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Mons. Perego: l’Europa dei muri è un’Europa che dimostra di cedere alla paura

16 Novembre 2021 - Roma - “E’ una scelta irrazionale e antistorica quella della Polonia di costruire un muro”. Di più, una “sconfitta della democrazia”. Il Presidente della Commissione Episcopale della CEI e della Fondazione Migrantes, mons. Gian Carlo Perego, non usa mezzi termini, parlando con l’Adnkronos, nel denunciare la decisione della Polonia di innalzare un muro al confine con la Bielorussia. “Un segno – dice mons. Perego – del rifiuto e non del riconoscimento della persona, un modo per non affrontare il dramma soprattutto di tante persone in fuga. I criminali entrano nei paesi liberamente dagli aeroporti e la povera gente non può raccontare la propria storia, gridare le proprie sofferenze, le violenze subite”.   Per il Presidente della Commissione CEI per le migrazioni siamo davanti ad una “sconfitta dell’umanesimo su cui si fonda l’Europa, una sconfitta della democrazia. Con la Polonia salgono ormai a dieci i paesi europei che si sono affidati a dei muri per la propria ‘sicurezza’: l’Ungheria, la Bulgaria, la Slovenia, l’Austria, la Macedonia, la Grecia, Estonia, Lituania, il muro spagnolo di Ceuta e Melilla. L’Europa dei muri è un’Europa che dimostra di cedere alla paura, un Europa in difesa da un mondo che cammina”.    

Migrantes: domenica una “preghiera per la vita dei migranti” in tutte le chiese

9 Luglio 2021 -  Roma - Domenica 11 luglio, in tutte le nostre parrocchie, una delle preghiere dei fedeli che guardano alla vita della Chiesa e del mondo sarà per le persone migranti - uomini, donne e bambini – che sono morte nel nostro mare, il Mediterraneo. Sono oltre 7000 dal 2017 e 700 nei primi sei mesi del 2021. Sono nostri fratelli e sorelle che nel loro cammino, talora una fuga dalla morte, dalla miseria, dalla guerra, dalle inondazioni, hanno trovato la morte mentre cercavano la vita, la sicurezza, un futuro. La nostra preghiera Domenica sarà anche accompagnata da un impegno, che nasce anche dal ricordo di S. Benedetto, patrono d’Europa, perchè l’Europa si apra alla solidarietà nei confronti dei richiedenti asilo da una parte attraverso una nuova operazione Mare nostrum per il salvataggio in mare e dall’altra per un sistema europeo di accoglienza che veda impegnati tutti i 27 Paesi europei. E’ un impegno che chiede la responsabilità di tutti, dai singoli cittadini ai governi. E’ un impegno per la vita, che va tutelata sempre. (mons. Gian Carlo Perego - Presidente Fondazione Migrantes)

Mons. Perego: “il viaggio e il sogno sono due elementi che caratterizzano anche la vita dei migranti

6 Luglio 2021 - Roma - “Il viaggio e il sogno sono due elementi che caratterizzano anche la vita dei migranti. Un viaggio non facile e un sogno che è animato dalla speranza di un futuro migliore”. È quanto ha detto ieri sera l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, nell’omelia della celebrazione eucaristica a conclusione della prima giornata del corso di formazione “Linee di pastorale migratoria” promosso dalla Fondazione Migrantes. Citando la storia di Giacobbe che si rivolge al Signore per essere protetto nel viaggio mons. Perego sottolinea che questa è la preghiera  che “abbiamo ritrovato anche tra i materiali dei migranti naufragati” come la preghiera, ad esempio,  di un diacono eritreo, morto durante la traversata del Mediterraneo, ritrovata in un diario di viaggio che era “una sola unica preghiera. E’ la preghiera che oggi vogliamo rivolgere al Signore per tutte le nostre sorelle e fratelli migranti, in cammino verso una terra dove trovare casa, protezione, lavoro, giustizia, pace: in una parola, vita”. La storia della salvezza – ha quindi aggiunto il presule – “è anche storia di migrazione, di cammini, di ricerca”.  

Mons. Perego: Madre Cabrini, un esempio per camminare insieme verso un ‘noi’ sempre più grande

5 Luglio 2021 - Roma - “Era appena terminata la guerra e iniziava anche nel nostro Paese una nuova ondata di emigrazione quando Papa Pio XII canonizzò, il 7 luglio 1946, la Madre Francesca Cabrini, la religiosa lodigiana, che a cavallo dell’Ottocento e del Novecento, lasciò S. Angelo lodigiano per seguire gli emigranti italiani che emigravano negli Stati Uniti d’America – oltre 1 milione negli ultimi vent’anni dell’Ottocento- , e occuparsi in particolare delle donne e dei minori”. Lo ha detto oggi pomeriggio l’arcivescovo, mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes portando il suo saluto ai partecipanti al Corso di formazione sulla pastorale migratoria, iniziato oggi pomeriggio e che vede la partecipazione di circa 40 persone tra nuovi direttori e operatori diocesani Migrantes, nuovi cappellani per le comunità cattoliche di migranti in Italia e le missioni italiane all’estero. “Siamo vicini – ha aggiunto - come Fondazione Migrantes alle Figlie del Sacro Cuore e alla Diocesi di Lodi in occasione delle celebrazioni di questo 75° anniversario della canonizzazione di Madre Cabrini, affidando all’intercessione  della madre dei migranti, che ha attraversato l’oceano numerose volte – “fra un’onda e l’altra” – come Ella scrive (28 aprile 1890) - , animata da una straordinaria capacità di contrastare la secolarizzazione tra gli emigranti, da uno stile nuovo, popolare, di evangelizzazione in emigrazione, dalla valorizzazione della comunicazione a tutela dei diritti dei migranti e contro ogni discriminazione, per la libertà nell'amministrazione dei beni a favore dei poveri emigranti, per la fedeltà alla Chiesa. Madre Cabrini, che aveva ricevuto anche la cittadinanza statunitense nel 1909, sarà la prima Santa degli Stati Uniti d’America”.  Per usare le parole di Papa Francesco nel messaggio per la prossima Giornata mondiale dei migranti, Madre Cabrini è stata – ha concluso mons. Perego -  un esempio per “camminare insieme verso a un noi sempre più grande”.  

Mons. Perego: le sfide dell’incontro e di un “noi” sempre più grande

5 Luglio 2021 -  Roma - Oggi sono circa 272 milioni i migranti internazionali, la maggior parte (74%) in età economicamente attiva (tra 20 e 64 anni), 164 milioni sono lavoratori migranti, 26 milioni i rifugiati, 4,2 milioni i richiedenti asilo e 50,8 milioni gli sfollati interni sia a causa di conflitti e violenze (45,7 milioni) che di catastrofi naturali (5,1 milioni). Sono alcuni dati forniti questo pomeriggio da mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes, in apertura del corso di formazione migratoria che si è aperto a Roma. In Italia i migranti internazionali sono 5.300.000, la maggior parte in età economicamente attiva; 2 milioni le famiglie; quasi tre milioni i lavoratori; 207.000 rifugiati: solo 1 su 10 di coloro che sono sbarcati in Italia si sono fermati nel nostro Paese. Solo 80.000 il saldo tra ingressi e uscite: “l’Italia non attrae più in questo momento, ma sta ritornando ad essere un grande Paese di emigrazione giovanile”: a 5.300.000 immigrati corrispondono altrettanti cittadini italiani all’estero. Di fronte a questi dati – ha spiegato mons. Perego – “sembra che l’unica modalità di governare le migrazioni sia quella di creare muri, barriere ai confini. La storia degli imperi, invece, ci insegna che i confini sono le strade per passare da un paese all’altro. Se le merci si controllano, le persone, anzitutto si accolgono e si accompagnano. Volerle fermare crea intolleranza da entrambe le parti, clandestinità, tratta, sfruttamento, che non creano sicurezza e tutela certamente”. Tra le sfide mons. Pergo ha citato quella degli studenti stranieri nel nostro Paese. La realtà scolastica multietnica e multiculturale che riguarda ormai il 10% di studenti in Italia e in alcuni contesti del Nord e del centro si arriva anche al 25% degli studenti pone la “sfida dell’accompagnamento. Solo il 48% degli studenti migranti ha un iter regolare, mentre il 39% perde mediamente un anno e il 12%  anche due anni. Mentre le ripetenze degli studenti italiani  sono al 14%, quelle degli studenti stranieri arrivano al 27%.” Per il presidente della Commissione Cei per le migrazioni e della Fondazione Migrantes “passare dalla periferia alla città è la sfida del cammino dei migranti. Nella città dove arrivano i migranti via via si spostano – lo vediamo anche nell’emigrazione italiana in alcune città come Londra, Bruxelles, New York -  dalla periferia alla città. L’inclusione nelle aree urbane a maggiore vulnerabilità sociale vede già in campo una ventina di Comuni italiani, da Milano, a Palermo, che alcune politiche sostengono nell'affrontare con soluzioni molto varie la specificità delle sfide che affrontano quotidianamente”. Per quanto riguarda la pastorale mons. Perego parla di sfida dell’incontro e sfida del costruire un ‘noi’ sempre più grande.  

Don Riboldi: mons. Perego, una “figura centrale nel cammino post conciliare della pastorale dei rom e dei sinti”

           9 Giugno 2021 - Roma - Don Mario Riboldi è stato “una figura centrale nel cammino post conciliare della pastorale dei rom e dei sinti”. Lo dice oggi mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio e neo presidente della Fondazione Migrantes in una dichiarazione a www.migrantesonline.it parlando del sacerdote scomparso questa mattina a Milano.  Collaboratore del card. Montini a Milano, successivamente è stato – aggiunge mons. Perego - con don Bruno Nicolini, il “protagonista dell’incontro di Papa Paolo VI, oggi santo, a Pomezia nel 1965 con i rom e i sinti”. Le parole di Papa Montini “i rom sono a casa nella chiesa” sono “stati per lui - conclude mons. Perego ricordando la collaborazione con la Fondazione Migrantes -  il programma di una vita pastorale che lo ha visto camminare lungo tutte le strade d’Italia e d’Europa per incontrare le famiglie e le comunità rom e sinti. Il suo impegno e la sua intelligenza pastorale rimangono nella Chiesa italiana un tesoro da custodire e a cui fare riferimento”. (R. Iaria)  

Le migrazioni a Radio in Blu

1 Giugno 2021 - Milano - A “Chiesa e comunità”, rubrica radiofonica di Radio in Blu curata da Alessandra Giacomucci, un approfondimento sul tema delle migrazioni con l’intervento di mons. Gian Carlo Perego, vescovo di Ferrara-Comacchio e neo eletto alla Presidenza della Fondazione Migrantes e della Commissione CEI per le Migrazioni. Alla domanda come ha accolto questa elezione, il presule ha risposto “come un segno di stima da parte dei confratelli vescovi ma anche come un segno di preoccupazione in questo momento della situazione dei migranti e dei richiedenti asilo in particolar modo anche di tutto il mondo della mobilità”. Ponendo l’accento su quanto la pandemia abbia influito negativamente sul tema ha detto “la pandemia ha dato una ragione in più tante volte per lasciare non entrare i migranti che erano in mare, ha dato una ragione in più al mondo dello spettacolo viaggiante di chiudere e di rimanere senza lavoro, ha dato una ragione in più ai nostri migranti che sono all’estero di non poter rientrare in Patria. In questo senso il tema delle migrazioni attraversa non solo la vita delle città ma anche la vita delle comunità cristiane. Credo che ritornare a occuparmi di questo tema sia una sfida in questo momento e al tempo stesso di raccogliere la preoccupazione di tutti i vescovi italiani”. Proseguendo nell’intervista, curata da Giorgia Bresciani, analizzando i numeri degli arrivi in calo, le morti recenti nel Mediterraneo, le condizioni dei migranti che attraversano la rotta balcanica interessando anche il territorio italiano, è stato chiesto come far fronte a queste esigenze.  Il presule ha sottolineato che occorre innanzitutto “fare verità sulle migrazioni, il nostro Paese sta tornando ad essere un Paese di emigrazione più che di immigrazione. I numeri di 60-70 mila persone come differenza migratoria la fanno ritornare indietro di vent’anni. E al tempo stesso i numeri dell’emigrazione stanno crescendo in continuazione per i giovani universitari che trovano lavoro all’estero, per i lavoratori che preferiscono cercare di fare impresa all’estero, e da situazioni anche di incapacità da parte del mondo dei migranti di poter legalmente entrare nel nostro Paese”. Per il neo Presidente della Migrantes oggi le emigrazioni pongono una duplice sfida “da una parte la sfida della legalità, da una revisione della legge Bossi-Fini, in modo tale che ci sia un incontro fra domanda e offerta di lavoro, dall’altra parte però c’è il piccolo mondo che sta sbarcando sulle nostre coste del Mediterraneo che ci ricorda il grande mondo dei rifugiati, che chiedono attenzione da parte dei Paesi più ricchi, da parte dell’Europa”. L’Italia ha un ruolo importante, perché è ai confini dell’Europa, sottolinea mons. Perego: “attraverso l’accoglienza stimolare l’Europa a rivedere l’accordo di Dublino e a far in modo che i richiedenti asilo possano essere effettivamente e realmente tutelati attraverso la distribuzione su tutti i Paesi europei e attraverso anche un cammino che venga accompagnato e non lasciato semplicemente ai trafficanti”. Passando dall’immigrazione al problema dell’emigrazione che è una questione al centro dell’attività della Fondazione di cui il vescovo per diversi anni ne è stato il direttore, alla domanda di qual è la realtà che la Migrantes ha davanti e come la Chiesa italiana accompagna le persone che lasciano il nostro Paese e vivono all’estero, Perego ha detto che l’’impegno della Chiesa italiana a favore degli emigranti è stato “l’impegno più importante soprattutto dal dopoguerra e continua ad essere oggi importante perché il cammino dei giovani emigranti italiani possa avere da una parte delle comunità cristiane di riferimento nei Paesi di arrivo che facciano un po’ da accompagnamento alla vita della Chiesa dei diversi Paesi, penso alla Germania, alla Svizzera, all’Inghilterra, ma anche ad altri  paesi che stanno vedendo una crescita dell’emigrazione come la Cina, la Russia, come le grandi città del mondo che cominciano a vedere delle comunità significative di migranti”. Non bisogna lasciare sole queste persone, ma l’attenzione della Chiesa per il Vescovo significa anche che non siano sfruttate, quindi dice “sta ritornando il tema dell’accompagnamento anche ai diritti, anche in collaborazione con il grande mondo dell’associazionismo italiano all’estero, penso ad esempio alle Acli con cui sempre c’è stata una collaborazione, perché i diritti che noi affermiamo anche in Italia, non siano negati anche agli italiani che partono per Paesi esteri”. (NDB-RI)    

Mons. Perego: continuerò a seguire la mobilità con uno sguardo preferenziale ai mondi della Migrantes

27 Maggio 2021 - Roma - Ritorno alla Fondazione Migrantes come Presidente dopo che ne sono stato Direttore dal 2009 al 2017. Il ritorno coincide con un tempo non facile del cammino delle persone: nuovi sbarchi, ma meno arrivi di migranti; il ritorno del tema della cittadinanza; un cammino scolastico segnato da abbandoni e un lavoro ancora più precario...sono solo alcuni temi che interpellano il cammino della Chiesa che incrocia il cammino degli uomini. È un unico cammino insieme, sinodale, con un'attenzione alle gioie e alle speranze, alle tristezze e alle angosce della gente, soprattutto dei più poveri e malati. Continuerò a seguire questo cammino e a condividerlo, con uno sguardo preferenziale ai mondi della Migrantes: emigranti, immigrati, richiedenti asilo rifugiati, circensi e fieranti e rom e sinti. (mons. Gian Carlo Perego – Presidente Fondazione Migrantes)