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Papa Francesco: non chiudiamo le porte ai migranti e alle loro speranze

26 Settembre 2021 - Città  del Vaticano - Nel dopo Angelus di questa mattina Papa Francesco ha ricordato che oggi la Chiesa celebra la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. "E’ necessario camminare insieme, senza pregiudizi, senza paure, ponendosi accanto a chi è più vulnerabile, migranti, rifugiati, sfollati, vittime della tratta e abbandonati", ha etto il Pontefice aggiungendo che "siamo chiamati a costruire un mondo sempre più inclusivo che non escluda nessuno". Papa Francesco ha quindi salutato "quanti nelle varie parti del mondo stanno celebrando questa giornata", i fedeli riuniti a Loreto per l’iniziativa nazionale promossa dalla Commissione Cei per le Migrazioni e dalla Fondazione Migrantes. E ancora un saluto ed un ringraziamento  alle diverse comunità  etniche presenti  in piazza con le loro bandiere". E poi un saluto ai rappresentanti del progetto ’Apri’ di Caritas Italiana, alla  Migrantes della diocesi di Roma e al Centro Astalli: "Grazie a tutti per il vostro impegno generoso". E poi, a conclusione, l'invito ai fedeli presenti in piazza a recarsi presso il monumento, all’interno del colonnato del Bernini, dedicato ai migranti e inaugurato dal Papa qualche anno fa. "Prima di lasciare la piazza - ha detto papa Francesco -  vi invito a avvicinarsi a quel monumento" e a soffermarsi alla barca con i migranti e "sullo sguardo di quelle persone" e "cogliere in quello sguardo la speranza che oggi ha ogni migrante di ricominciare a vivere. Andate a vedere quel monumento. Non chiudiamo le porte alla loro speranza".

“Migrantes”: a fianco degli ucraini a Roma nell’insegnamento della lingua e cultura italiana

15 Giugno 2021 - Roma - Da diversi anni la Fondazione Migrantes aiuta gli stranieri appena arrivati ad apprendere gratuitamente le basi della lingua italiana. A tal fine, la Fondazione ha creato uno speciale Progetto di formazione lingua e cultura italiana per l'integrazione, che viene attuato in diverse parrocchie cattoliche a Roma, che visitano le comunità nazionali. Non fa eccezione la comunità ucraina, che ha la possibilità di acquisire gratuitamente la conoscenza della lingua e della cultura italiana grazie al fatto che la sede dei cardinali greco-cattolici ucraini si trova a Roma - Basilica minore di Santa Sofia. Quest'anno si sono formati due gruppi di ucraini: uno per principianti e l’altro focalizzato sul miglioramento delle competenze linguistiche esistenti dell'italiano. "Sentiamo il bisogno di aiutare chi viene in Italia. Ci sono molte ragioni per cui le persone lasciano la loro patria, quindi per rendere la loro vita un po' più facile, offriamo questi corsi a varie comunità cattoliche a Roma. Conduciamo formazione in un giorno non lavorativo per i migranti, di solito dopo o prima della Liturgia”, ha affermato mons.  Pierpaolo Felicolo, direttore Migrantes della diocesi di Roma: "tra gli studenti del corso ci sono anche persone che vivono nel paese da molto tempo, ma vogliono conoscere la lingua a un livello molto più alto. A causa delle restrizioni dovute alla pandemia quest'anno la formazione si è svolta online. "Era importante per noi non fermarci, ma continuare gli studi. Abbiamo in programma di realizzare in futuro questo progetto di una sorta di scuola di lingue per aiutare i migranti. Penso che sia estremamente necessario per loro, perché possono parlare una lingua straniera gratuitamente e rapidamente ", ha spiegato. Secondo Felicia D'Alessandro, responsabile del Progetto formazione lingua e Cultura italiana per l'integrazione, la formazione per gli ucraini è iniziata cinque anni fa. Un progetto simile è frequentato da comunità cinesi, filippine, rumene e indù nelle loro parrocchie a Roma. "Non abbiamo potuto tenere lezioni in classe quest'anno, quindi le abbiamo spostate online. Naturalmente, i giovani apprendono lo studio online molto più velocemente. Ecco perché abbiamo implementato una doppia lente di lezioni: l'apprendimento della lingua e l'apprendimento delle competenze informatiche per coloro che non sanno come farlo ", ha detto. Secondo D'Alessandro il progetto coinvolge almeno trenta insegnanti che insegnano l'italiano non solo ai migranti, ma anche a diverse istituzioni religiose e collegi. A causa del lavoro, gli ucraini chiedono di tenere lezioni una volta alla settimana e siamo sempre attenti alle circostanze in cui vivono i nostri studenti. Dopo le vacanze estive, a settembre, inizieremo a formare nuovi gruppi di studenti, spero in aula", ha aggiunto. Dell'efficacia di questo progetto linguistico e culturale è convinto p. Marco Semegen, presidente della Società religiosa “Santa Sofia”: “Sebbene il corso sembri poco appariscente e tranquillo, i suoi frutti sono grandi". Quest’anno due gruppi di ucraini hanno studiato online, spiega sottolineando la responsabilità di ogni studente del corso, perché nonostante sia gratuito, "comporta molto lavoro di volontariato" . Al termine della formazione, i partecipanti al progetto hanno sostenuto un test per il livello di conoscenza della lingua italiana. “Grazie a Dio e al Patriarch Josif Slipyj, abbiamo questa casa della Società religiosa “Santa Sofia”, dove possiamo dare la possibilità agli ucraini che non conoscono l'italiano di studiarla. Una persona che vive all'estero deve conoscere la lingua per poter prima comprendere i suoi diritti, le sue responsabilità e potersi tutelare” ha concluso p. Marco. (Ruslana Tkachenko)    

Mons. Ambarus: domenica l’ordinazione episcopale

30 Aprile 2021 - Roma - Si svolgerà domenica pomeriggio, nella basilica di San Giovanni in Laterano di Roma,  l’ordinazione episcopale del nuovo vescovo ausiliare, mons. Benoni Ambarus. Il nuovo presule, nominato da papa Francesco il 20 marzo scorso, sarà delegato alla carità, alla pastorale dei migranti (in particolare Rom e Sinti) e quella per il Centro missionario diocesano. A presiedere la celebrazione il Vicario del Papa per la diocesi di Roma, il card. Angelo De Donatis. Con lui anche il card. Enrico Feroci. Per la Migrantes parteciperanno il presidente, il vescovo ausiliare di Roma, mons. Guerino Di Tora , il direttore generale, don Gianni De Robertis e l direttore diocesano di Roma, mons. Pierpaolo Felicolo. Nato in Romania nel 1974 mons. Ambarus nel 2017 è diventato vice direttore della Caritas di Roma e l’anno dopo direttore. A mons. Ambarus gli augurio di un proficuo ministero episcopale. (R.Iaria)  

GMMR: la Migrantes di Roma in Piazza San Pietro per dire “grazie” a papa Francesco

24 Settembre 2020 - Roma – Domenica alcuni rappresentanti delle comunità etniche cattoliche di Roma parteciperanno all’Angelus in Piazza San Pietro. L’iniziativa è dell’Ufficio Migrantes diocesano. “Ci saranno dieci delegati per comunità con le bandiere dei Paesi di provenienza. Non vogliamo che il Covid ci impedisca di essere vicini al Papa”, dice il direttore Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo: “vogliamo ringraziarlo perché non perde occasione per ribadire costantemente l’attenzione e il sostegno della Chiesa verso il mondo della mobilità umana che non è solo quello dei migranti ma ci sono rifugiati, richiedenti asilo, apolidi, migranti lavorativi. Questi ultimi non sono da trascurare perché cercano di lavorare onestamente per aiutare i familiari rimasti a casa”. Il papa quest’anno, con il suo Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato invita ad impegnarsi non più “per” i migranti ma “con” i migranti, dice mons. Felicolo. “Si è convinti di conoscere i migranti, ma in realtà sempre più spesso ci si sofferma sui numeri senza ricordarsi che si parla di persone. Se conoscessimo davvero le motivazioni che hanno spinto migliaia di uomini e donne a lasciare il loro Paese, se ci fermassimo ad ascoltare le loro storie, potremmo comprendere i bisogni di chi fugge dalla guerra, dalla fame, dalla povertà. Se comprendessimo – spiega ancora il sacerdote -  il nostro atteggiamento cambierebbe e riusciremmo a farci prossimi mettendoci a servizio di queste persone che affrontano viaggi massacranti per mettersi in salvo”.

Mons. Palmieri: Roma “non perde l’appuntamento che il Signore  le dà per farsi incontrare nel povero e nell’ammalato”

9 Aprile 2020 - Roma – Da alcuni giorni a Roma è operativo un “Progetto per la fornitura straordinaria di generi di prima necessità per le famiglie dei campi e degli insediamenti rom”. Saranno coinvolti circa 500 famiglie che in questo periodo di pandemia stanno vivendo grossi difficoltà. L’iniziativa è della diocesi di Roma attraverso l’Ufficio Migrantes e Caritas diocesano, alcune parrocchie ed associazioni di volontariato. Ne abbiamo parlato con il vescovo ausiliare di Roma e delegato per la Carità e la pastorale Migrantes, mons. Gianpiero Palmieri. Mons. Palmieri, come legge la situazione che stiamo vivendo? “Viviamo a Roma e nel Lazio  una situazione particolarmente difficile, legata al fatto che molti migranti e rifugiati politici si trovavano già, ancor prima del diffondersi del Coronavirus, nella condizione precaria di non avere un luogo in cui abitare. Le leggi restrittive approvate dal precedente Governo, con le quali si rendeva difficile se non impossibile il rinnovo del permesso di soggiorno, visto il venir meno dei motivi umanitari, hanno spinto molte persone negli alloggi di fortuna o ad ingrossare le fila dei senza fissa dimora. E' ovvio che queste persone più di altre ora si trovano esposte al pericolo del contagio; alla precarietà sanitaria e alloggiativa si aggiunge per di più l'emergenza fame: le mense che abitualmente erano sufficienti per erogare pasti a chi ne aveva bisogno, non riescono più a soddisfare una domanda enormemente cresciuta. Quindi la situazione è critica da ogni punto di vista. E' della cronaca degli ultimi giorni il racconto di due fatti avvenuti a Roma, fatti emblematici del pericolo che può scoppiare in ogni momento negli insediamenti in cui vivono immigrati o rifugiati politici. Il primo a Torre Maura, nella palazzina che ospita il centro di accoglienza per 150 extracomunitari (dove un anno fa si scatenò la protesta anti-rom) mercoledì 1 aprile è stato portato via e trasferito in ospedale un ospite perché affetto da coronavirus: è scattata la chiusura totale dell'edificio, il presidio della Polizia, le grida di paura dei vicini alle finestre e il panico tra gli ospiti, fino al tentativo di suicidio di uno di loro. L'altro episodio è scoppiato nel ‘Selam Palace’ della Romanina, dove dal 2006 vivono 600 rifugiati: una coppia somala contagiata ha provocato la chiusura totale dell'edificio ora presidiato dall'Esercito. In questi due casi l'intervento di screaning sanitario degli abitanti del palazzo è stato immediato; ma ciò che spesso manca in questi grandi luoghi di aggregazione è la prevenzione, la verifica che le indicazioni sanitarie vengano capite ed osservate per il bene di tutti. Direi quindi in conclusione, per rispondere a questa domanda, che l'emergenza coronavirus sta riportando all'attenzione di tutti il problema drammatico di chi è più povero, di chi è costretto a vivere accalcato con altri in strutture non idonee o per strada... Se davvero ‘stiamo sulla stessa barca’ e se possiamo ‘uscirne fuori solo insieme’, evitare il diffondersi del contagio significa ora affrontare un problema troppo a lungo risolto con ‘soluzioni temporanee’ o con nessuna soluzione...”. A causa di questa pandemia si cominciano a “sentire problemi economici”, come ha denunciato Papa Francesco. Come rispondere guardando soprattutto “gli ultimi degli ultimi” come sono i migranti e i rom? “Credo che grande sia stato lo sforzo per intervenire d'urgenza sul problema economico, soprattutto alimentare. Il Governo italiano, la Regione e il Comune di Roma hanno cercato di elaborare in tempi rapidissimi piani di intervento d'emergenza. Anche la Chiesa e le realtà del Terzo Settore stanno dando il loro significativo contributo. Lo scopo è quello di raggiungere tutti, soprattutto chi non è intercettato dai servizi sociali. In questo le Caritas parrocchiali e le diverse realtà ecclesiali hanno un ruolo fondamentale. Sta succedendo un doppio miracolo: non solo la ‘macchina della solidarietà’ nella comunità cristiana e in tutta la società civile si è mossa anche stavolta, ma si sta anche cercando ai vari livelli di collaborare tra tutti, di non fare da soli. A Roma, per venire incontro al problema alimentare nei campi Rom, si sta realizzando una distribuzione massiccia, fatta nei villaggi attrezzati e negli insediamenti informali, mettendo insieme le risorse di viveri e di volontari di tante realtà: Caritas, Comunità di Sant’Egidio, Migrantes, parrocchie e tanti altri soggetti ecclesiali, in collaborazione con il Comune di Roma, la Polizia Municipale, la Croce Rossa, le ACLI e l'Associazione 21 Luglio. Siamo ‘costretti’ a metterci insieme e cosi...scopriamo che non è poi troppo male, anzi: ancora più chiaramente si realizza il regno di Dio  nel segno della comunione”. Per evitare il contagio cosa si sta facendo soprattutto per i profughi, per i migranti senza fissa dimora e per i rom che  vivono nei campi? “Mi piacerebbe essere smentito, ma a me sembra (parlo soprattutto di Roma, che conosco meglio) che ci si stia muovendo solo adesso sull'aspetto sanitario... Francamente mi sembra che sia un po' tardi, ma, come si dice, meglio tardi che mai! Ringrazio in modo particolare l'Ospedale Bambino Gesù per il lavoro volontario di controllo sanitario sui bambini dei grandi campi Rom di Roma: è un servizio che si fa sempre, tutto l'anno a cadenza settimanale, e che quindi si è rivelato particolarmente prezioso in questa situazione Come sta reagendo la città a questa emergenza senza precedenti? "Amo molto questa Roma coraggiosa, solidale, generosa, che emerge con forza in queste situazioni. E' nel cuore di tutti la scena di venerdì scorso, 27 marzo, quando il Papa attraversa la piazza vuota, la città ‘dal silenzio assordante’, ma che mai come in questo momento è compatta con il suo Vescovo e per di più unita, attraverso il segno della malattia del Cardinale Vicario, a tutti i ricoverati negli ospedali... Non so di quanti anni bisogna ritornare indietro per sentire un silenzio nella città così carico e profondo come quello che abbiamo ‘ascoltato’. Come nei giorni del funerale di Giovanni Paolo II, quando gli autisti degli autobus moltiplicavano le corse senza voler aumenti di stipendio, così oggi i tassisti, quando fanno un servizio ad un medico o ad un infermiere che va allo Spallanzani o ad uno degli altri centri ospedalieri per coronavirus , non vogliono essere pagati. Ho ascoltato già qualche volta questo racconto... E' la Roma che ‘non fa la stupida’ ma che non perde il suo appuntamento con la storia, l'appuntamento che il Signore  le dà per farsi incontrare nel povero e nell'ammalato”.

Raffaele Iaria

   

Migrantes Roma: il 26 aprile la Festa dei Popoli con il card. De Donatis

29 Gennaio 2020 - Roma - Si svolgerà il prossimo 26 aprile la festa dei Popoli nella diocesi di Roma. La S. Messa sarà celebrata come di consueto nella Basilica di S. Giovanni in Laterano alle ore 12,00 e sarà presieduta dal Vicario del papa per la diocesi di Roma, il card. Angelo De Donatis. “E’ desiderio del cardinale – dice il direttore Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo, annunciando la data - incontrare tutte le comunità riunite per questo importante evento diocesano”. È la prima volta – aggiunge -  che il Cardinale presiede la Festa dei Popoli: “di questo siamo particolarmente contenti e desideriamo esprimergli insieme questa contentezza”. Dopo la S. Messa, come da programma, ci sarà il pranzo e lo spettacolo multietnico.

Migrantes Roma: un incontro sulla “missio ad gentes”

13 Gennaio 2020 - Roma - La “missio ad gentes” come paradigma dell’evangelizzazione. Se ne parlerà sabato 25 gennaio al secondo incontro di formazione dell’anno promosso dal Centro missionario diocesano e dall’Ufficio Migrantes del Vicariato di Roma. Al centro della riflessione, il libro intervista di Papa Francesco “Senza di Lui non possiamo far nulla. Essere missionari oggi nel mondo. Una conversazione con Gianni Valente”. Ne discuteranno con l’autore del volume, giornalista dell’Agenzia Fides, la teologa Stella Morra, docente alla Pontificia Università Gregoriana, e suor Enza Carini, segretaria generale delle Missionarie Comboniane. L’incontro è previsto per sabato 25 gennaio a partire dalle 10 nel Palazzo del Vicariato (Sala Cardinale Poletti, al piano terra), in piazza San Giovanni in Laterano. Per informazioni: cmdroma@diocesidiroma.it oppure pastorale.migrantes@diocesidiroma.it.  

Papa Francesco alla comunità filippina di Roma: la vostra fede sia “lievito” nelle comunità parrocchiali alle quali appartenete oggi

15 Dicembre 2019 -  

Città del Vaticano - Papa Francesco, dopo la recita dell’Angelus, durante il quale ha benedetto i Bambinelli che i ragazzi di Roma hanno portato in piazza, nel primo pomeriggio ha voluto presiedere una celebrazione eucaristica nella Basilica di San Pietro con la comunità filippina della Capitale in occasione del primo giorno della  tradizione religiosa filippina del Simbang Gabi, “Messa della Notte” e che segna l’inizio della novena in  preparazione al Natale. Si tratta di una delle tradizioni più antiche dei fedeli cattolici filippini e che coinvolge milioni di comunità residenti in varie parti del mondo.

Viene chiamata anche in altri modi nella tradizione cattolica filippina perché, in genere, la messa viene celebrata all’alba. Quindi “Messa del Gallo” oppure “Messa del sacrificio per la difficoltà che spesso hanno i fedeli a partecipare perché è difficile, per quanti lavorano, alzarsi all’alba ogni mattina. La vostra fede “sia lievito nelle comunità parrocchiali alle quali appartenete oggi”, ha detto il Papa rivolgendosi ai circa 7mila fedeli presenti in Basilica: “siamo chiamati ad essere fermento in una società che spesso non riesce più a gustare la bellezza di Dio e a sperimentare la grazia della sua presenza”.

Il papa, applaudito dai fedeli, ha anche ricordato che nelle Filippine, da secoli, esiste questa novena in preparazione al Santo Natale chiamata Simbang-Gabi. Negli ultimi decenni “grazie ai migranti filippini, tale devozione ha superato i confini nazionali ed è approdata in tanti altri Paesi. Da anni si celebra Simbang-Gabi anche nella diocesi di Roma, e oggi la celebriamo insieme qui, nella Basilica di San Pietro”, ha detto il pontefice sottolineando che “attraverso questa celebrazione ci vogliamo preparare al Natale secondo lo spirito della Parola di Dio che abbiamo ascoltato, rimanendo costanti fino alla venuta definitiva del Signore, come ci  raccomanda l’apostolo Giacomo. Ci vogliamo impegnare a manifestare  l’amore e la tenerezza di Dio verso tutti, specialmente verso gli  ultimi. Siamo chiamati ad essere fermento in una società che spesso non riesce più a gustare la bellezza di Dio e a sperimentare la grazia della sua presenza”.

A salutare il papa, a nome della comunità cattolica filippina residente a Roma, p. Ricky Gente, cappellano della comunità che ha voluto sottolineare, dopo averlo ringraziato per questa celebrazione, che da “recettori della fede i filippini sono oggi, anche come migranti, veri e propri discepoli missionari: "l’accoglienza che riceviamo qui nella Basilica di San Pietro incarna il messaggio evangelico: ‘Ero straniero e mi avete accolto’. Lei è Pietro, il vescovo di Roma, il nostro vescovo, che ci fortifica e ispira nella fede con il messaggio di accogliere, proteggere, promuovere e integrare migranti e rifugiati come noi nella Chiesa”. “Abbiamo colori della pelle diversi – ha quindi aggiunto - culture e tradizioni diverse, ma siamo come l’arcobaleno colorato dell’amore e la misericordia di Dio, Padre di tutti noi”.

E’ la prima volta che questa celebrazione – che si svolge da quattro anni nella basilica du San Pietro - è stata presieduta dal pontefice. La comunità filippina è molto numerosa in Italia e a Roma. Nella Capitale – dove ci sono oltre 60 cappellanie cattoliche filippine - si ritrovano, nei momenti importanti, nella Basilica di San Pudenziana a loro affidata nel 1991, anno in cui Giovanni Paolo II eresse la cappellania cattolica filippina. Qundi tra due anni la comunità festeggerà il trentesimo anniversario della sua presenza a Roma con una serie di iniziative

Il promo incontro di questa comunità con papa avvenne proprio con Giovanni Paolo II nel febbraio del 2002. Per loro, quella volta, si aprirono le porte  dell’Aula Paolo VI.

“Sarà un momento importante per tutte le comunità e i fedeli filipponi che vivono e lavorano oggi a Roma e in Italia”, dice a www.migrantesonline.it il Direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Roma che oggi era presente in Basilica come in ogni momento importante delle varie comunità etniche di Roma. “Momenti come questi aiutano – aggiunge – a dare un messaggio positivi di comunità che vivono una loro fede in un contesto che non sentono ‘straniero’ ma loro: nessuno è straniero nella Chiesa e speriamo anche nella società. Il papa era molto contento di questo momento come lo era stato già domenica scorsa con la comunità congolese”. Sono “esempi belli” per tutta la comunità che giorno per giorno vive una propria fede e che oggi viene aiutata nel riscoprirla attraverso proprio le parole del pontefice. Una comunità come tutte le altre, che vanno “sostenute” e “accompagnate”, conclude mons. Felicolo. (Raffaele Iaria)

Migrantes Roma: il 19 aprile la Festa dei Popoli con il card. De Donatis

5 Dicembre 2019 - Roma – Si svolgerà il prossimo 19 aprile a  San Giovanni in Laterano la festa dei Popoli.  La S. Messa sarà celebrata alle ore 12,00 nella Basilica e sarà presieduta dal cardinale Vicario del papa per la diocesi di Roma,  Angelo De Donatis. “È la prima volta che il Cardinale presiede la Festa dei Popoli e di questo siamo particolarmente contenti”, dice mons. Pierpaolo  Felicolo, direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi. A seguire, come sempre,  ci sarà il pranzo e lo spettacolo multietnico, aggiunge.

Mons. Felicolo: la mobilitazione della Chiesa di Roma per la GMMR

28 Settembre 2019 - Roma – “Sarà una giornata di festa e ci stiamo mobilitando per stringerci intorno al Papa che non perde occasione per dimostrare vicinanza e sostegno verso tutta la realtà del mondo migrante. I migranti avvertono questa attenzione e per questo sono molto legati a Francesco”. Lo dice il direttore Migrantes di Roma, mons. Pierpaolo Felicolo, parlando della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si svolgerà domenica 29 settembre con una celebrazione in Piazza San Pietro presieduta dal Papa. Mons. Felicolo sottolinea che “l’accoglienza deve necessariamente riguardare tutta l’Europa e non soltanto l’Italia. Non è possibile lasciare in condizioni precarie in mezzo al mare gente che fugge proprio da violenze e miseria. Siamo chiamati a cercare una  soluzione tutti insieme”. L’attività dell’ufficio migrantes della diocesi del papa è molto attivo durante l’anno a fianco delle comunità etniche che “abitano” la città di Roma. Molte le iniziative di integraizone come la la Festa dei Popoli, che il prossimo anno vedrà il coinvolgimento delle prefetture che inviteranno i migranti nella veglia di Pentecoste “per consolidare il cammino d’integrazione e di conoscenza reciproca”.