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Migrantes Torino: dal 21 aprile un corso per famiglie che desiderano accogliere

9 Aprile 2021 - Torino - Un corso per famiglie che desiderano accogliere. Lo propone, dal prossimo 21 aprile, l'Ufficio Migrantes di Torino ed è rivolto a chi è interessato all'accoglienza dei rifugiati che necessitano ancora di un supporto per poi poter proseguire in autonomia il loro percorso di integrazione nel nostro paese. Si tratta di un percorso di formazione, con il confronto con chi ha già vissuto questa esperienza, rivolto a singoli e famiglie che vogliono sperimentare l’accoglienza di un rifugiato nella propria casa. Il corso è articolato in quattro incontri di approfondimento dedicati ai temi delle aspettative, dei diritti e dell’esperienza di accoglienza. Il corso, promosso dalla Migrantes di Torino, si avvale della collaborazione dell’Associazione Famiglie Accoglienti, nell’ambito del progetto Rifugio Diffuso promosso dall’Ufficio Stranieri di Torino.

Migrantes Torino: il 24 la presentazione di “Rifugio diffuso”

18 Febbraio 2021 - Torino - Un «ponte» tra la comunità e l’autonomia. Un «ponte» che rassicura, ma al tempo stesso stimola a quell’autonomia e quell’integrazione che sono il cuore e l’obiettivo di ogni accoglienza. Questo «ponte» sono state e saranno le famiglie, le coppie, i singoli che si metteranno a disposizione per il progetto «Rifugio diffuso» che il Comune di Torino con la Pastorale Migranti (Migrantes) porta avanti da anni e che il 24 febbraio intende rilanciare con una serata on line di presentazione e testimonianze. Il progetto di accoglienza di un rifugiato nella propria casa (con supporto economico e accompagnamento) può durare da 6 a 12 mesi ed è finalizzato ad offrire alla persona la testimonianza di una vita che non ha i ritmi e i sostegni (ma neanche i limiti) di una comunità. «Abbiamo una trentina di posti», spiega Miriam Carretta dell'Ufficio Migrantes, «per persone dalle provenienze e dalle storie più diverse. Negli anni abbiamo visto che per molti si instaura con chi accoglie un legame di affetto che non si esaurisce con la fine del progetto e che resta a testimonianza preziosa di come l’accoglienza sia un arricchimento reciproco». Accoglienza in casa e non assistenzialismo, affetto e relazione che comunque non s’improvvisano ma si costruiscono anche con la formazione, per questo all’incontro per chi aderisce, sono previsti appuntamenti di orientamento «anche perché», prosegue, «non facciamo abbinamenti casuali, ma si cerca di far ‘incontrare’ il più possibile esigenze e caratteristiche di chi accoglie e di chi è accolto». Gli inserimenti inizieranno in primavera. Per partecipare all’incontro è sufficiente collegarsi sul canale YouTube dell’Ufficio Pastorale Migranti alle 20.30. Informazioni: rifugiodiffuso@upmtorino.it . (F.BEL.)  

Migrantes Torino: ieri la Festa dei Popoli con mons. Nosiglia

7 Gennaio 2021 -

Torino - Ieri mattina il Duomo di Torino ha accolto una rappresentanza delle Cappellanie etniche della diocesi nella celebrazione della Messa dell'Epifania. Come ogni anno la Migrantes di Torino organizza la Festa dei Popoli che solitamente ha inizio con la celebrazione eucaristica e prosegue nel pomeriggio con le esibizioni delle comunità tra musica, danza e teatro. Quest'anno, vista l'emergenza sanitaria, la giornata dedicata ai popoli è stata celebrata con la sola funzione religiosa presieduta dall'Arcivescovo e co-celebrata da alcuni dei sacerdoti a capo delle singole cappellanie. Erano presenti le comunità filippina, romena, latino-americana, anglofona, francofona, lusofona, brasiliana, peruviana, srilankese, ucraina, ecumenica. Ad animare la celebrazione il coro multietnico e le preghiere dei fedeli nelle diverse lingue. L'arcivescovo, mons. Cesare Nosiglia nell'omelia ha ringraziato le comunità etniche ricordando il grande legame di fratellanza che ci unisce e la Migrantes per la testimonianza di unità e fede che dà nel suo lavoro quotidiano accanto alle sorelle e ai fratelli migranti. «Sul territorio colgo 'segni di speranza'», a partire dalle famiglie, dalle aziende, dalle nostre comunità che si «aprono» all'altro. Mons. Nosiglia ha richiamato le parole dell'enciclica "Fratelli tutti" e la frase di Papa Francesco "Siamo tutti sulla stessa barca", a proposito del difficile periodo che la pandemia ci costringe a vivere e della necessità di sentirsi parte di un'unica umanità.  

«Siamo più poveri, ma più solidali - ha affermato Sergio Durando, direttore della Migrantes di Torino -. L'anno appena trascorso è stato difficile, ma ci siamo scoperti capaci di trovare nuove forme per restare accanto a chi ha bisogno"». Durando, al termine della celebrazione, ha lanciato una provocazione affermando che l'accoglienza non basta più. È giunto il momento di valorizzare le ricchezze culturali dei nostri fratelli, di andare oltre allo stereotipo che vede il migrante, in quanto tale, appartenere alla categoria degli 'svantaggiati'. Siamo chiamati a un altro compito: quello di rendere cittadini i migranti!».

Festa dei Popoli: ieri celebrazioni in tante diocesi italiane

7 Gennaio 2021 - Roma - Celebrazioni Eucaristiche e momenti all’insegna dell’essenzialità ieri in tante diocesi italiane per la Festa dei Popoli. Occasioni che annualmente – quest’anno in modo molto limitato a causa della pandemia - richiamano non solo gli stranieri presenti ma anche molti fedeli italiani. Anche ieri da Nord a Sud ci si è ritrovati per pregare insieme. In questi giorni su www.migransonline.it abbiamo dato alcuni appuntamenti. In questo pezzo oggi raccontiamo qualche celebrazione come a Vicenza dove il vescovo, mons. Beniamino Pizziol, ha celebrato in Cattedrale evidenziando che si è trattato di «una celebrazione meno solenne ma non meno intensa, perché i nostri cuori sono uniti». Alla celebrazione, promossa dall’ufficio diocesano Migrantes, un centinaio di migranti residenti in città a causa della pandemia che hanno animato la liturgia con canti e preghiere nelle varie lingue con una particolare attenzione agli ammalati di Covid e agli operatori sanitari, alle famiglie, al Papa, ai giovani. «Voi – ha detto il presule - arricchite la Chiesa con la vostra presenza, la vostra cultura e le vostre tradizioni». Con il vescovo hanno celebrato p. Domenico Colossi, direttore dell’ufficio Migrantes e i cappellani che seguono le singole comunità cattoliche di nazionalità straniera, circa 15 di fede cattolica che risiedono nel territorio diocesano. «Voi fratelli immigrati portate il dono della vostra fede, che è cresciuta con voi e che ora si manifesta in questa città che vi accoglie, conservando la vostra fede con generosità ed evitando che i vari Erodi possano metterla in discussione o scalfirla», ha detto il card. Crescenzio Sepe, amministratore apostolico della diocesi di Napoli, nella celebrazione in cattedrale.  Alla celebrazione, organizzata dall’Ufficio diocesano Migrantes, diretto da don Pasquale Langella, erano presenti alcuni gruppi etnici che vivono a Napoli. Nella tradizione della festa della Befana, poi, ai figli degli immigrati, sono stati donati giocattoli offerti dal Movimento Cristiano Lavoratori e dall’Ordine di Malta. Festa dei Popoli anche nella cattedrale di Torino su iniziava dell’ufficio Migrantes diocesano diretto da Sergio Durando e che ha visto, pur con tutte le limitazioni dovute alle normative vigenti, la presenza di diverse comunità etniche. «La Chiesa ha sempre visto il pellegrinaggio dei Magi sotto il segno di quell’anelito di tutta l’umanità verso Cristo Signore perché ogni uomo è stato creato per Cristo e il desiderio più forte, che ha in sé stesso, è trovarlo e riconoscerlo come suo Creatore e Signore» ha detto l’arcivescovo, mons. Cesare Nosiglia, nell’omelia della liturgia. Il presule, che anche amministratore apostolico di Susa, ha celebrato anche qui una liturgia per le comunità migranti. A Rimini celebrazione con il vescovo, mons. Francesco Lambioasi in varie lingue mentre la festa è stata rinviata a domenica 26 settembre, in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Alla celebrazione hanno partecipato sacerdoti stranieri che prestano servizio in diocesi per sottolineare «l’universalità del Vangelo e della Chiesa dove ognuno si deve sentire accolto, desiderato e amato», ha detto il direttore Migrantes, Cesare Giorgetti. Per mons. Lambiasi la festa dell’Epifania è «manifestazione di Cristo ai pagani, è la festa della fede, offerta a tutto il mondo». (Raffaele Iaria)      

Migrantes Torino: domani la festa dei Popoli con mons. Nosiglia

5 Gennaio 2021 -
Torino – Mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e Susa  presidierà la Santa Messa dell’Epifania del Signore e della Festa dei Popoli nel duomo del città domani, mercoledì 6 gennaio alle10.30.
Per esigenze di sicurezza potranno entrare in chiesa al massimo 200 persone, pertanto la celebrazione sarà limitata ai rappresentanti delegati dalle diverse comunità etniche, spiega una nota della Migrantes di Torino.

Migrantes Torino: il 6 gennaio la festa dei Popoli con mons. Nosiglia

24 Dicembre 2020 - Torino - Mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e Susa  presidierà la Santa Messa dell’Epifania del Signore e della Festa dei Popoli nel duomo del città mercoledì 6 gennaio alle10.30. Per esigenze di sicurezza potranno entrare in chiesa al massimo 200 persone, pertanto la celebrazione sarà limitata ai rappresentanti delegati dalle diverse comunità etniche, spiega una nota della Migrantes di Torino.

Migrantes Torino: domani a presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo

9 Dicembre 2020 - Torino - Domani sarà presentato, su iniziativa dell'Ufficio Migrantes di Torino, il Rapporto Italiani nel Mondo della Fondazione Migrantes. con uno sguardo d’approfondimento sulla realtà del Piemonte e della Valle d’Aosta. All'incontro, moderato dalla curatrice, Delfina Licata, interverranno Alessandro Celi della Fondation Émile Chanoux, Institut d’étudesfédéralistes et régionalistes di Aosta e Renata Allio, dell’Università degli Studi di Torino. Entrambi hanno contribuito alla stesura del Rapporto Italiani nel Mondo per quanto riguarda l’analisi dei dati del Piemonte e della Valle d’Aosta. In particolare, la loro relazione riguarderà rispettivamente: “AOSTA: Emigrazioni e immigrazioni tra necessità economiche e strategie politiche” e “CUNEO: da serbatoio di manodopera per l’estero a provincia affluente”. La presentazione del volume avverrà in diretta sul canale YouTube dell’Ufficio Pastorale Migranti di Torino (Migrantes).  

Migrantes Torino: un corso per conoscere Rom e Sinti

13 Novembre 2020 -

Torino - Chi sono le persone che chiamiamo rom? Di cosa parliamo quando parliamo di “campi nomadi”? A fronte della Strategia nazionale di inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti, a quali sfide siamo tutti chiamati a rispondere? E a quali, in particolare, come cristiani?

Questi gli interrogativi sui quali la Fondazione Migrantes con l’Ufficio Migrantes di Torino vuole avviare la riflessione con volontari di parrocchie e associazioni che vogliano mettersi in gioco per confrontarsi costruttivamente con Rom e Sinti che bussano alle porte delle comunità che si insediano vicino alle chiese.

Lo fa organizzando un corso in 4 incontri dal titolo “Comunità rom e sinti: oltre i luoghi comuni. Conoscere, incontrare, riflettere” che prenderà il via il 18 novembre. “È una occasione”, spiega Sergio Durando, direttore Migrantes di Torino, “che risponde ad una triplice esigenza: quella di avviare con Rom e sinti relazioni non assistenzialistiche, quella di creare relazioni costruttive tra le varie realtà che si occupano di loro, quella di intervenire positivamente sulle situazioni comprendendo difficoltà, risorse, conoscendo leggi ecc”.

Un corso qualificato dalla presenza di relatori esperti che affronta dunque il tema nomadi da un punto di vista antropologico, normativo, socio-pastorale, rivolgendosi a operatori che siano già impegnati sul campo o vogliano intraprendere questo tipo di servizio nei confronti di famiglie spesso emarginate da pregiudizi, escluse da una vita dignitosa.

Nei quattro incontri verrà fatta in particolare un’analisi della situazione delle politiche attuate oggi sul territorio nazionale e torinese per “promuovere nelle comunità cristiane la comprensione e la valorizzazione dell’identità rom e sinti, e di incoraggiare l’impegno specifico di operatori pastorali in atteggiamenti e opere di fraterna accoglienza”. ​

Il ruolo della scuola nell’accoglienza: una esperienza a Torino

5 Novembre 2020 - Torino - Da quando abbiamo iniziato ad accogliere nella casa parrocchiale della comunità Gesù Buon Pastore in Torino giovani migranti che ci sono stati inviati dall’Ufficio pastorale Migranti (Migrantes) della diocesi, abbiamo sempre pensato al nostro impegno come accoglienza, ma anche come accompagnamento. Il nostro gruppo, formato da volontari delle tre parrocchie che partecipano al progetto, San Benedetto, Santa Rosa e Gesù Buon Pastore, si è sempre posto come obiettivo l’accompagnamento a fianco dell’accoglienza; in pratica la scelta è stata quella di affiancare questi ragazzi in un tratto del loro cammino e di non limitarsi ad ospitare. Tra alti e bassi, con le ovvie difficoltà che sono via via emerse e che abbiamo superato di volta in volta, il progetto ha dato alcuni frutti importanti: i ragazzi ospitati, poco alla volta, nel rispetto dei loro tempi e delle loro esigenze, sono diventati autonomi e hanno preso nuove strade, lasciando il posto nella casa ad altri amici. Un ruolo importante l’ha giocato in questo percorso la scuola; ben quattro dei sei giovani migranti ospitati hanno conseguito successi scolastici importanti: uno ha potuto completare gli studi e conseguire la Laurea Triennale in Ingegneria; un altro si è diplomato al corso di enogastronomia serale presso l’Istituto Professionale Beccari; altri due hanno conseguito la licenza media dopo aver frequentato i corsi del Cpia. Per quanto riguarda la formazione di base (licenza media) e la scuola media superiore, i volontari si sono fatti carico di seguire il cammino scolastico dei ragazzi e di aiutarli nello studio e nella preparazione delle verifiche e delle interrogazioni. Crediamo che investire sulla scuola sia importante nella nostra società, in quanto il possedere un titolo di studio aiuta nella ricerca del lavoro ed è indispensabile per un eventuale proseguimento degli studi; inoltre è fondamentale aiutare questi giovani nell’apprendimento della lingua italiana e nel raggiungimento delle competenze e delle abilità di base. “I care”, il messaggio che incontrano quanti salgono alla scuola di Barbiana fondata da don Milani, riassume l’importanza di aiutare questi giovani a raggiungere il successo formativo, in vista di un futuro migliore; in quest’ottica è importante “prendersi cura” per provare a non lasciare che il divario sociale di partenza resti un divario per tutta la vita, ma possa essere abbattuto o almeno ridotto in prospettiva futura. (Daniela Favale) ​