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Peruviani in Italia: papa Francesco saluta la comunià di Roma all’Angelus

20 Dicembre 2021 - Città del Vaticano – Ieri mattina, in piazza San Pietro per la recita dell’Angelus, anche una rappresentanza della comunità peruviana di Roma. “Saluto tutti voi, pellegrini venuti dall’Italia e da diversi Paesi. In particolare – ha detto Papa Francesco  al termine della preghiera mariana - la comunità peruviana di Roma e il suo gruppo folkloristico qui convenuti in occasione della celebrazione in onore del “Niño Jesús Andino” di Choqcca, luogo di provenienza del Presepe allestito in questa Piazza”. Un presepe composto da più di 30 statue a grandezza naturale create da artigiani della regione di Huancavelica. Secondo quanto riferito da PROMPERU, la tradizionale scena della Natività creata dalla comunità di Chopcca nella regione di Huancavelica, ubicata nel cuore del Perù, sarà esposta in Piazza San Pietro nella Città del Vaticano a partire dal 10 dicembre. Per 45 giorni, fedeli e turisti di tutto il mondo potranno ammirare queste statue realizzate in diversi materiali, tra cui fibra di vetro, ceramica e legno di agave.

Milano: domani messa dell’arcivescovo con i peruviani

9 Luglio 2021 - Milano - Domani mattina l'arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, presiederà, in Duomo, una liturgia eucaristica  per la comunità peruviana Una comunità molto longeva e attiva, come emerge dalle parole di Carmen Sanchez Suarez, peruviana della costa, arrivata in Italia trent’anni fa per ricongiungersi al marito, insieme ai loro tre figli: «Fin da quando siamo arrivati in Italia abbiamo partecipato agli incontri della comunità dei latino-americani a Milano – racconta -. Mio marito e io ci eravamo conosciuti proprio in chiesa, in Perù. Venendo in Italia abbiamo voluto continuare nella vita parrocchiale: ci ha fatto sentire come a casa. Per noi è stato un modo per crescere nella fede, ma anche per inserirci nella società. Mio marito è diventato diacono e io ho avuto la possibilità di creare un’associazione che è stata una proiezione “caritativa” della mia fede», dice al sito della diocesi. Carmen – di formazione pedagogista – ha infatti dato vita, intorno agli anni 2000, all’Associazione La Misericordia, che gestiva un nido famiglia con tariffe calmierate, per aiutare le mamme migranti a conciliare il lavoro con la cura dei figli: «Con l’aiuto della Diocesi e della Cooperativa Comin abbiamo portato avanti l’esperienza per sei anni. Avevamo regolare permesso dal Comune di Milano. Io coordinavo come volontaria, poi c’erano due educatori assunti». Terminata questa avventura, ora Carmen lavora proprio per la Cooperativa Comin: «Aiuto i ragazzi che arrivano per ricongiungimento a inserirsi nella comunità italiana», spiega, precisando che in parallelo lavora anche in una famiglia. Anche per Miguel Tavara, peruviano residente a Corbetta, la frequentazione della parrocchia di Santo Stefano è stato l’inizio di un cammino: «Ho potuto ricreare l’ambiente che avevo in Perù. Miguel, che come dipendente di una casa di riposo ha vissuto il Covid da vicino, racconta di come anche la partecipazione ecclesiale a Santo Stefano sia cambiata in questo ultimo anno e mezzo: «Con la pandemia siamo stati fisicamente lontani, ma per fortuna siamo riusciti sempre a collegarci via streaming per partecipare alla Messa e alla catechesi».

Peruviani in Italia: preoccupazione per la situazione che si vive nel Paese

11 Novembre 2020 - Roma - “Siamo nella crisi più terribile della nostra storia, la pandemia COVID-19, che ha seppellito molte vittime nel mondo e in Perù, migliaia di morti di cui non si conoscono cifre esatte. A questo si aggiunge il nuovo virus, causando il caos, chiamato Difteria e che sta già mietendo vittime. Una crisi sanitaria mai vista prima, una crisi economica umiliante e galoppante. La maggior parte sono poveri”. È quanto dice a www.migrantesonline.it il coordinatore nazionale dei peruviani in Italia, p. Emerson Anguilar Campos parlando della situazione che si sta vivendo in questo momento nel suo Paese seguita con molta attenzione e preoccupazione dalla comunità italiana. Per il sacerdote è “la vera fame che tormenta milioni di peruviani, che al 70% vivono di lavoro saltuario. In Perù nei giorni scorsi a maggioranza il Congresso peruviano, con 105 voti a favore, 19 contro e 4 astenuti, ha votato l’impeachment nei confronti del presidente della Repubblica Martín Vizcarra. Il presidente del Congresso stesso, Manuel Merino, ha assunto la presidenza della Repubblica.

Peruviani in Italia: il saluto di papa Francesco alla comunità di Roma

19 Ottobre 2020 - Città del Vaticano - “Saluto e benedico con affetto la comunità peruviana di Roma, qui radunata con la venerata Immagine del Señor de los Milagros. Un applauso alla comunità peruviana!”. Così papa Francesco  ieri ha voluto salutare la comunità peruviana ricordando la festa del Señor de los Milagros venerato a Lima. Una festa religiosa molto sentita in perù e in tutte le comunità peruviane nel mondo. Il papa ha anche ricordato la la Giornata Missionaria Mondiale sul tema “Eccomi, manda me. Tessitori di fraternità”. “È bella questa parola ‘tessitori’: ogni cristiano – ha detto - è chiamato ad essere un tessitore di fraternità. Lo sono in modo speciale i missionari e le missionarie – sacerdoti, consacrati e laici – che seminano il Vangelo nel grande campo del mondo. Preghiamo per loro e diamo a loro il nostro sostegno concreto”. Il Pontefice ha quindi voluto “ringraziare Dio per la tanto attesa liberazione di Padre Pier Luigi Maccalli... – lo salutiamo con questo applauso! – che era stato rapito due anni fa in Niger. Ci rallegriamo anche perché con lui sono stati liberati altri tre ostaggi. Continuiamo a pregare per i missionari e i catechisti e anche per quanti sono perseguitati o vengono rapiti in varie parti del mondo”. E poi “una parola di incoraggiamento e sostegno ai pescatori fermati da più di un mese in Libia e ai loro familiari. Affidandosi a Maria Stella del Mare mantengano viva la speranza di poter riabbracciare presto i loro cari. Prego – ha poi detto - anche per i diversi colloqui in corso a livello internazionale, affinché siano rilevanti per il futuro della Libia. Fratelli e sorelle, è giunta l’ora di fermare ogni forma di ostilità, favorendo il dialogo che porti alla pace, alla stabilità e all’unità del Paese. Preghiamo insieme per i pescatori e per la Libia, in silenzio”.

Raffaele Iaria

Peruviani in Italia: quest’anno niente processione per il Signore dei Miracoli ma preghiere in tutte e comunità

7 Ottobre 2020 - Roma - Per tutto il mese di ottobre nelle 36 comunità peruviane in Italia  momenti di preghiera e suppliche nel mese chiamato “mese viola”, caratterizzato dalla festa del Signore dei Miracoli, la devozione più sentita dalla gente che vive nella capitale del Perù e in tutti i peruviani sparsi nel mondo.  E proprio in questi giorni papa Francesco ha scritto un messaggio all’arcivescovo di Lima (Perù), mons. Carlos Castillo Mattasoglio: “mi commuove pensare alle dure prove che tanti nostri fratelli e sorelle devono affrontare a causa del virus, che non solo colpisce la salute, ma anche le loro vite, aumentando le ingiustizie, le sofferenze e le incomprensioni che colpiscono la loro dignità personale, senza distinzioni di appartenenza religiosa”. “Di fronte alla costernazione e alla sensazione di impotenza che colpisce tutti, senza eccezioni – scrive papa Francesco - vorrei incoraggiarvi a guardare una volta di più al Signore. Egli non ci abbandona; ci chiama, ci abbraccia con un amore infinito che ci cura, ci conforta e ci salva”. In quest’ottica assume il suo più autentico significato la devozione al Signore dei Miracoli: “Gesù crocifisso, fissato e immobile sulla croce, non per la forza dei chiodi ma per il suo amore infinito, è la prova più bella dell’amore di Dio verso l’amato popolo peruviano”, scrive il Papa. Le tradizionali processioni che ogni anno si svolgono nel nostro Paese quest’anno sospese, ci dice il coordinatore nazionale dei peruviani in Italia, p. Emersoni CamposAguilar che in questi giorni ssta visitando le comunità peruviane in Italia. “Quest’anno, dice il papa, la processione “non potrà svolgersi lungo le strade, ma questo non impedisce che il Signore realizzi il miracolo di arrivare a migliaia di cuori ben disposti, che con fede semplice riconoscono che Dio fatto uomo continua a camminare con i suoi fratelli e sorelle nel cammino doloroso di ogni epoca, continua a condividere l’incertezza e la sofferenza di tutti, specialmente dei più poveri, esclusi e scartati”.

Peruviani in Italia: il 30 agosto preghiera per il Perù e per il mondo colpito dalla pandemia

25 Agosto 2020 - Roma - Il 30 di agosto in tutte le Messe e nella “vostra preghiera personale a pensare al Perù, a tutto il continente latinoamericano, al mondo, alle migliaia e milioni di nostri fratelli che sono morti e che moriranno a causa di questo virus, una preghiera particolare per quelli della foresta amazzonica, dove non hanno niente... nelle vostre cappellanie Latinoamericani, nella preghiera dei fedeli, mettiamo questa intenzione, anche nella nostra preghiera personale di recitare il Santo Rosario”. Lo chiede il coordinatore dei peruviani in Italia ricordando la protettrice del Perù, Santa Rosa da Lima morta a soli 32 anni, segnata da innumerevoli prove e sofferenze. “Lei aiuta i medici, gli infermieri che sono in Italia, tanti peruviani che lavorano nelle case di cura in Italia e negli ospedali”, ricorda il sacerdote: “voi infermieri peruviani che lavorate a Milano, Treviso, Torino, Loano, Roma, Genova e altri luoghi, continuate ad essere come la nostra cara Santa Rosa”. “Il giorno in cui morì vittima della peste – spiega – con febbri altissime, disse: ‘Gesù, Gesù, Gesù, sia sempre con me’ e così lasciò questo mondo e andò dal Padre. Chiedo a tutti di dire questa frase, ripetiamola sempre: Gesù, Gesù, Gesù, siate sempre con me, con il Perù, con tutte le vittime di questo virus mortale, con l'Italia e il mondo intero. Sotto lo sguardo compassionevole del Signore dei Miracoli, che Rosa amava tanto, insieme a San Martin de Porres sono nati entrambi a quasi 100 metri dal santuario, benedite il mondo, la chiesa, chi soffre e il nostro amato continente latinoamericano”.

Peruviani in Italia: la testimonianza del coordinatore nazionale

17 Aprile 2020 - Lima - “Mantengo i contatti con molti peruviani in Italia, alcuni sono morti, a Milano, Piacenza, Bergamo, molti contagiati al nord; in Perù alcuni familiari mi hanno contattato per avere notizie dei loro cari e ho potuto riferire quello che mi è stato comunicato”. Lo racconta a www.migrantesonline.it il coordinatore dei peruviani in Italia, p. Emerson Campos Aguilar che si trova in Perù dall’inizio del mese e non è potuto rientrare in Italia. Anche nel paese sudamericano la situazione non è semplice: aumentano i contagiati e le morti. Ed è ancora più urgente per chi vive lontano dalle città. P. Emerson si trova dai genitori in una città dove non c’è ospedale: “ci sono dei medici ma non c’è un ospedale per questi casi, non ci sono i templi crematori, dobbiamo solo pregare Dio che abbia pietà di noi”, dice. Il sacerdote è preoccupato per il sistema sanitario “dove mi trovo, non abbiamo la capacità di rispondere a uno scenario che ci pone davanti alla sopravvivenza. Oltre alla richiesta di rimanere a casa, il governo deve garantire la protezione delle persone dal reddito delle famiglie, dalla fame, dalla crisi economica. In questa crisi questo è il problema centrale, come sostenere le famiglie che non hanno un lavoro, una assicurazione sanitaria, tanto meno un reddito giornaliero, e sono costretti a stare a casa. Come aiutare in caso di emergenza se non abbiamo specialisti, infettivologi, quando tutto è centralizzato nelle capitali? L'epidemia è arrivata in condizioni in cui la maggioranza della popolazione non ha un lavoro regolare, un'assicurazione sanitaria o uno stipendio sufficiente per vivere dignitosamente e questo in tutto il Sudamerica non solo in Perù”. Nel Paese è iniziata anche una migrazione interna; dalle città ai villaggi e ai piccoli centri di origine. “Il popolo peruviano che crede, che soffre e aspetta – dice il sacerdote - volge il suo sguardo al Signore dei Miracoli, implora Santa Rosa da Lima e San Martino de Porres”. E’ un momento che ci chide di “essere solidali gli uni con gli altri, prenderci cura di noi stessi e prenderci cura degli altri, gli altri siamo noi. O ci sentiamo umani, uguali nella stessa casa comune o affonderemo tutti. La nuova grammatica del Santo Padre Francesco ci ha indicato, è l'unica porta e l'unico porto di salvezza. Nessuno si salva da solo”.