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Migrantes Milano: mons. Delpini incontra i migranti

19 Dicembre 2022 -  Milano – Mercoledì 21 dicembre, alle 20, nella Basilica di Santo Stefano, dopo una sospensione di due anni torna l’atteso e tradizionale incontro tra l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, e i fedeli delle cappellanie estere cattoliche. Se negli anni scorsi questa occasione si riduceva a un breve momento di dialogo con i soli rappresentanti delle cappellanie prima della celebrazione dei Vespri di Sant’Ambrogio, il 6 dicembre, questa volta, su invito di mons. Delpini, l’incontro sarà più strutturato e aperto a tutti i migranti interessati a partecipare. Dopo una preghiera natalizia nella Basilica di Santo Stefano, l’evento si concluderà con un momento di festa, scambio di auguri e brindisi finale.

Nella diocesi sono circa quaranta le comunità di stranieri cattolici: la più rappresentata è quella filippina che, solo a Santo Stefano, parrocchia “personale” dei migranti nella diocesi, conta otto comunità. Secondi per numero i latino-americani, in particolare i salvadoregni. In espansione, per ragioni comprensibili, anche gli ucraini che dopo il trauma iniziale della guerra si stanno stabilizzando nel territorio, mentre la comunità di migranti più antica in diocesi è quella etiope-eritrea, già presente dalla fine degli anni ’70. Le organizzazioni cattoliche di stranieri fanno capo a 24 cappellani che seguono diverse comunità strutturate con differenti tipologie: le parrocchie “personali”, le cappellanie, le missioni “in cura d’anime”. Nella vita delle comunità straniere di fedeli le difficoltà più significative, spiega don Alberto Vitali, responsabile dell’Ufficio Migrantes e parroco di Santo Stefano, «sono quelle relative al rapporto generazionale. Tra i giovani c’è chi è nato nel proprio Paese di origine e chi in Italia, non esiste un modello di riferimento univoco. È più rappresentativo, invece, il rapporto tra padri e figli, dove la fatica vera è la differenza culturale anche quando la fede, in maniera sentita, è praticata da parte di entrambi».

 

Milano: festa dei Popoli in Duomo con mons. Delpini

4 Gennaio 2022 - Milano - Giovedì 6 gennaio è la Festa dell'Epifania, che ricorda la visita dei Magi a Gesù Bambino, come rappresentanti simbolici di tutti i popoli della terra: per questo l'Epifania è anche Festa dei Popoli da "non confondersi con la Festa delle Genti, che nella Chiesa ambrosiana si celebra in occasione della Pentecoste", spiega la diocesi di Milano. Alle ore 11, nel Duomo di Milano, solenne pontificale presieduto dall'arcivescovo: sarà attivo il linguaggio dei segni e il servizio di sottotitolatura. Diretta su Chiesa Tv (canale 195 del digitale terrestre), www.chiesadimilano.it e youtube.com/chiesadimilano.

Mons. Delpini: don Riboldi “ha seminato il vangelo nei cuori dei popoli nomadi”

11 Giugno 2021 - Milano - Si sono svolti questa mattina a Biassono (MB), nella chiesa di San Martino, le esequie di don Mario Riboldi, morto a Varese martedì scorso all'età di 92 anni. Durante il funerale è stato letto un messaggio inviato dall’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini nel quale evidenzia che il sacerdote  "ha vissuto il suo ministero accampato nella precarietà e radicato nel Vangelo di Gesù. Singolare interprete della pastorale dei nomadi don Mario - ha scritto mons. Delpini - ha seminato il Vangelo nei cuori di persone e famiglie nomadi perché ha imparato le loro lingue, condiviso la loro vita, ha pronunciato parole di incoraggiamento e inviti a conversione. Ha seminato. Non ha preteso di raccogliere, non ha calcolato i risultati. Eppure ha raccolto rivelazioni di santità proprio là dove il pregiudizio rivolge uno sguardo di discredito generalizzato: ha infatti recensito e fatto conoscere i santi dei popoli nomadi e i consacrati che dai popoli nomadi si sono fatti avanti per servire la Chiesa: preti, diaconi, suore. Ha vissuto accampato tra gli accampamenti, ora ha lasciato la sua roulotte perché il Signore lo accoglie nella sua dimora eterna. Di là continuerà a sorridere e a pregare per la sua gente e per tutti noi che lo ricordiamo con affetto e preghiamo per lui". Don Riboldi, subito dopo la sua ordinazione sacerdotale nel 1953, cominciò ad incontrare i nomadi della periferia milanese. Iniziò così il suo viaggio con i popoli rom e sinti, vivendoci assieme. Apprezzato e incoraggiato dall'allora cardinale Montini e futuro papa Paolo VI, fu tra i promotori del primo e storico incontro della Chiesa Cattolica con Rom e Sinti a Pomezia, il 26 settembre 1965. Dal 1971 al 2018, per 47 anni, è stato incaricato diocesano per la Pastorale dei Nomadi. Ha svolto diversi ruoli in ordine alla evangelizzazione di rom, sinti e camminanti sia come responsabile diocesano che nazionale, contribuendo a portare per la prima volta un gitano agli onori degli altari: Ceferino Jimenez Mall, il 4 maggio 1997. Preziose le sue traduzioni nelle varie lingue rom della Bibbia, di testi liturgici e canti.  

Milano: nasce la Consulta diocesana dei Migranti

24 Maggio 2021 - Milano -È stata celebrata ieri mattina, nel Duomo di Milano, dall’arcivescovo, mons. Mario Delpini, la Messa per la solennità di Pentecoste. Secondo una tradizione avviata da anni, la celebrazione eucaristica è coincisa con la Festa delle genti e ha coinvolto i rappresentanti delle 25 comunità di migranti presenti nel territorio ambrosiano. Al termine della celebrazione è stata annunciata la nascita della nuova Consulta diocesana dei migranti. Già prevista dal Sinodo 47esimo, (1994), e più recentemente dal Sinodo minore “Chiesa dalle genti” (2018), la Consulta sarà composta da un presbitero e due laici per ciascuna delle sette Zone pastorali, dal responsabile e dalla segretaria dell’Ufficio Migrantes, da un rappresentante dei cappellani etnici e dalla moderatrice della consulta «Chiesa dalle genti». I 14 rappresentanti laici individuati nelle varie zone pastorali per far parte della Consulta sono scelti - tra cittadini italiani e stranieri - in base alla loro sensibilità ed esperienza sui temi dell’immigrazione, dell’interculturalità e dell’integrazione, oltre che al loro effettivo inserimento nel tessuto pastorale ambrosiano. Le nomine saranno definite da un decreto firmato dall’Arcivescovo che sarà emanato nelle prossime settimane. «La Consulta ha il compito di aiutare la Diocesi a comprendere i modi diversi di vivere la fede e di celebrarla dei fedeli cattolici che abitano sul nostro territorio, ma sono originari di altri contesti culturali – sottolinea don Alberto Vitali, responsabile dell’ufficio Migrantes della diocesi ambrosiana -.  Le persone provenienti da altri Paesi che ne faranno parte interpreteranno il loro ruolo non come rappresentanti delle proprie comunità etniche, ma come fedeli ambrosiani parte integrante della Diocesi».

Migrantes Milano: domenica la Festa delle Genti

18 Maggio 2021 - Milano - È ormai una consuetudine che a Pentecoste si celebri la Festa delle genti, occasione molto attesa che raduna tutte i migranti che vivono sul territorio della diocesi di Milano. Anche quest’anno niente festeggiamenti, causa coronavirus, ma solo la celebrazione del Pontificale in Duomo, domenica 23 maggio alle 11, con l’arcivescovo, mons. Mario Delpini e tutte le 25 comunità di migranti della Diocesi. Ne parliamo con don Alberto Vitali, responsabile dell’Ufficio per la pastorale dei migranti (Migrantes). C’è un tema particolare quest’anno? «Non c’è un tema specifico, ma la Festa sarà l’occasione per presentare la nuova Consulta diocesana dei migranti. Già prevista dal Sinodo 47esimo, nel ’94, e più recentemente dal Sinodo minore Chiesa dalle genti, la Consulta sarà composta da un presbitero e due laici per ciascuna delle sette Zone pastorali, dal responsabile e dalla segretaria dell’Ufficio per la pastorale dei migranti, da un rappresentante dei cappellani etnici e dalla moderatrice della Consulta Chiesa dalle genti. Da notare che i migranti saranno presenti nella Consulta, non come rappresentanti delle proprie comunità etniche, ma come fedeli delle diverse Zone pastorali, quindi come parte integrante del tessuto pastorale ambrosiano». Quali i compiti della nuova Consulta? «Aiutare la Diocesi a leggere la presenza dei migranti nel territorio diocesano secondo la loro reale distribuzione, che è molto disomogenea, e secondo i loro modi diversi di vivere la fede e di celebrarla. Inoltre, la Consulta dovrà contribuire a realizzare équipe zonali di pastorale dei migranti, che attualmente sono presenti solo nella Zona III e IV, e in generale affiancare le parrocchie, le comunità e i Decanati che vogliano realizzare iniziative di pastorale dei migranti nelle loro realtà. Infine, la Consulta si metterà a disposizione dei Decanati, affiancando la Consulta per la Chiesa dalle genti nella realizzazione delle Assemblee sinodali decanali». Come hanno vissuto i migranti questo anno così difficile per tutti? «Da una parte sono stati i più colpiti dalla pandemia, perché hanno meno garanzie, anzitutto dal punto di vista dei diritti sindacali. Molti lavorano in nero o con contratti a tempo determinato e hanno subìto una serie di imposizioni da parte dei datori di lavoro per la paura del contagio. So di badanti costrette a rimanere nelle case in cui lavorano 24 ore su 24, per evitare il contagio, continuando a essere pagate solo per 8 ore, o costrette a non frequentare più la Messa, considerato un luogo a rischio, pena il licenziamento. D’altra parte, però, bisogna dire che spesso le persone migranti sono più resilienti, date le difficoltà che hanno dovuto subire nella vita. Inoltre, i sistemi alternativi alla presenza escogitati da tante parrocchie hanno offerto nuove possibilità di partecipazione proprio ai migranti. La badante, che di solito alle 21 è impegnata a mettere a letto l’anziano che assiste, ha potuto per la prima volta seguire gli incontri di catechesi caricati sul sito parrocchiale, magari in differita». Non tutto il Covid vien per nuocere… «Sì, anche nella pastorale giovanile a seguito del Covid sono nate molte belle iniziative, come la collaborazione con giovani migranti che avevano frequentato qui i nostri incontri e poi sono tornati nei loro Paesi di origine. Nel mese di maggio, per esempio, con il gruppo che seguo di giovani sudamericani della Diocesi, abbiamo registrato i nove incontri della novena a partire da testi di Carlo Carretto e don Tonino Bello, uno di questi è stato registrato in Messico e un altro in Salvador da alcuni giovani che si sono coinvolti nella nostra pastorale. È bello questo dialogare tra giovani della stessa età, da una parte all’altra del mondo, in una sorta di pastorale “trasversale”. Proprio quella che sognava il Sinodo Chiesa dalle genti».  

GMMR: Migrantes Milano, leggere in chiave cristiana il tema dell’accoglienza

27 Settembre 2020 - Milano - Papa Francesco "da sempre nel suo magistero si fa voce dei migranti, dei rifugiati, dei dimenticati; di coloro che dalle periferie geografiche ed esistenziali si mettono in cammino verso un’esistenza migliore, alla ricerca di vita". Lo dice don Alberto Vitali, responsabile diocesano Migrantes di Milano nel giorno in cui la Chiesa celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. Quale il significato di questa giornata? "La sua specificità - spiega don Vitali a Milano Sette, l'inserto domenicale di Avvenire - è leggere in chiave propriamente cristiana il tema dell’accoglienza di migranti e rifugiati. Un argomento che comunque riguarda  tutti gli uomini di buona volontà, nel nome della solidarietà umana. Il cristiano, però, ci suggerisce il Papa, deve fare un passo in più, deve abbracciare una dimensione contemplativa. Esattamente quello che ci invitava a fare anche l’arcivescovo con il Sinodo Chiesa dalle genti". Nell’episodio della fuga in Egitto, citata da papa Francesco nel suo messaggio per questa giornata,  "tocchiamo con mano come Gesù si identifichi con gli ultimi e questo ci obbliga, come cristiani, a considerare il tema delle migrazioni non solo dal punto di vista sociale, politico ed economico, ma a contemplarlo alla luce della Parola", spiega don Vitali:  "noi cristiani non possiamo fermarci alla semplice filantropia. Possiamo anche arrivare a pensare che l’accoglienza sia insostenibile, dal punto di vista razionale, ma la fede ci obbliga comunque a scelte coraggiose. Ce lo suggerisce anche l’episodio evangelico dei cinque pani e due pesci: se anche avessimo così poco (e non è così), Gesù ci invita a fidarci e a condividere, contro ogni apparenza, quello che abbiamo, certi che Dio lo moltiplicherà. Questa è la sfida della fede, sulla quale ci giochiamo tutto". Nella diocesi ambrosiana non ci saranno iniziative specifiche ma l'Ufficio Migrantes ha inviato una lettera ai parroci per sensibilizzarli a ricordare la ricorrenza. Inoltre, la Giornata sarà l’occasione per commemorare don Roberto Malgesini, il sacerdote di Como ucciso recentemente. Un ricordo che" faremo anche in occasione del primo incontro tra tutti i responsabili delle Pastorali Migrantes delle diocesi lombarde che si terrà l’1 ottobre: "rifletteremo - spiega il sacerdote che è anche referente regionale Migrantes - su come sia stato autentica incarnazione, fino a pagare con la vita, di quella dimensione contemplativa a cui ci chiamano papa Francesco e il nostro arcivescovo".

R.I.

Milano: “Festa delle Genti” con l’arcivescovo mons. Delpini

3 Giugno 2020 - Milano - La benedizione solenne di Pentecoste, impartita dall’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, presso l’immagine della Madre della Consolazione nella basilica di Santo Stefano Maggiore, che sospinta dallo Spirito, varca gli oceani, attraversa Paesi, Continenti, terre lontane. Tutte quelle dalle quali i “nuovi” milanesi e ambrosiani provengono. La benedizione di Dio che il presule chiede – al poco più di centinaio di migranti che, con i loro Ministri del culto, partecipano alla Messa per la Festa delle genti – di “portare a tutte le persone che rappresentate: famiglie, comunità, amici, a chi è nella prova. Portate ai vostri Paesi di origine l’affetto di questa Chiesa di Milano, il suo desiderio di essere accogliente, solidale, di essere una comunità unita in cui è desiderabile abitare”. Si conclude così, in “Santo Stefano”, parrocchia personale dei Migranti, la tradizionale Celebrazione di Pentecoste, quest’anno – come è ovvio – diversa, meno “colorata” di suoni e di danze, di cori e di abiti etnici, ma vissuta con una partecipazione e un sentimento di fraternità che si tocca con mano. Messa – concelebrata dal vicario episcopale di settore, don Mario Antonelli e da 15 cappellani di altrettante realtà di lingua straniera presenti sul territorio diocesano – che si apre con il breve indirizzo di saluto di don Alberto Vitali, responsabile dell’Ufficio per la Pastorale dei Migranti (Migrantes), che nota come, a un solo mese dalla sua nomina a Pastore di Milano, l’arcivescovo volle annunciare il Sinodo minore “Chiesa dalle Genti”, entrato ora nella sua fase cruciale di ricaduta sul territorio. “La ringraziamo per essere ancora una volta tra noi. Riprendiamo – sì -, ma non per tornare a fare le cose di prima o come le facevamo prima. Questi mesi ci hanno segnato profondamente, ma fatto crescere, anche se a caro prezzo”. Il ricordo commosso va a don Giancarlo Quadri che, per 18 anni – dal 1996 al 2014 -, aveva guidato la Pastorale dei Migranti, sviluppando proprio la Festa delle genti, e a don Franco Carnevali, che si stava prendendo cura della Comunità latino-americana di Monza. Entrambi scomparsi nello stesso giorno, il 22 marzo scorso, per la pandemia. “Abbiamo perso due amici, ma sentiamo di avere due patroni in cielo”, prosegue don Vitali. “Abbiamo bisogno della sua presenza, che è motivo di riconoscenza e di incoraggiamento, presenza tra noi di chi sa consolare cuori, presenza che conferma nella fede e incoraggia a riprendere il cammino”. Parole iniziali a cui fanno eco quelle dello stesso arcivescovo, che rivolto a chi gli sta di fronte nella navata centrale di Santo Stefano, secondo i parametri del distanziamento, con mascherine e guanti, dice. “Dove siete amici, fratelli e sorelle? Voi che siete qui rappresentate comunità, famiglie, amici. Viviamo questa Celebrazione con la gioia che è nel dono dello Spirito. Io, anche attraverso i media – la Messa è trasmessa in diretta Fb, rivedibile su Santo Stefano Migranti -, vorrei entrare nelle case e nei cuori di tutti. Anche se le panche fossero piene, come spero che sia possibile fare in futuro, non saremo mai tutti: sentiamo di essere dentro la grande comunione della Chiesa e sentiamo don Giancarlo e don Franco nella comunione dei Santi”. Dopo le Letture, proclamate in diverse lingue (così come la preghiera dei fedeli) e i canti affidati a un piccolo gruppo di coristi, per la maggioranza Filippini e Sudamericani, si avvia la riflessione dell’arcivescovo. “In piazza del Duomo hanno piantato alberi di banane che, nelle terre tropicali, sono generosi e producono un frutto abbondante, buono, nutriente Ma gli alberi di piazza Duomo sono solo una macchia di verde, producono, qualche volta, frutti stentati e immangiabili. Qualche decennio fa, qualcuno ha portato dalla Nuova Zelanda gli alberi del kiwi e, oggi, l’Italia ha il primato mondiale della loro produzione. Ci sono alberi che, anche se vengono come stranieri, si inseriscono così bene in un’altra terra da dimostrare di essere protagonisti di una storia nuova”. Chiara l’immagine che guarda – per così dire – al di là degli alberi per arrivare agli uomini, ai popoli e alla Chiesa. “Come saranno le nostre comunità, come saremo noi? Saremo come alberi che, nella propria terra, erano cristiani contenti e generosi di frutti per tutti e che poi, altrove, diventano piante stentate e improduttive, oppure come alberi che, trasferiti da un Paese a un altro, moltiplicano i loro frutti?”. Come a dire “Cosa può fare la differenza tra questi due esiti?”. Altrettanto immediata la risposta. “Siamo qui a celebrare la Festa delle genti nel giorno di Pentecoste perché noi siamo certi che è lo Spirito di Dio che può trasformare una situazione in occasione, se incontra la nostra disponibilità. La situazione può essere frutto di tante coincidenze e drammi, di fatiche, di una povertà che chiede futuro; dipende da fattori che spesso vanno oltre le nostre scelte e libertà, ma lo Spirito di Dio, se viene accolto, può produrre frutti di bene anche in una situazione dolorosa e complicata”. Il riferimento è alla Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi, appena proclamata in spagnolo, con la confusione di quella comunità, superabile, come scrive l’Apostolo, mettendosi sotto l’azione dello Spirito. “Anche oggi lo Spirito ci chiama, dunque, a vivere questo tempo come occasione per edificare la comunione. Molti provvedimenti e cautele sembra che incoraggino a tenere le distanze e a separarci, ma lo Spirito di Dio, anche in questa situazione, ci rende pietre vive per edificare la comunione sotto il dono dello Spirito. Questo e ciò che celebriamo, la Pentecoste: è il giorno in cui possiamo accogliere il dono dello Spirito e trasformare il nostro abitare in questa terra in una missione”. Anche se tutto questo, specie in tempi di morti, dolori, tragedie personali e pubbliche, può sembrare ancor più difficile. “Da molti ho sentito la domanda su dove sia Dio e perché ci ha abbandonati”, nota infatti, mons. Delpini che, subito, aggiunge: “Noi siamo qui oggi per riceve lo Spirito di verità: non siamo abbandonati, ma resi partecipi della vita di Dio. Ecco come, da qualsiasi Paese veniamo, possiamo essere quegli alberi rigogliosi che portano molti frutti, molti doni per edificare comunione. Oggi è la Festa delle genti, perché è una festa trovarsi insieme e decidere di metterci sotto l’azione dello Spirito”. Infine, appunto, la benedizione presso la Cappella laterale della basilica, dedicata alla Madre della Consolazione arricchita dalla bella pala cinquecentesca che rappresenta Maria – non a caso circondata dai santi Rocco e Sebastiano, patroni contro le epidemie – con che fu portata in Basilica da San Carlo, dopo la peste. Un omaggio, a conclusione del mese mariano, anche se, fin da marzo, proprio davanti a questa immagine, è stato recitato il Rosario per le Comunità dei Migranti, quotidianamente in spagnolo e trasmesso in streaming. “Invoco la benedizione del Signore per tutta la Chiesa di questa terra, che sia Chiesa dalle genti; su questa città, perché, svegliandosi dal trauma che sta subendo, sia un luogo di fraternità, una cittadella della speranza, un esempio di sollecitudine per tutti coloro che sono più poveri, bisognosi e soli. Lo Spirito santo ci renda un cuor solo e un’anima sola, noi tutti benedetti da Dio”. In conclusione a ognuno dei presenti viene donata la lettera per il Tempo di Pentecoste nella Proposta pastorale la situazione è occasione”. (Annamaria Braccini)

Migrantes Milano: mons. Delpini celebra la Pentecoste con le comunità migranti

28 Maggio 2020 - Milano – Domenica 31 maggio, solennità di Pentecoste, nella chiesa di Santo Stefano Maggiore a Milano, “parrocchia personale per i migranti”, l’arcivescovo mons. Mario Delpini presiederà la messa di Pentecoste con le comunità cattoliche dei migranti presenti in città e nel territorio della diocesi. “Sono una trentina le comunità di migranti presenti sul territorio della Diocesi”, spiega don Alberto Vitali, responsabile diocesano Migrantes: “i gruppi più numerosi sono quelli dei filippini, composto da ben nove comunità, e dei latino-americani. Poi ci sono le comunità cinese, coreana, srilankese, eritrea, egiziana, albanese, polacca. I rumeni hanno due comunità, di rito latino e di rito bizantino, così come gli ucraini, che contano un gruppo a Milano e uno a Varese. C’è poi il gruppo dei francofoni, cioè la comunità francese e quella africana di lingua francese, e la comunità anglofona, che comprende inglesi, statunitensi e una delle nove comunità filippine”. “Nel corso dell’anno – aggiunge dn Vitali - i migranti hanno diverse ricorrenze tradizionali in cui incontrarsi e fare festa per gruppi omogenei. La Festa delle genti è una delle poche occasioni in cui il filippino e il coreano possono incontrarsi e conoscersi”. L’emergenza sanitaria in corso non consentirà il consueto clima di grande festa, alla presenza di tante persone: “la capienza massima della chiesa, con le norme di sicurezza anti Covid, è di 104 persone. Quindi parteciperanno solo i cappellani con una o due persone in rappresentanza di ognuna delle comunità”. La celebrazione potrà essere seguita attraverso i social.

R.I.

Migrantes Milano: la tradizionale processione “Señor de los Milagros” domani a Lecco

26 Ottobre 2019 - Milano – Domani, 27 ottobre, Lecco ospiterà la festa del “Señor de los Milagros”, celebrazione fortemente sentita dai molti fedeli di origine peruviana presenti in regione. La processione con l’immagine del Signore dei Miracoli partirà alle ore 11.00 dall’oratorio di Pescarenico e raggiungerà attraversando il centro, con diverse soste, la Basilica di San Nicolo` dove alle 14.00 sarà celebrata la Messa. In omaggio al luogo che quest’anno ospita l’evento, durante alcune tappe del corteo saranno lette alcune pagine di contenuto religioso tratte dal celebre romanzo di Alessandro Manzoni, “I promessi sposi”, ambientato proprio nella cittadina in riva al lago. “Con questo gesto vogliamo sottolineare come la stessa fede può esprimersi in modi diversi che si arricchiscono reciprocamente secondo le indicazioni che ci ha fornito il Sinodo Chiesa dalle genti”, sottolinea don Alberto Vitali, responsabile dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Milano. Festa devozionale molto popolare a Lima è stata portata nella Diocesi di Milano dai migranti provenienti dal paese sudamericano. La celebrazione si svolge ogni anno in un luogo diverso della diocesi e una volta ogni tre nel capoluogo lombardo con una messa in Duomo che raccoglie solitamente 5mila fedeli. Ad organizzare la festa è la Hermandad Señor del los milagros con la collaborazione dell’Ufficio Migrantes. Nata storicamente in Perù la confraternita ha messo radici a Milano nel 1996 e dal 2008 è riconosciuta come realtà diocesana a tutti gli effetti. Attualmente la Hermandad conta 217 persone, divisi in 7 quadriglie (gruppi), presenti in ognuna delle diverse zone pastorali. Il Señor de los Milagros trae origine dalla devozione sviluppatesi a Lima nel XVII secolo attorno ad un dipinto raffigurante Gesù Crocifisso. Secondo la tradizione la pittura realizzata da uno schiavo angolano su un muro rimase intatta dopo il terremoto che devastò la capitale del Perù nel 1655. Il quadro che sarà portato a Lecco è una riproduzione di quel dipinto ed è custodito nella chiesa di Santo Stefano a Milano. Durante la festa, l’immagine viene collocata su una portantina (Anda) e portata in processione dai membri della confraternita “Hermandad del Señor de los Milagros”.

Migrantes Milano: domenica la “Festa delle Genti”

7 Giugno 2019 - Milano – “Concittadini dei santi e familiari di Dio”: questo il tema della Festa delle Genti, che si celebrerà domenica nella diocesi di Milano su iniziativa dell’Ufficio Migrantes. Quest’anno ad ospitare la festa sarà la parrocchia di Santa Maria Assunta a Gallarate. Il programma prevede alle 11.30 una celebrazione liturgica presieduta dall’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini e concelebrata dai cappellani dei migranti. Seguirà il pranzo comunitario e la festa con le comunità migranti. “Nel corso dell’anno i migranti hanno diverse ricorrenze tradizionali in cui incontrarsi e fare festa per gruppi omogenei. La Festa delle genti è una delle poche occasioni in cui il filippino e il sudamericano possono incontrarsi e conoscersi”, dice il direttore Migrantes di Milano, don Alvaro Vitali. “Abbiamo pensato a un luogo fuori Milano, alla luce del recente Sinodo minore ‘Chiesa dalle genti nel quale si è sottolineata l’importanza di sviluppare la pastorale dei migranti su tutto il territorio della Diocesi”, aggiunge il sacerdote: la Festa di Pentecoste “non deve essere un evento eccezionale, ma la celebrazione dell’ordinario: una quotidianità che è, già ora, quella di una Chiesa dai più volti, in cui le diversità crescono e camminano insieme. L’accoglienza è il primo passo: si parla solo di quella, ma noi in realtà siamo già oltre”. (R.Iaria)