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Le migrazioni a Radio in Blu

1 Giugno 2021 - Milano - A “Chiesa e comunità”, rubrica radiofonica di Radio in Blu curata da Alessandra Giacomucci, un approfondimento sul tema delle migrazioni con l’intervento di mons. Gian Carlo Perego, vescovo di Ferrara-Comacchio e neo eletto alla Presidenza della Fondazione Migrantes e della Commissione CEI per le Migrazioni. Alla domanda come ha accolto questa elezione, il presule ha risposto “come un segno di stima da parte dei confratelli vescovi ma anche come un segno di preoccupazione in questo momento della situazione dei migranti e dei richiedenti asilo in particolar modo anche di tutto il mondo della mobilità”. Ponendo l’accento su quanto la pandemia abbia influito negativamente sul tema ha detto “la pandemia ha dato una ragione in più tante volte per lasciare non entrare i migranti che erano in mare, ha dato una ragione in più al mondo dello spettacolo viaggiante di chiudere e di rimanere senza lavoro, ha dato una ragione in più ai nostri migranti che sono all’estero di non poter rientrare in Patria. In questo senso il tema delle migrazioni attraversa non solo la vita delle città ma anche la vita delle comunità cristiane. Credo che ritornare a occuparmi di questo tema sia una sfida in questo momento e al tempo stesso di raccogliere la preoccupazione di tutti i vescovi italiani”. Proseguendo nell’intervista, curata da Giorgia Bresciani, analizzando i numeri degli arrivi in calo, le morti recenti nel Mediterraneo, le condizioni dei migranti che attraversano la rotta balcanica interessando anche il territorio italiano, è stato chiesto come far fronte a queste esigenze.  Il presule ha sottolineato che occorre innanzitutto “fare verità sulle migrazioni, il nostro Paese sta tornando ad essere un Paese di emigrazione più che di immigrazione. I numeri di 60-70 mila persone come differenza migratoria la fanno ritornare indietro di vent’anni. E al tempo stesso i numeri dell’emigrazione stanno crescendo in continuazione per i giovani universitari che trovano lavoro all’estero, per i lavoratori che preferiscono cercare di fare impresa all’estero, e da situazioni anche di incapacità da parte del mondo dei migranti di poter legalmente entrare nel nostro Paese”. Per il neo Presidente della Migrantes oggi le emigrazioni pongono una duplice sfida “da una parte la sfida della legalità, da una revisione della legge Bossi-Fini, in modo tale che ci sia un incontro fra domanda e offerta di lavoro, dall’altra parte però c’è il piccolo mondo che sta sbarcando sulle nostre coste del Mediterraneo che ci ricorda il grande mondo dei rifugiati, che chiedono attenzione da parte dei Paesi più ricchi, da parte dell’Europa”. L’Italia ha un ruolo importante, perché è ai confini dell’Europa, sottolinea mons. Perego: “attraverso l’accoglienza stimolare l’Europa a rivedere l’accordo di Dublino e a far in modo che i richiedenti asilo possano essere effettivamente e realmente tutelati attraverso la distribuzione su tutti i Paesi europei e attraverso anche un cammino che venga accompagnato e non lasciato semplicemente ai trafficanti”. Passando dall’immigrazione al problema dell’emigrazione che è una questione al centro dell’attività della Fondazione di cui il vescovo per diversi anni ne è stato il direttore, alla domanda di qual è la realtà che la Migrantes ha davanti e come la Chiesa italiana accompagna le persone che lasciano il nostro Paese e vivono all’estero, Perego ha detto che l’’impegno della Chiesa italiana a favore degli emigranti è stato “l’impegno più importante soprattutto dal dopoguerra e continua ad essere oggi importante perché il cammino dei giovani emigranti italiani possa avere da una parte delle comunità cristiane di riferimento nei Paesi di arrivo che facciano un po’ da accompagnamento alla vita della Chiesa dei diversi Paesi, penso alla Germania, alla Svizzera, all’Inghilterra, ma anche ad altri  paesi che stanno vedendo una crescita dell’emigrazione come la Cina, la Russia, come le grandi città del mondo che cominciano a vedere delle comunità significative di migranti”. Non bisogna lasciare sole queste persone, ma l’attenzione della Chiesa per il Vescovo significa anche che non siano sfruttate, quindi dice “sta ritornando il tema dell’accompagnamento anche ai diritti, anche in collaborazione con il grande mondo dell’associazionismo italiano all’estero, penso ad esempio alle Acli con cui sempre c’è stata una collaborazione, perché i diritti che noi affermiamo anche in Italia, non siano negati anche agli italiani che partono per Paesi esteri”. (NDB-RI)