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Migrantes Reggio Emilia-Guastalla: domenica 5 giugno Pentecoste dei Popoli

1 Giugno 2022 - Reggio Emilia - Domenica 5 giugno Pentecoste dei Popoli nella diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. Nella Cattedrale celebrazione eucaristica, alle 15,30, promossa dall'Uffiucio Migrante e presieduta dal delegato del vescovo don Daniele Simonazzi. La celebraione eucaristica sarà animata nelle lingue e tradizioni delle comunità immigrate nella diocesi reggiana.

Milano: nasce la Consulta diocesana dei Migranti

24 Maggio 2021 - Milano -È stata celebrata ieri mattina, nel Duomo di Milano, dall’arcivescovo, mons. Mario Delpini, la Messa per la solennità di Pentecoste. Secondo una tradizione avviata da anni, la celebrazione eucaristica è coincisa con la Festa delle genti e ha coinvolto i rappresentanti delle 25 comunità di migranti presenti nel territorio ambrosiano. Al termine della celebrazione è stata annunciata la nascita della nuova Consulta diocesana dei migranti. Già prevista dal Sinodo 47esimo, (1994), e più recentemente dal Sinodo minore “Chiesa dalle genti” (2018), la Consulta sarà composta da un presbitero e due laici per ciascuna delle sette Zone pastorali, dal responsabile e dalla segretaria dell’Ufficio Migrantes, da un rappresentante dei cappellani etnici e dalla moderatrice della consulta «Chiesa dalle genti». I 14 rappresentanti laici individuati nelle varie zone pastorali per far parte della Consulta sono scelti - tra cittadini italiani e stranieri - in base alla loro sensibilità ed esperienza sui temi dell’immigrazione, dell’interculturalità e dell’integrazione, oltre che al loro effettivo inserimento nel tessuto pastorale ambrosiano. Le nomine saranno definite da un decreto firmato dall’Arcivescovo che sarà emanato nelle prossime settimane. «La Consulta ha il compito di aiutare la Diocesi a comprendere i modi diversi di vivere la fede e di celebrarla dei fedeli cattolici che abitano sul nostro territorio, ma sono originari di altri contesti culturali – sottolinea don Alberto Vitali, responsabile dell’ufficio Migrantes della diocesi ambrosiana -.  Le persone provenienti da altri Paesi che ne faranno parte interpreteranno il loro ruolo non come rappresentanti delle proprie comunità etniche, ma come fedeli ambrosiani parte integrante della Diocesi».

Mons. Cipolla alla “Pentecoste dei Popoli”: “Noi prima di stranieri siamo fratelli e sorelle e prima di qualsiasi differenza siamo uniti dalla stessa fede in Gesù”

24 Maggio 2021 -

Padova – Ieri mattina a Padova la “Pentecoste dei Popoli” che, causa pandemia, era saltata nella tradizionale data del 6 gennaio ed è stata celebrata ieri con la partecipazione delle comunità cattoliche di altra madrelingua presenti in diocesi. Una celebrazione ricca di festa, di lingue, di musiche e di colori presieduta dal vescovo, mons. Claudio Cipolla e concelebrata da don Gianromano Gnesotto, vicedirettore dell’Ufficio Migrantes e dai diversi cappellani delle comunità etniche: africani francofoni e anglofoni, cinesi, filippini, indiani, ispanoamericani, polacchi, romeni di rito latino e orientale, srilankesi, ucraini.

“Sono contento che ci possiamo incontrare in tanti e da tanti paesi diversi – ha detto mons. Cipolla – questo ci dice che il Signore che ci mette su una strada che può essere esemplare anche per la nostra società. Noi prima di stranieri siamo fratelli e sorelle e prima di qualsiasi differenza siamo uniti dalla stessa fede in Gesù e dall’appartenenza alla stessa carità, allo stesso amore che il Signore ha donato ai suoi discepoli. Quello che ci unisce nella fede è tantissimo e ci porta a scoprire che anche umanamente siamo fratelli e sorelle, non soltanto dal punto di vista spirituale». Particolare vicinanza il vescovo ha espresso rispetto a quanti provengono da quei paesi che stanno vivendo momenti molto difficili: l’India, il Brasile, i molti paesi Africani «Non c’è giorno migliore della solennità di Pentecoste per celebrare questa festa» ha sottolineato il presule leggendo questo momento come una “notizia” bella da far conoscere: «Questo è un annuncio, un’esperienza bella di incontro, di persone che provengono da altri paesi. E magari arrivasse al mondo questo messaggio che ci dice che è possibile stare insieme, è possibile convivere, è possibile sostenerci e rallegrarci l’un l’altro; è un annuncio che vogliamo dare alla nostra società, ma è anche una profezia del cammino che l’umanità ha davanti, dove ci si riconosce nelle proprie diversità e ci si vuole bene nelle proprie diversità e non ci si combatte. Magari questo messaggio arrivasse al mondo! Tutti insieme per rendere possibile la pace, tutti insieme, nelle nostre diversità per rendere possibile il sostegno ai poveri, ai deboli».

 

Migrantes Padova: domenica la Pentecoste dei Popoli con il vescovo mons. Cipolla

21 Maggio 2021 - Padova - Dapprima la pandemia aveva cancellato la tradizionale celebrazione del 6 gennaio con il Vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla, e i migranti; di seguito era stata individuata un’altra data significativa in una chiesa altrettanto significativa, e così si è concordato per la Messa di Pentecoste, domenica 23 maggio, nella Cattedrale di Padova. Infine, il Sinodo Diocesano, indetto giusto una settimana prima di questa Santa Messa internazionale, che vede una rosa di provenienze e appartenenze molto ampia, per lingue ed espressioni di fede diverse: africani francofoni e anglofoni, cinesi, filippini, indiani, ispanoamericani, polacchi, romeni di rito latino e orientale, srilankesi, ucraini. È in questo modo che le comunità etniche esprimono in modo chiaro l’universalità della Chiesa, e la Chiesa si mostra con il volto bello della “convivialità delle differenze”, luogo in cui i vincoli di fraternità trascendono la nazionalità, la lingua, la cultura. È quanto esprime il documento conciliare “Ad gentes”, al n. 8: “Cristo e la Chiesa superano i particolarismi di razza e di nazionalità, sicché a nessuno e in nessun luogo possono essere estranei”. Con l’evento del Sinodo Diocesano, gli immigrati che si incontrano nella Messa di Pentecoste hanno il privilegio di esserne tra i primi testimonial, perché il Sinodo è il “cammino fatto insieme”, e gli immigrati rappresentano, più di ogni altro, il cammino dell’umanità, il cammino della fraternità, della dignità di ogni persona, il cammino della Chiesa. Oltre a questi significati, la celebrazione con il Vescovo attorniato dagli immigrati cattolici di Padova ne raccoglie anche altri. Perché nella pagina biblica della Pentecoste si racconta che nella città simbolo di tutte le città, Gerusalemme, si erano radunate persone di diversa provenienza, lingua, tradizione. Ad un certo punto iniziano a capirsi, mantenendo le proprie identità e ricchezze culturali, perché sanno entrare nell’arte del dialogo. Riconoscono che senza gli altri si è più poveri, e ancor più poveri senza il riferimento ad un Dio che è Padre di tutti, e che a tutti rivela la fraternità universale. La forza dello Spirito Santo, dunque, aiuta a superare la rottura iniziata a Babele, dove la confusione delle menti e dei cuori aveva prodotto il frutto avariato della confusione dei rapporti umani, l’incapacità di capire e di capirsi, l’arteriosclerosi della chiusura. La Chiesa invece, che nella Pentecoste nasce come popolo di Dio, è un popolo che proviene da tanti popoli, dove le differenze sono ricchezza e non un ostacolo, sono un dono e non una calamità. San Paolo spiega e sottolinea questa verità quando scrive che “Non c’è più giudeo né greco, né schiavo né libero, perché tutti siamo uno in Cristo Gesù” (Col.3). Questa è vera profezia, incarnata e visualizzata concretamente nella Messa di Pentecoste con gli immigranti, assieme al Vescovo ed ai sacerdoti etnici che per questo compito sono venuti da lontano. In tale prospettiva, la celebrazione fatta in Cattedrale, la “chiesa matrice”, rappresenta per tutte le Parrocchie della Diocesi l’incoraggiamento ad essere segno di unità e di mediazione per la società, luoghi in cui il pluralismo non è visto come un male necessario, ma come un bene e una ricchezza. Le comunità cristiane, cattoliche in quanto aperte all’universale, sono in questo senso chiamate ad essere sale, luce e lievito per la società civile nella quale sono immerse, specie quando ci sono modi di pensare, di giudicare, di sentire e di agire, che non sono in linea con il Vangelo. Dunque, la testimonianza che la Chiesa sa e saprà dare, in forza della sua natura universale, capace di comprendere e abbracciare tutti, porterà del bene anche ai contesti sociali caratterizzati irreversibilmente dalla compresenza di persone portatrici di culture diverse. Una Chiesa capace di dire che i popoli possono incontrarsi, superando le contraddizioni e la fatica quotidiana di vivere la fraternità e la solidarietà, è una profezia salutare per tutti. Nella strada appena iniziata dal Sinodo Diocesano può dunque essere significativo quanto indicato dalla Pentecoste: popoli di diversa lingua e cultura, lontani geograficamente ma ora vicini grazie anche alle migrazioni, sanno incontrarsi mettendo il meglio del loro patrimonio di valori e sanno fare festa, la festa della fraternità. (p. Gianromano Gnesotto - Vice Direttore Ufficio Migrantes, Diocesi di Padova)  

Migrantes Reggio Emilia-Guastalla: domenica la “Pentecoste dei Popoli”

19 Maggio 2021 - Reggio Emilia - In occasione della solennità di Pentecoste, domenica prossima, 23 maggio alle ore 15.30, si terrà nella Cattedrale di Santa Maria Assunta a Reggio Emilia la "Pentecoste dei Popoli”, iniziativa promossa dall’Ufficio Migrantes della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. La celebrazione eucaristica sarà presieduta dal vescovo, mons. Massimo Camisasca