Tag: Rom e Sinti

Oggi i funerali dei piccoli Christian e Birka morti nel rogo al campo rom

10 Gennaio 2022 -
Roma - Verranno celebrate nel pomeriggio di oggi, lunedì 10 gennaio, nel cimitero di Stornara, le esequie dei piccoli Christian (quattro anni) e Birka (due anni), i fratellini tragicamente scomparsi a causa dell’improvviso rogo scoppiato lo scorso 17 dicembre nel campo nomadi della cittadina foggiana. Il rito, in programma alle 15.30, sarà presieduto da mons. Luigi Renna, arcivescovo eletto di Catania e amministratore apostolico di Cerignola-Ascoli Satriano, e da padre Marian Micu della diocesi ortodossa romena d’Italia. “Nei progetti tanto attesi del Pnrr – scriveva mons. Renna nel messaggio ‘Profonda solidarietà e appello all’integrazione’ distribuito nelle ore immediatamente successive la tragedia – quanto spazio avrà la condizione di questi invisibili? Quando la soluzione, tante volte annunciata ma mai realizzata, di costruire abitazioni, che vada al di là dell’abbattimento con ruspe di quelle misere abitazioni?”. Secondo il presule, “quei bambini, che non dovevano essere in un posto così poco dignitoso per loro e per nessuno – ed uno di essi doveva essere alla scuola dell’infanzia – dicono la nostra inadeguatezza a pensare un mondo migliore, a una inclusione con persone con cui occorre costruire pazientemente un dialogo”.

Rom e sinti: oggi mons. Nosiglia visita il campo rom

4 Gennaio 2022 -
Torino -L' arcivescovo di Torino,  mons. Cesare Nosiglia,  visiterà oggi pomeriggio alle 15.00  il campo Rom di strada dell'Aeroporto 235/25  a Torino.
Come ogni anno l'arcivescovo fa visita a un campo Rom  per incontrare il mondo delle periferie non solo fisiche ma anche esistenziali,  dove si trova grande povertà di relazioni  anche a causa delle discriminazioni che si continuano a subire, fa sapere una nota della diocesi piemontese. Mons. Nosiglia incontrerà le singole famiglie nella sua visita al campo,  evitando assembramenti vista l'emergenza COVID-19.  Ad accompagnare il presule il direttore Migrantes della diocesi Sergio Durando e Carla Osella, presidente di AIZO.

Lamezia: al campo Rom la visita di mons. Schillaci

27 Dicembre 2021 - Lamezia Terme - Momenti di gioia al campo Rom Scordovillo di Lamezia Terme per una visita a sorpresa del vescovo mons. Giuseppe Schillaci e organizzata dall’Associazione Papa Giovanni XXIII. “Si è trattato di un momento di gioia natalizia”, commenta Alessandra Cugnetto, coordinatrice locale del progetto Inclusion, realizzato dall’Associazione Papa Giovanni XXIII con fondi del Dipartimento per le politiche della famiglia, sostenuto dalla Caritas diocesana e patrocinato gratuitamente dal Comune di Lamezia Terme. “Sono stati momenti di gioia tra i bambini – prosegue Cugnetto - che, a sorpresa hanno visto arrivare babbo Natale, donare piccoli regali e dolci natalizi. Anche se il progetto Inclusion si è concluso il 7 dicembre, gli operatori Fiorella Montuoro, Elvira Pelle e Orlando Vescio, insieme al volontario Giovanni Cugnetto, hanno voluto continuare per dare forza a quelle bellissime relazioni umane nate durante i sei mesi di attività con i bambini. Attività che si sono realizzate in parte nel campo e in parte in altri luoghi della città, coinvolgendo alcune parrocchie”. “La visita al campo – prosegue Cugnetto - è stato un momento extra progetto e ringrazio innanzi tutto i bambini e le mamme rom. Era doveroso, per noi, condividere con tutta la Diocesi e la città di Lamezia Terme il risultato finale: la realizzazione di un albero di Natale colorato e realizzato dai bambini e dalle mamme con materiali semplici e riciclabili. Ringraziamenti anche: al nostro Vescovo, monsignor Giuseppe Schillaci, che ha sempre sostenuto amorevolmente il progetto, accompagnandolo e seguendolo in tutte le sue fasi; a don Gianni che ha sostenuto il progetto accogliendo nei locali della sua Parrocchia operatori e bambini e volontari; alla Caritas Diocesana che ha ospitato il laboratorio sportivo; alla dirigente dell’Istituto “Saverio Gatti”, Daniele Quattrone, che sin da subito ha ospitato i laboratori musicali; all’amministrazione Comunale, nella persona del sindaco, Paolo Mascaro, e dell’assessore Teresa Bambara che sin dall’inizio ha sostenuto il progetto formalmente e concretamente seguendo la realizzazione delle attività durante il loro evolversi”. Nel corso della visita al campo, monsignor Schillaci, che insieme a Babbo Natale ha distribuito i doni ai bambini del campo, ha espresso nei confronti dei bambini parole piene d’amore e di tenerezza sottolineando con quanta passione e coinvolgimento è stato portato avanti il progetto. Dal canto suo, il Sindaco ha sottolineato il bisogno di continuare a progettare e incanalare nuove energie per promuovere processi di inclusione per la popolazione rom, mentre don Fabio Stanizzo, direttore della Caritas diocesana, ha sottolineato quanto sia importante riprendere le attività sportive calcistiche assicurando che la Caritas continuerà a sostenere i bambini che vorranno giocare a calcio mettendo a disposizione il campetto sportivo diocesano.

Card. Lojudice: Natale di prossimità

23 Dicembre 2021 -
Siena - Tutti noi, quando nelle varie circostanze ci facciamo gli auguri, auspichiamo qualcosa di meglio per noi stessi, per gli altri, per la società, per il mondo. Ma non possiamo non ricordare che augurarci qualcosa di meglio significa mettere in gioco le nostre scelte, la nostra vita personale, come anche le nostre idee e le nostre convinzioni. Anche quest’anno non potrà essere un Natale “normale” dal punto di vista delle restrizioni a causa della ancora ben presente pandemia, ma tutti vorremmo, almeno teoricamente o a parole, un Natale di pace e di bene, come direbbero i francescani.
Anche questo Natale e i giorni che lo precedono sono stati funestati da eventi tristi, luttuosi: penso ai recentissimi fatti di cronaca, cioè i tre morti sul lavoro a Torino, le vittime sotto il crollo di un palazzo in Sicilia ma anche la tragedia della baraccopoli rom nel Foggiano, con due bambini piccoli arsi vivi nel rogo. Alina e Hristov avevano 2 e 4 anni: sono morti bruciati a Stornara, vicino Foggia. Fatti così ci colpiscono perché coinvolgono bambini in tenera età. Non è la prima volta. Era già accaduto, nelle stesse condizioni a Roma, dove, per anni, mi sono trovato coinvolto nelle tragedie del mondo rom. Solo per ricordarne alcuni: nel 2011 quattro bambini sono morti bruciati nel rogo di una baracca in un insediamento abusivo in via Appia Nuova. Sebastian, Elena Patrizia, Raoul ed Eldeban, fra gli 11 e i 3 anni, hanno perso la vita mentre dormivano, a causa di una stufa a legna. I genitori si erano allontanati per comprare da mangiare. Stessa identica dinamica di Foggia. Ma anche, nel maggio 2017, quando a perdere la vita sono state una ventenne, Elisabeth Halilovic, e le sorelline Francesca e Angelica, 8 e 4 anni: dormivano nel camper della famiglia.Anche questo è Natale, pur segnato dal dolore, dalla sofferenza e dal sangue. E tutto ciò non può non appartenerci. Il nostro essere uomini e donne inseriti in un contesto sociale, facenti parte di una Chiesa recentemente sollecitata da Papa Francesco a porsi in un “cammino sinodale” accompagnata e guidata da tutti noi vescovi. Non possiamo non pensare che Natale è Gesù che ci ricorda di essere presente, di “esserci”, nei tanti modi in cui la sua presenza è reale e manifesta: anzitutto l’eucaristia, poi l’ascolto della Parola, poi la stessa comunità che si riunisce in preghiera; ma anche il povero, il piccolo, una presenza altrettanto silenziosa e misteriosa come le precedenti e non meno importante. «Tutto quello che avete fatto a uno di questi piccoli lo avete fatto a me», ci dice Matteo nel capitolo 25 del suo vangelo. Questa è una verità di fede che non può lasciare mai, per alcun motivo, le nostre menti e i nostri cuori, neanche nel giorno di Natale. Quella piccolezza è concretizzata, incarnata, resa visibile proprio nel Bambino di Betlemme. Piccolezza non è solo quella di un neonato ma è quella di tutti i “piccoli” della storia e dell’intera società umana. Il piccolo del Vangelo è l’ultimo, il senza diritti, l’emarginato, il profugo. Papa Francesco ce lo ricorda continuamente; forse a qualcuno dà fastidio il ricordo incessante, questo ritornare costantemente sull’attenzione ai migranti: ma il Papa non può non annunciare il Vangelo. Lo scorso anno ha sentito anche la necessità di aggiungere, come fatto già da altri pontefici, una litania proprio per loro: Solacium migrantium (aiuto, soccorso dei migranti), per richiamare ancora una volta l’attenzione della Chiesa e del mondo sul dramma, anzi sulla tragedia di chi emigra.Non più di alcune settimane fa, come periodicamente accade, è riapparsa una polemica: prima il crocifisso, poi il presepe nelle scuole e negli uffici. Stavolta è toccato alle linee-guida della Commissione europea per una “corretta comunicazione”. Un documento interno, parte della più ampia strategia Union of equality, che è finito sui media. Da notare la maldestra raccomandazione di evitare riferimenti al Natale, sostituendolo con il più neutro “festività”. La bagarre è stata tale che alla fine Bruxelles ha deciso di ritirarla. La commissaria all’uguaglianza, Helena Dalli, che aveva voluto il testo, ha definito il documento «inadeguato allo scopo prefisso» e lo ha ritirato. Nessuno potrà togliere all’Europa e al nostro Occidente le radici che l’hanno formata e costituita: non ci sarebbe cultura, arte, storia se non ci fosse stato il cristianesimo e la Chiesa, pur con tutti i suoi errori e mancanze, con le sue inadempienze e distanze rispetto al Vangelo.Ancora in questi giorni qualcuno ha detto: «Lasciamo Babbo Natale ai bambini». I bambini hanno bisogno di sapere che c’è chi vuole loro bene, li pensa e porterà dei regali. Il regalo è segno di amicizia, di vicinanza, di affetto. Quando ci scambieremo i regali la notte o il giorno di Natale facciamolo in maniera diversa, rispondendo non solo a un dovere che dovevamo rispettare ma anche e soprattutto a un impegno di vicinanza e di fraternità. Offriamo a chi ci sta vicino, se lo accetterà, insieme al regalo, anche minore formalità, magari un sorriso e almeno il desiderio di vincere e di superare tutte le distanze che ci tengono lontani. Essere vicini oggi è una necessità sempre più grande anche se le norme per contrastare la pandemia, ancora, materialmente, ce lo impediscono. Vicini e insieme per affrontare le battaglie della storia della vita; vicini e insieme per camminare insieme e “fare sinodo”, per ricordarci che la Chiesa nasce camminando lungo la strada, lungo tutte le strade che Gesù ha percorso nei suoi pellegrinaggi per annunciare la Buona Notizia e nasce chiedendo alle persone di mettersi una vicino all’altra, come Gesù ha chiesto uno a uno ai suoi discepoli di stare con lui e di stare tra di essi cercando di rispettarsi e di condividere i valori fondamentali dell’esistenza, nonostante tutte le loro fragilità e le loro debolezze, tipiche della condizione umana. I discepoli certamente non sono stati, nella parte di vita che hanno condiviso tra di loro e con Gesù, dei modelli di virtù ma anzi hanno rivelato tutte le loro debolezze e fragilità umane e caratteriali. Sono stati come noi. Ma alla fine ce l’hanno fatta. (card. Paolo Lojudice - arcivescovo di Siena - Colle di Val d’Elsa - Montalcino e membro della Commissione Cei per le Migrazioni)

Migrantes Asti: sabato convegno su come superare i campi rom

16 Dicembre 2021 - Asti - Nella mattina del 18 dicembre, con inizio alle 9,30, si terrà ad Asti, presso il Circolo “A. Nosenzo” (Via Corridoni, 51), il convegno dal titolo “Oltre il campo”, sul tema del superamento dei campi nomadi organizzato dall’ufficio diocesano per la pastorale migranti di Asti in collaborazione con l’Associazione 21luglio. Punto di partenza sarà la ricerca condotta dall’associazione che da oltre un decennio è impegnata nella tutela e nella promozione dei diritti di gruppi ed individui che nelle città italiane vivono in condizioni di segregazione e discriminazione. Alla presentazione seguirà una tavola rotonda che si concentrerà sulla situazione astigiana. Le conclusioni del convegno sono affidate al Vescovo di Asti, Mons. Marco Prastaro, delegato Migrantes della Conferenza Episcopale del Piemonte e della Valle d'Aosta.  

Migrantes Cagliari: una tre giorni su rom e sinti

2 Dicembre 2021 -

Cagliari: “Prendi questa mano Zingara. Dalle politiche di emergenza ai percorsi di inclusione sociale”: questo il tema di un convegno che organizzato dalla Caritas diocesana, con la collaborazione dell’Ufficio diocesano Migrantes, della Consulta diocesana degli organismi socio assistenziali e delle associazioni di volontariato, e della Fondazione Anna Ruggiu.

Si tratterà di un’occasione di conoscenza, riflessione e informazione sulla presenza e sulla condizione delle comunità rom nella Diocesi di Cagliari e nel territorio regionale. L’iniziativa prevede diverse sessioni, ognuna dedicata a un tema specifico: la comunicazione oltre i pregiudizi, i diritti e l’identità giuridica di queste comunità, il loro accompagnamento pastorale, il ruolo della politica e delle amministrazioni locali nella promozione di percorsi di inclusione, la salute, la storia e la cultura delle stesse comunità.

Rom e sinti: questa sera un film per raccontare oltre i pregiudizi

15 Novembre 2021 - Città del Vaticano – Un film per raccontare rom e sinti oltre i pregiudizi. Questa sera il Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, in collaborazione con Aurora Vision e l’Associazione AIZO Rom e Sinti Onlus, presenta, presso la sala della Filmoteca vaticana a Palazzo San Carlo, il film “Portami a vedere la notte”, di Lia e Alberto Beltrami. La pellicola, un documentario di circa 50 minuti girato prevalentemente nei campi rom di Torino, racconta la vita di Carla Osella, della Compagnia di Sant’Orsola Figlie di Sant’Angela Merici, e fondatrice di AIZ O. “Portami a vedere la notte” è la storia di una quotidianità fatta ancora di discriminazioni e pregiudizi. Ma — si legge in un comunicato degli organizzatori dell’evento — è anche la storia di esperienze di vita positive di chi, uscito dai campi, ha potuto affermarsi come artista e imprenditore, superando gli steccati dell’ignoranza e della logica dello scarto. Alla presentazione interverranno il cardinale Peter Kodwo Appiak Turkson, prefetto del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, Carla Osella, orsolina, e Lia Beltrami. Modera l’evento Alessandro Gisotti, vicedirettore editoriale dei media vaticani. “La pastorale per gli itineranti, le popolazioni rom e sinti, e quindi anche i nomadi, i giostrai, i lavoratori del circo — spiega il cardinale Turkson — è parte della missione del nostro Dicastero. Patrocinando questo film, che racconta con delicatezza storie di vita, una vita semplice pur nelle tante difficoltà e chiusure che ancora queste popolazioni devono subire, vogliamo dare voce ai tanti che nella Chiesa si spendono ogni giorno per gli ultimi, nelle periferie esistenziali. E Carla è una preziosa testimonianza in questo senso». Il docufilm è realizzato con il patrocinio del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e la collaborazione di Fondazione Migrantes e AIZO.  

Giornata dei Poveri: mons. Crociata visita le famiglie del campo Al Karama

13 Novembre 2021 - Latina - Ieri pomeriggio il vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, mons. Mariano Crociata si recato presso le famiglie che abitano nel campo Al Karama, di Borgo Bainsizza a Latina, zona rurale al confine con la provincia romana. Una visita in occasione della V Giornata mondiale dei Poveri, voluta da Papa Francesco e che si celebrerà domenica prossima in tutte le chiese del mondo. Il vescovo era accompagnato dal direttore della Caritas e della Migrantes diocesana Angelo Raponi con alcuni volontari che seguono il campo. Monsignor Crociata si è intrattenuto con gli appartenenti alle circa 35 famiglie che vivono in una situazione di assoluto degrado, ha visitato le varie baracche - di quelle costruite ancora con l’amianto - e ascoltato le loro storie fatte di precarietà estrema, consapevoli di non essere accettati da parte del territorio circostante e quindi del forte pregiudizio contro di loro. Infatti, questo campo accoglie da anni famiglie di rom e sinti, molti sono anche cittadini italiani ma anche nomadi provenienti dalla Romania, ovviamente da zone altrettante povere. Alle famiglie mons. Crociata ha donato generi di prima necessità e piccole ghiottonerie per i bambini, doni simbolici che si affiancano al servizio più complesso e continuo nel tempo assicurato dai volontari della Caritas e della Migrantes diocesana. Dopo circa un’ora il saluto con la promessa che le istanze raccolte, piene di problematiche complesse, non saranno dimenticate appena rientrati negli uffici della curia vescovile. Al termine di questa visita il direttore della Caritas e Migrantes a Angelo Raponi ha commentato: «Il nome Al Karama in italiano vuol dire dignità. Credo che la visita di monsignor Crociata voglia prima di tutto affermare la dignità delle persone che abitano il campo. Al di là di tutte le retoriche possibili, i pregiudizi, o i giudizi scontati, queste persone, adulti e bambini, sono fratelli e sorelle preziosi, una ricchezza nella società. Condividono il nostro territorio e sperano di condividere la nostra Costituzione, fondata sui diritti umani e civili. Sperano, quindi, di essere riconosciuti come fratelli e come cittadini, sperano di poter dare istruzione ai loro figli e chiedono il diritto di essere sé stessi. Mi auguro che questi loro legittimi auspici possano trasformarsi in certezze per la loro dignità di essere umani».  

Milano: una preghiera per i rom morti durante l’anno

2 Novembre 2021 - Milano - Si è svolta, su iniziativa della Comunità di Sant’Egidio insieme alla Comunità Pastorale Lambrate e Ortica e al Servizio Pastorale per i Rom e Sinti della diocesi di Milano, una preghiera in memoria dei fratelli rom e sinti morti negli ultimi anni a Milano. La preghiera si è tenuta presso la Chiesa del SS. Nome di Maria nel quartiere Rubattino, dove negli anni sono sorte diverse baraccopoli e Sant'Egidio ha promosso ponti di solidarietà e di amicizia tra cittadini rom e non rom.  Un ricordo speciale è stato dedicato a don Mario Riboldi, morto lo scorso giugno a 92 anni, che da anni partecipava a questo momento di preghiera e che da sempre aveva dedicato la sua vita all'annuncio evangelico con i rom e sinti, vivendo con loro e per loro. Tra le tante storie ascoltate durante la preghiera, quella di Saban, morta mentre cercava vestiti in un cassonetto; oppure Costel, ucciso dal fuoco nel tentativo di scaldarsi. Ancora la piccola Elena, affogata nella roggia dietro Chiaravalle, ed Emil, bruciato nel giorno del suo tredicesimo compleanno nel rogo della baracchina. Mariana, Liliana, Sunita e Cristian, portati via dalle malattie proprio mentre i loro figli, finalmente in casa e non più nei campi, iniziavano le scuole superiori. Durante la preghiera, i bambini  hanno depositato dei lumini all’altare mentre i ragazzi hanno acceso candele mentre si leggevano i ricordi dei defunti. Si è letto un brano del Vangelo e il Padre Nostro è stato recitato in italiano e in diverse lingua romanes. Tante delle morti di questi anni sono ingiuste e conseguenza della povertà. Spesso sono storie di bambini. Come Florentina, fulminata a 5 anni per la scarica elettrica ricevuta da un palo della luce. O Maria, neonata morta di freddo a Legnano. Eppure da alcune di queste tragedie sono nati grandi legami di affetto. I parenti dei piccoli Sabina, Nelson, Arman e Monica, rom slavi morti nel rogo della roulotte nel 1995, saranno presenti alla preghiera: in quell’occasione iniziò una storia di amicizia con la Comunità di Sant’Egidio che è cresciuta in questi 26 anni.  

Rom e sinti: un rapporto sui campi in Italia

13 Ottobre 2021 - Roma - Dopo 30 anni di politiche etniche ghettizzanti, in Italia ci sono le condizioni per superare la formula dei campi rom che producono solo marginalità e violazioni dei diritti. In cinque anni il 37% dei rom è uscito autonomamente dalle baraccopoli, gli insediamenti formali sono calati da 148 a 109, numerosi comuni hanno eliminato i campi creando soluzioni alternative. È la buona notizia del 6° Rapporto di Associazione 21 luglio sull’emergenza abitativa dei rom in Italia. I rom nelle baraccopoli - autorizzate o no erano 28mila nel 2016, sono calati a 17.800 quest’anno. Di questi, 11.300 sono nei 109 insediamenti formali, altri 6.500 in campi informali (erano 10 mila), spesso esito di sgomberi. Diverse la cause del calo: «Le nuove generazioni che intraprendono percorsi di fuoriuscita autonomi, lo stato di degrado insostenibile di alcuni mega-insediamenti, il processo virtuoso di alcune amministrazioni, gli sgomberi che hanno indirizzato le comunità in insediamenti informali o occupazioni». Molti rom romeni con la pandemia sono tornati in patria, giudicata più sicura sotto il profilo sanitario. «L’Italia sta andando verso il superamento dei campi rom, nonostante alcuni fallimenti. Probabilmente - dice il presidente di Associazione 21 luglio Carlo Stasolla - siamo a una situazione di non ritorno». L’ultimo nuovo campo rom comunale fu inaugurato ad Afragola (Napoli) nel 2018. «Alcuni sindaci ancora operano sgomberi forzati - spiega - senza prevedere alternative. Sono fallimenti delle politiche comunali, provocati da mancanza di volontà o da incapacità». Il risultato? «Sperpero di fondi, violazioni di diritti, marginalizzazione». Il decreto 17 del 2020, convertito nelle legge 27/2020, ha stabilito una moratoria durante la pandemia delle esecuzioni di sgombero. Diversi comuni poi hanno intrapreso negli ultimi anni percorsi di superamento dei campi rom: Moncalieri, Torino, Sesto Fiorentino, Palermo, Ferrara, Siracusa, Olbia e altri ancora. Per la 21 luglio il superamento dei campi rom «deve abbandonare l’approccio etnico delle leggi ad hoc e delle politiche speciali, affrontando il problema dell’emergenza abitativa senza distinzioni etniche. Riguarda circa 50 mila persone tra rom, immigrati e italiani».