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Richiesta di protezione: il caso degli irregolari lasciati nel limbo

27 Gennaio 2023 -

Roma - Dopo la decisione del Tribunale di Ancona – che ha accolto il ricorso di un cittadino pachistano e stabilito con un’ordinanza che Questura e Prefettura sono tenute a trovare soluzioni per l’accoglienza in città entro 5 giorni dalla presentazione della domanda di protezione internazionale – ecco che sulla materia dei migranti irregolari, costretti ad attese interminabili per veder riconosciuti i propri diritti, interviene il Tribunale di Bologna. Con una sentenza che ha dato torto alla Questura e alla Prefettura di Parma imponendo agli enti pubblici il rilascio, stavolta entro 20 giorni, di un permesso di soggiorno per richiesta d’asilo e l’accesso all’accoglienza per i migranti. La decisione è arrivata grazie al lavoro del Ciac (Centro immigrazione asilo e cooperazione internazionale) di Parma e al sostegno dell’avvocato Calogero Musso, di concerto con gli avvocati soci Asgi di Parma. «È una grande vittoria dei diritti – commentano dall’ente di tutela –: il Tribunale ha chiarito che tutti i richiedenti asilo hanno diritto alla formalizzazione della domanda di protezione internazionale e all'accesso all'accoglienza senza se e senza ma».

Il caso su cui è intervenuto il giudice bolognese nasce nella scorsa estate con l’arrivo a Parma, come in diverse altre città italiane, di alcuni cittadini stranieri a cui era stata impedita la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno per richiesta asilo e di accedere alle misure di accoglienza. Alla loro domanda, infatti, si era opposto un vero e proprio muro di gomma da parte dell’amministrazione pubblica e i profughi erano stati costretti a vivere per strada per diversi mesi creando enormi disagi. Alla fine dell’estate 2022, visto che la situazione non si sbloccava, alcuni di loro hanno deciso di far sentire la propria voce, stabilendosi davanti alla sede di Ciac in via Cavestro a Parma. È stata proprio l’associazione parmigiana ad interessarsi della loro situazione prima lanciando un appello all’accoglienza e successivamente promuovendo una serie di incontri con le istituzioni. Contemporaneamente la decisione insieme ad Asgi di procedere col ricorso contro la Prefettura e la Questura di Parma. La sentenza del Tribunale di Bologna è chiarissima nel decretare che è «illegittimo ogni comportamento tenuto dalla pubblica amministrazione diretto a ritardare/impedire la formalizzazione dell’istanza di protezione».

Pistoia: presentata “Terra Aperta”

18 Giugno 2019 - Pistoia - Negli ultimi mesi del 2018 sono entrati in vigore la legge 132/2018 e il nuovo schema di capitolato dell’accoglienza richiedenti protezione internazionale che cambiano profondamente la normativa in ambito asilo anche in riferimento al sistema di accoglienza. In relazione a questo nuovo scenario alcune realtà del territorio della provincia di Pistoia si sono interrogate sulle conseguenze effettive a breve e lungo termine dei cambiamenti innescati e nei primi mesi del 2019 si sono organizzate sul territorio varie iniziative di approfondimento e sensibilizzazione che hanno dato opportunità di confronto e scambio. Da questo scambio è nata “Terra Aperta”, la rete territoriale solidale e per l’accoglienza pistoiese, presentata ieri alla stampa e alla città di Pistoia. L’obiettivo della rete è “contrastare le conseguenze negative dei cambiamenti normativi in termini di emarginazione e malessere sociale”. “Le realtà promotrici della rete – ha dichiarato Claudio Curreli, responsabile d’area di Agesci Pistoia – hanno voluto definire una dichiarazione di intenti che porta avanti istanze legate al tema dell’accoglienza come opportunità per la società e per il benessere dei cittadini. In questa direzione la rete si propone di attivarsi per l’informazione, la sensibilizzazione e per la risposta effettiva ai bisogni legati ai migranti e a tutte le persone al di là di qualsiasi provenienza e differenza, che si trovano e si potranno trovare sul territorio in situazione di estrema marginalità, privi di beni di prima necessità e di supporto a tutela dei loro diritti mettendo a disposizione persone, strumenti, mezzi e capacità in un’ottica di solidarietà concreta ed effettiva che sarà coordinata su tutto il territorio provinciale”. “La rete – ha continuato Curreli – vuole essere l’inizio di un processo, di un modus operandi che vuole coinvolgere altre realtà e soprattutto che intende promuovere azioni che vanno oltre il tema migrazioni per innescare buone pratiche diffuse e condivise a contrasto delle marginalità sociale, dell’esclusione e finalizzate alla promozione del benessere sociale, dei diritti e della cittadinanza”. L’accordo siglato prevede che ogni singola realtà metta a disposizione le proprie capacità e le proprie risorse per supportare il processo di accoglienza, integrazione e inclusione di ogni persona.