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GMMR, mons. Erbì: i migranti “non sono i destinatari della nostra carità ma hanno un contributo importante da dare alla nostra società e alla Chiesa”

26 Settembre 2022 - Iglesias – “Il cuore del messaggio di papa Francesco per questa Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato sta in quella preposizione che si trova al centro del titolo del messaggio: ‘Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati’. Il Papa ci invita così a un cambio di prospettiva: dal ‘per’ al ‘con’. Purtroppo, anche fra molte persone di buon cuore, è ancora il ‘per’ che domina, come se i migranti e i rifugiati fossero incapaci di qualunque contributo”. Lo ha detto mons. Walter Erbì, Nunzio Apostolico in Liberia, presiedendo, nella cattedrale di Iglesias, la celebrazione nazionale per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato promossa dalla Fondazione Migrantes in Sardegna. Con mons. Erbì il direttore Migrantes della Sardegna, padre Stefano Messina.  Migranti e rifugiati – ha detto il presule – “non sono i destinatari della nostra carità, non vengono a mani vuote, ma hanno anch’essi un contributo importante da dare alla nostra società e alla Chiesa…”. Passare dal “per” al “con” significa – ha aggiunto – “smettere di considerare i migranti e i rifugiati come elementi passivi e iniziare invece a valorizzarli come protagonisti, in contemporanea, della loro e della nostra storia.  I migranti e i rifugiati non sono corpi senza nome, che hanno bisogno di una ìstruttura’ che assegni loro un ‘QRcode’ per dare loro un’identità. Sono persone, ciascuno di loro ha già un’identità, ha già un nome, porta già con sé una ricchezza da condividere e da mettere a frutto insieme a noi…”. Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati “non è un impegno del futuro, è l’impegno di oggi! Non aspettiamo domani! Non aspettiamo anche noi, come l’uomo ricco del Vangelo, che sia troppo tardi! Questa Giornata che il Santo Padre Francesco ha voluto per la Chiesa intera sia, per ciascuno di noi, con i nostri fratelli e le nostre sorelle che hanno sperimentato l’essere migranti o rifugiati, un’occasione propizia per iniziare a costruire, insieme, il nostro futuro comune”. Mons. Erbì ha detto, nella sua omelia, che in Sardegna “abbiamo un testimone e un Patrono che ci aiuta in questo nostro cammino, col suo esempio e la sua intercessione: è S. Antioco. Rifugiato dei primi secoli, arrivato in questa terra di Sardegna a causa della persecuzione. Da lui è iniziata nel nostro territorio la diffusione del Vangelo. Con la sua sofferenza e la sua coerenza ci ha dato la possibilità di conoscere il Crocifisso Risorto e di diventare, nella carità, Popolo di Dio. Ha condiviso con i nostri padri la fede in Cristo e resta per la nostra Chiesa un punto di riferimento per la testimonianza evangelica e per l’impegno di fraternità con tutti”.  (Raffaele Iaria)