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Giornata Mondiale del Rifugiato: le iniziative a Trento e Rovereto

16 Giugno 2022 - Trento - L' emergenza ucraina ha riaperto il dibattito sull' accoglienza delle persone in fuga dalla guerra. Secondo l' ultimo aggiornamento di Unhcr Italia, sono 7.363.623 i rifugiati che, dall'Ucraina, hanno attraversato i Paesi vicini in cerca di sicurezza dal 24 febbraio, giorno in cui è scoppiata la guerra, mentre 8 milioni sarebbero gli sfollati interni. Il titolo della Giornata Mondiale del Rifugiato 2022, che siu celebra lunedì 20 giugno, recita "Chiunque, ovunque, sempre". L' Unhcr con questo tema sottolinea la necessità di trattare con dignità le persone costrette a fuggire dai loro luoghi d' origine, chiunque esse siano; che le persone costrette a migrare devono essere accolte da qualsiasi luogo provengano; e, infine, che chiunque scappi dalla guerra deve essere accolto sempre. In Trentino saranno due le giornate di riflessione, approfondimento e dibattito - ma anche teatro, musica e gioco - dedicate alla Giornata Mondiale del Rifugiato 2022, come riferisce "Vita Trentina". Venerdì 17 giugno alle 20.45, al Vigilianum di Trento, un dibattito sul tema della Giornata, "Chiunque, ovunque, sempre". Partecipano Ester Gallo, docente del master Dirpom (Diritto e Politiche delle Migrazioni) dell' Università di Trento e responsabile del progetto Scholars at Risk (Sar), Angelica Villa, project manager e community organiser di Refugees Welcome Italia, e Sara Zanatta della Fondazione Museo Storico del Trentino. Sabato 18 giugno, dalle 16.30, al Parco Color io/Amico, nel quartiere Brione di Rovereto, un pomeriggio di gioco, musica e teatro dedicato al tema delle migrazioni. Si parte con giochi di ruolo, laboratori creativi e manuali, letture animate, pitture e origami a cura delle associazioni. Alle 18.45 ci sarà il saluto delle autorità, mentre alle 19.30 spazio alla performance teatrale "Persona singolare. Chi racconta la mia storia?" di Maura Pettorruso con Stefano Pietro Detassis, Sherif Diallo e Andrea Visibelli. Alle 20 cena conviviale; i partecipanti sono invitati a portare le proprie stoviglie da casa, del cibo e delle bevande da condividere con gli altri. Seguiranno, in conclusione, il concerto di Fela Beat alle 20.45 e il concerto di Nana Motobi & the Abe Pe Show crew alle 21.30. L'iniziativa è promossa, fra gli altri,  dall'Ufficio Migrantes della diocesi di Trento, dal Centro Astalli Trento, dal Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani, Atas Onlus, dalla Fondazione Comunità Solidale, Master Dirpom, dal Comune di Rovereto.

Trento: il vescovo visita cinque strutture diocesane di accoglienza di migranti

30 Aprile 2021 -

Trento – A pochi giorni dall’ennesima strage di migranti nel Mediterraneo, l’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, insieme a una delegazione diocesana e del Centro Astalli ha visitato cinque strutture religiose del capoluogo che da ormai cinque anni (d’intesa con la Diocesi e con la regia di Astalli) accolgono richiedenti protezione internazionale, un centinaio complessivamente nel tempo. L’itinerario sulle tracce della solidarietà ecclesiale in risposta all’emergenza migranti ha preso le mosse a Casa San Francesco di Spini di Gardolo, di proprietà dei Cappuccini (rappresentati da padre Luca Trivellato e padre Mario Putin), dove è attivo anche un dormitorio per 10 richiedenti asilo coordinato da Astalli. Seconda tappa nella casa dei Comboniani in via Missioni Africane dove grazie alla disponibilità dei missionari, sei universitari veneti e trentini residenti hanno scelto, grazie al progetto “muri che uniscono”, di condividere gli spazi di accoglienza assieme ad una decina di ragazze e ragazzi richiedenti asilo. A facilitare questa convivenza pensano i missionari presenti: Tullio Donati, Mario Benedetti e Claudio Zendron. La visita è quindi proseguita nella sede delle suore Canossiane in centro a Trento (con l’annessa scuola materna e il Centro di Formazione Professionale) dove l’accoglienza di due mamme africane con le relative figlie, già ben inserite nella scuola, è garantita da suor Daniela Rizzardi con altre tre consorelle. Si è saliti quindi a Villazzano nella sede dei Dehoniani, comunità di sei religiosi che guidano anche le parrocchie di Villazzano e Povo dove sono riusciti a dare all’accoglienza di giovani migranti un carattere davvero comunitario nella “normalità” (ad esempio attraverso le “cene del povero” o la realizzazione di un bel murale collettivo), come sottolineano il responsabile della comunità padre Silvano Volpato insieme al parroco padre Giorgio Favero. A Villa S. Ignazio, sede dei Gesuiti e cuore organizzativo dell’accoglienza, l’ultima tappa di un “pellegrinaggio nei luoghi della sofferenza ma anche del riscatto delle persone”, come lo ha definito il responsabile della comunità padre Alberto Remondini.

L’Arcivescovo, accompagnato dal direttore Migrantes diocesano, don Cristiano Bettega e dal referente Caritas Alessandro Martinelli, parla di “un’esperienza meravigliosa di Vangelo dove scopriamo che, se ascolti Dio e guardi i poveri come lui li guarda, ti ritrovi arricchito. Così l’accoglienza non è un dovere ma semplicemente il bello dell’umano. Abbiamo sperimentato in questi anni che dai volti dei poveri abbiamo ricevuto anche la capacità di fare rete e diventare più collaborativi tra noi”.

“Gli incontri mensili fra le nostre realtà, i religiosi, gli operatori, i responsabili diocesani ci hanno aiutato a crescere, a cambiare anche.  Siamo contenti di proseguire perché questo diventi un segno di vangelo della nostra Chiesa locale”, aggiunge padre Remondini.

“Qui si vede – interviene il presidente del Centro Astalli, Stefano Graiff – come il coinvolgimento della comunità e il rapporto diretto con i rifugiati diventa il primo modo per creare una sensibilità accogliente, abbattendo pregiudizi di partenza”.

Nei volti più che nelle parole dei migranti incontrati, il sollievo dopo fughe dolorose (via Mediterraneo o rotta balcanica) e la fiducia ora in progetti lavorativi, come sottolinea il settimanale Vita Trentina di questa settimana che da ampio spazio alla visita.