possiamo provare ad abitare”. Ad esempio, “coltivando la memoria dei nostri cari non solo con la nostalgia, non solo col dolore del distacco e dell’assenza, ma facendo nostro il loro esempio di vita, la loro fiducia in Dio, i tanti segni che ci hanno lasciato e che costituiscono il vero patrimonio di ciò che siamo”. L’invito è allora quello di vivere “questo lungo Sabato Santo, questa stagione di mezzo con perseveranza, con la pazienza dell’attesa, senza smettere di leggere questo nostro tempo con uno sguardo di fede che non vuol dire sottovalutare le difficoltà, ma credere che Colui che fa nuove tutte le cose non si dimentica né del crocifisso né in Lui di ciascuno di noi”. ​  

Il compendio della comunicazione

9 Aprile 2020 -

Roma - I giorni che ci stanno davanti e che ci conducono alla celebrazione della Pasqua costituiscono, nella loro essenza, un compendio della comunicazione.

In questo momento particolare per il Paese e per la vita di ciascuno di noi, vale la pena riprenderne il portato per disegnare uno scenario nuovo, pasquale appunto.

Dal Giovedì Santo apprendiamo il significato del servizio e della comunione: per chi comunica è monito a dare il giusto “valore” al proprio impegno. Dal Venerdì Santo riceviamo il senso del dono: è il tracciato su cui si svolge ogni comunicazione; è apertura di sé, è disponibilità, per costruire ponti di comprensione e non muri.

Dal Sabato Santo la pazienza dell’attesa: ogni processo comunicativo conosce i ritmi del silenzio e dell’ascolto per ricevere, senza interferenze, tutte le parole pronunciate e coglierne il significato.

E, infine, la Domenica di Pasqua: nell'annuncio della gioia della Risorto c’è anche un invito a riscoprire la bellezza della narrazione tra le generazioni.

È l’augurio reciproco che ci scambiamo nella luce del Risorto. (Ufficio Comunicazioni Sociali - CEI)

Media Cattolici: domani il Rosario su Tv2000 e in diretta social Cei

7 Aprile 2020 - Roma - Avvenire, Tv2000, InBlu Radio, Sir, Federazione dei settimanali cattolici e Corallo, d’intesa con la Segreteria generale della Cei, invitano i fedeli, le famiglie e le comunità religiose a ritrovarsi, domani, mercoledì 8 aprile, alle 21, per recitare insieme il Rosario che verrà trasmesso da Tv2000 (canale 28 e 157 Sky), InBlu Radio e sulla pagina Facebook ufficiale della Cei. La preghiera andrà in onda dal Santuario della Santa Casa di Loreto. A guidarlo sarà l’arcivescovo prelato e delegato pontificio mons. Fabio Dal Cin.    

Le giuste parole

1 Aprile 2020 - Roma - “Oggi vorrei che pregassimo per tutti coloro che lavorano nei media, che lavorano per comunicare, oggi, perché la gente non si trovi tanto isolata; per l’educazione dei bambini, per l’informazione, per aiutare a sopportare questo tempo di chiusura”. Le parole di Papa Francesco nell'introdurre la Messa di questa mattina a Casa Santa Marta non sono un pensiero di vicinanza estemporanea, ma un invito a farsi prossimi a chi, in questo tempo di prova, ha la responsabilità del comunicare. E l’invito passa attraverso la preghiera, che è anzitutto dialogo, relazione personale con Dio, ritmata dal silenzio che apre all'incontro. C’è un riconoscimento implicito della funzione sociale dei mass media, chiamati ad essere compagni di viaggio, rispettando le regole etiche e deontologiche. Il riferimento costante deve essere chi vive la solitudine e trova un riferimento, nelle varie proposte, per “sopportare questo tempo di chiusura”. Per questo è importante recuperare i temi della comunicazione. Con una richiesta implicita: non servono tante parole, ma le giuste parole.

Vincenzo​ Corrado

Comunicare è con-dividere

18 Marzo 2020 - Roma - Queste giornate, trascorse nelle nostre case, stanno consegnando un vero e proprio vocabolario della quotidianità. Sfogliandolo, balza subito agli occhi una parola che ha a che fare con la comunicazione: con-divisione, cioè dividere insieme. È rimando alla dimensione eucaristica, al dono totale di sé, a quel dono gratuito che spezza le catene della paura. Con-dividere può sembrare rischioso, minaccioso, perché bisogna rinunciare a qualcosa di proprio. Difatti è una perdita. Ma questo non deve spaventare. Rileggiamo gli Atti degli Apostoli: «Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno» (Atti 2,44-45). La con-divisione vera nasce dall’accoglienza dell’altro e si fonda sulla relazione autentica che non viene mai messa in discussione perché è «il sacramento della fraternità». Ed è anche il principio che sta guidando l’ambiente digitale https://chiciseparera.chiesacattolica.it/, segno di speranza e di costruzione del futuro insieme. (Vincenzo Corrado)

Cei: con l’evento di Bari arriva sui social

10 Febbraio 2020 - Roma - La Conferenza Episcopale Italiana apre i propri canali social istituzionali. In occasione dell’incontro di riflessione e spiritualità “Mediterraneo, frontiera di pace” (Bari, 19 -23 febbraio), la CEI sceglie di ampliare la propria comunicazione nel contesto digitale e di "abitare" con una presenza attiva le principali piattaforme attraverso tre nuovi profili social Facebook (https://www.facebook.com/conferenzaepiscopaleitaliana), Twitter (https://twitter.com/ucscei) e Instagram (https://www.instagram.com/conferenza_episcopale_italiana/). “Di fronte a un mondo che è ormai profondamente cambiato nella fruizione dell’informazione e nelle modalità relazionali, la Chiesa Italiana accetta la sfida di raggiungere quei milioni di persone che trascorrono almeno due ore al giorno sui social per cercare momenti di svago, ma anche per raccogliere notizie utili alla formazione della propria opinione sui temi sociali e politici più importanti”, spiega Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali CEI. La comunicazione social della CEI si rivolgerà a tutti: sia ai fedeli che vogliono restare aggiornati sulla vita della Chiesa Italiana e sul magistero del Santo Padre, sia a coloro che sono interessati ad ascoltare la voce ecclesiale in ordine al dibattito sociale e culturale. Al centro vi è la volontà di creare e rafforzare il senso di comunità anche sulla Rete, nel solco di quanto scritto da Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali 2020: “Abbiamo bisogno di pazienza e discernimento per riscoprire storie che ci aiutino a non perdere il filo tra le tante lacerazioni dell’oggi; storie che riportino alla luce la verità di quel che siamo, anche nell’eroicità ignorata del quotidiano”.    

Per una narrazione umana

24 Gennaio 2020 - Roma - C’è una felice coincidenza quest’anno: la pubblicazione (24 gennaio) del messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali alla vigilia della prima Domenica della Parola di Dio (26 gennaio). Il filo che lega i due eventi è la comunicazione: nel primo caso, con le parole umane e - nel messaggio del Papa - con un’attenzione particolare al loro uso nella narrazione quotidiana che si fa storia; nel secondo caso, con la Parola che si fa vita, si dona e crea rapporti di umanità. È questa l’origine e la radice perché le nostre parole incidano nelle pieghe della quotidianità. La Parola è criterio fondante di uno sguardo sulla realtà non disincantato, ma operoso. E più in profondità: apre il cuore della Chiesa a un cammino di fede, a una speranza, a una carità operosa. “Nella confusione delle voci e dei messaggi che ci circondano - sottolinea papa Francesco nel testo -, abbiamo bisogno di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita. Una narrazione che sappia guardare il mondo e gli eventi con tenerezza; che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri”. È quel dialogo, fondato su una memoria viva, che favorisce l’incontro tra le generazioni. Ecco, allora, che la vita si fa storia. È l’idea alla base del manifesto con cui accompagniamo il messaggio del Papa per la prossima Giornata (24 maggio). Come lo scorso anno, è disponibile sia sul sito dell’Ufficio sia sul portale CEInews, dove abbiamo predisposto un Focus in cui condividere notizie e materiale utile all'animazione. Tra le altre iniziative da segnare in agenda: l’inizio del corso Anicec Academy (www.anicec.it) nel mese di marzo e il convegno nazionale a Roma, dal 26 al 28 marzo. Intanto il nostro augurio a tutti i giornalisti e agli operatori della comunicazione nel giorno della loro festa!  (Vincenzo Corrado)  

Chiamati alla cura

9 Ottobre 2019 - Roma - “L’atteggiamento di rispetto, di curare il clima fraterno, l’aria d’intimità è importante”. Intervenendo alla sessione inaugurale dell'Assemblea speciale del Sinodo dei vescovi per la Regione Panamazzonica, Papa Francesco ha offerto un “metodo” per la comunicazione dei “processi ecclesiali”. Questi, ha spiegato il Santo Padre, “hanno una necessità: devono essere protetti, curati come un bambino, accompagnati all'inizio, curati con delicatezza. Hanno bisogno del calore della comunità; hanno bisogno del calore della Madre Chiesa. È così che un processo ecclesiale cresce”. Ecco, allora, che le tre parole chiave – rispetto, fraternità, intimità – vanno oltre logiche comunicative e informative che rispondono a scoop solo apparentemente redditizi. Invitano, invece, a proporre una comunicazione che faccia capire radici e significato profondo dei fatti. Una consegna, questa, che traccia un percorso culturale e professionale: chi comunica è chiamato a scavare dentro di sé; è chiamato a un continuo dialogo interiore, a un continuo ascolto. (Vincenzo Corrado)